Fi-compass: il Covid aumenta la domanda di finanziamenti in agricoltura
A livello UE l'agricoltura soffre un gap di finanziamenti compreso tra 19,8 e 46,6 miliardi di euro, mentre per il settore agroalimentare si stima un divario di oltre 12,8 miliardi. Un fabbisogno che aumenterà a causa della crisi del Coronavirus, rileva la piattaforma europea dedicata agli strumenti finanziari fi-compass, sollecitando un maggiore ricorso ai fondi UE.
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Sulla base dei feedback di 7.600 agricoltori e 2.200 aziende agroalimentari in tutta l'UE, la piattaforma di advisory sugli strumenti finanziari cofinanziati dai fondi strutturali e di investimento europei fi-compass ha pubblicato 24 rapporti specifici per paese che presentano le principali sfide che l'agroalimentare si trova ad affrontare nell'accesso ai finanziamenti.
Le imprese agrifood UE hanno bisogno di maggiori finanziamenti
Attraverso i report, i servizi della Banca europea degli investimenti (BEI) e della Commissione europea impegnati nella piattaforma fi-compass hanno analizzato in dettaglio il contesto finanziario in cui operano gli agricoltori e le imprese della trasformazione in 24 paesi dell'Unione, dai diversi sistemi bancari agli schemi di finanziamento e garanzia disponibili. Le relazioni forniscono anche conclusioni specifiche per paese su come migliorare gli strumenti finanziari esistenti e crearne di nuovi e individuano le debolezze da affrontare in ciascun paese, legate a fattori come i bassi livelli di alfabetizzazione finanziaria degli agricoltori o la mancanza di conoscenza delle banche in materia di agricoltura.
In generale, nella maggior parte dei paesi europei, il finanziamento dell'agricoltura è soggetto a tassi di interesse più elevati e a condizioni sfavorevoli rispetto ad altri settori dell'economia. Inoltre, indipendentemente dall'andamento del settore, le relazioni hanno riscontrato che non vi è sufficiente flessibilità tanto nelle condizioni di prestito quanto in quelle di rimborso.
Mentre le grandi aziende agricole sembrano avere un accesso piuttosto facile ai finanziamenti, i giovani agricoltori e i nuovi entranti sono tra i gruppi più colpiti e spesso mancano di adeguate possibilità di finanziamento. Anche le piccole aziende agricole incontrano notevoli difficoltà in termini di accesso agli investimenti per lo sviluppo, a causa della mancanza di risorse da utilizzare come garanzie e delle competenze necessarie su come preparare i piani aziendali.
L'ambiente finanziario risulta migliore per il settore alimentare, che beneficia nei paesi considerati di una maggiore varietà delle fonti di finanziamento rispetto all'agricoltura, sebbene permangano possibilità di migliorare offerta e copertura. C'è inoltre un gap di credito per le start-up e le società innovative, che incontrano spesso difficoltà a trovare il capitale necessario per avviare o espandere le loro operazioni.
In questo quadro, gli strumenti finanziari cofinanziati dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) rappresentano un modo sostenibile ed efficiente per investire nella crescita e nello sviluppo degli agricoltori, perseguendo la sicurezza alimentare e gli obiettivi ambientali e climatici dell'UE, ha spiegato il vicepresidente della BEI, Andrew McDowell, invitando le Autorità di gestione a utilizzare i report per migliorare l'uso degli strumenti finanziari del FEASR nell'ambito dei Piani strategici della PAC 2021-2027.
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Per le imprese agricole italiane fino a 1,3 miliardi di gap finanziario
Nel caso dell'Italia, tra i maggiori produttori agricoli in Europa, il settore è caratterizzato da debolezze strutturali che ostacolano l'accesso al credito delle aziende. Tra queste, la dimensione ridotta di gran parte delle imprese, una forte presenze di aziende a conduzione familiare escluse dal circuito del credito bancario, lo scarso ricambio generazionale e l'età media elevata degli operatori del settore.
Nonostante quasi tutte le banche italiane offrano strumenti e prodotti per le imprese agricole, il report rileva che solo pochi istituti di credito hanno dipartimenti e personale con competenze specifiche nel settore, con il risultato di un'offerta finanziaria inadatta a dare risposte alle esigenze degli operatori e ai rischi connessi all'attività, dalla stagionalità all'esposizione ai fattori climatici.
Anche i pagamenti diretti della Politica Agricola Comune, che spesso facilitano l'accesso al credito funzionando come garanzie per le banche, spesso sono utilizzati dalle imprese solo a fronte di investimenti che sono già sostenuti dai Piani di sviluppo rurale (PSR). Questa dipendenza della propensione agli investimenti dalla possibilità di ottenere o meno il sostegno della PAC rende più difficile valutare le reali necessità delle imprese agricole italiane e inquadrare con precisione il gap finanziario, inteso come domanda di finanziamento insoddisfatta.
Secondo il report, mettendo insieme finanziamenti respinti e domanda inespressa per sfiducia nella possibilità di ottenere il credito, il gap oscillerebbe tra 110 milioni di euro e 1,3 miliardi di euro. E a soffrirlo sarebbero soprattutto piccole imprese, startup e aziende condotte da giovani agricoltori.
Come strutturare gli strumenti finanziari FEASR nella PAC 2021-2027
Nell'ambito della PAC 2021-2027, gli strumenti finanziari che utilizzano risorse del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale potranno essere utilizzati per finanziare capitale circolante, sostenere gli investimenti, concedere microcredito o per combinare sovvenzioni e abbuoni d'interessi.
Nel caso dell'Italia, il report raccomanda alle Autorità di gestione di aumentare la quota di risorse FEASR dedicata agli strumenti finanziari, anche per superare la tendenza delle imprese italiane a ricorrere solo ai tradizionali contributi per finanziare investimenti che spesso restano incompiuti e che conducono in alcuni casi a situazioni di sovraindebitamento. La varietà e la disponibilità di schemi per l'accesso ai finanziamenti, invece, spingerebbero verso una minore dipendenza dalle sovvenzioni e educherebbero le imprese a un approccio più responsabile per essere bancabili.
Gli strumenti finanziari dovrebbero essere progettati tenendo conto delle esigenze dei diversi territori, ma le procedure di accesso, gestione e uso delle risorse dovrebbero essere standardizzate e semplificate. Al sostegno finanziario, inoltre, dovrebbe affiancarsi un supporto tecnico per migliorare le competenze degli operatori agricoli e favorire il ricambio generazionale nel settore.
Il report suggerisce anche di prevedere prodotti finanziari flessibili, con piani di rimborso progettati in base ai flussi di cassa delle imprese e la possibilità di usufruire di sospensioni temporanee dei pagamenti in caso di eventi esterni che ne riducano la liquidità.
Infine, previa valutazione ex ante, si potrebbe esplorare la possibilità di costituire degli equity fund dedicati al settore agricolo.
Aumentare il credito per le piccole imprese agroalimentari
L'agroalimentare è il principale settore manifatturiero italiano, con un valore della produzione pari a 113,7 miliardi di euro nel 2018, ma il calo della propensione agli investimenti registrato negli ultimi anni è in parte riconducibile, secondo il report, proprio al livello inadeguato del credito.
Il gap finanziario è stimato intorno agli 1,5 miliardi di euro e anche in questo caso si registra una carenza di personale e unità dedicati all'agrifood nei maggiori gruppi bancari italiani, che quindi non riescono a rispondere adeguatamente alla domanda di credito delle imprese.
Per il 90% il gap riguarda le piccole imprese, che temendo un rifiuto rinunciano a rivolgersi agli istituti di credito. La stessa tendenza si rileva tra le imprese giovanili e le startup, per l'assenza di una storia creditizia, ma anche tra le imprese del Mezzogiorno, considerate più rischiose per il contesto macroeconomico meno favorevole agli investimenti.
Gli strumenti finanziari del FEASR, raccomanda quindi il rapporto, dovrebbero essere utilizzati per aumentare l'integrazione nella catena del valore agroalimentare e per aumentare l'offerta di credito nelle Regioni del Centro-Sud. Incoraggiata la creazione di fondi di garanzia con condizioni di accesso favorevoli per giovani agricoltori e startup e la messa a disposizione di strumenti di capacity building tanto per le banche, che opererebbero come intermediari finanziari degli strumenti, quanto per i beneficiari dei finanziamenti. Anche per l'agrifood, infine, il report suggerisce di valutare l'istituzione di uno o più equity fund dedicati al settore.
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