Ok dal MASE al ponte energetico sottomarino Italia-Tunisia, gestito da Terna

 

Photo credit: ELMED ProjectIl Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha autorizzato, con decreto del 10 maggio, l’interconnessione elettrica tra Italia e Tunisia che contribuirà all’indipendenza energetica del nostro Paese e dell’Europa. L'opera infrastrutturale rientra nel quadro degli interventi previsti dal Piano Mattei e sarà realizzata da Terna e STEG, il gestore della rete tunisina.

Cosa prevede il Piano Mattei

Noto come progetto Elemed o collegamento sottomarino Tunisia-Italia (TUN.ITA), l'iniziativa ha ottenuto lo scorso 15 maggio l'autorizzazione da parte del MASE. Un risultato che, come ha spiegato il Ministro Gilberto Pichetto Fratin, "consentirà al Paese, in virtù della sua posizione geografica strategica, di rafforzare il ruolo di 'hub' elettrico in Europa e nell’area mediterranea, diventando protagonista a livello internazionale".

Oltre ad essere uno dei progetti del Piano Mattei, il 'ponte energetico' Italia-Tunisia è un’opera strategica per il sistema elettrico italiano nell'ambito degli obiettivi di transizione energetica fissati dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), in quanto mira a migliorare l’integrazione dei mercati dell’Unione Europea e dei Paesi Nord Africani.

L'opera, che ha raccolto a dicembre 2022 l’approvazione dell’UE e sul quale il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha portato a termine il procedimento autorizzativo lo scorso 15 maggio, è inserito nella lista dei Progetti di Interesse Comunitario (PCI) selezionati dalla Commissione Europea (coerentemente con quanto previsto dal Regolamento UE 347/2013).

Cosa prevede il corridoio energetico Italia-Tunisia di Terna?

Frutto dell’accordo intergovernativo Italia-Tunisia ratificato nel dicembre del 2021, il progetto prevede la realizzazione di un collegamento elettrico in corrente continua con una potenza di 600 MW, lungo circa 220 chilometri, di cui la maggior parte in cavo sottomarino, e con una profondità massima raggiunta di 800 metri lungo il Canale di Sicilia. 

Per quanto riguarda l’Italia, dall’approdo di Castelvetrano (TP) si arriverà alla costa grazie a un cavo interrato che percorrerà strade esistenti lasciando inalterati ambiente e paesaggio per 18 chilometri fino ad arrivare a Partanna (TP) dove sarà costruita una stazione di conversione da corrente continua in alternata nella stessa area della già esistente stazione elettrica. Dall’approdo italiano il cavo sottomarino raggiungerà la stazione elettrica in Tunisia che sarà realizzata a Mlaabi, nella penisola di Capo Bon.

Il budget per realizzare l'elettrodo che collegherà Italia e Tunisia ammonta a circa 850 milioni di euro, di cui 307 milioni saranno finanziati mediante il Connecting Europe Facility (CEF) Energia, il fondo europeo destinato allo sviluppo di progetti chiave che mirano al potenziamento delle infrastrutture energetiche comunitarie. È la prima volta che l’UE finanzia un progetto infrastrutturale sviluppato da uno Stato membro e da uno Stato terzo.

A questo passo ha fatto seguito a giugno 2023 l'approvazione da parte della Banca mondiale di un finanziamento pari a 268,4 milioni di dollari alla Tunisia per il progetto Elmed, in parte dedicato alla realizzazione della stazione di conversione (inclusa nel perimetro di progetto finanziato dal CEF) e in parte dedicato ai rinforzi interni di rete funzionali all’esercizio dell’interconnessione. L'iniziativa costituisce il primo pilastro della nuova partnership tra la Tunisia e la Banca mondiale,aprendo le porte a futuri investimenti e iniziative nel settore energetico.

Come già accennato, l'opera infrastrutturale sarà realizzato da Terna e dal gestore della rete elettrica tunisina STEG.

"Elmed è uno dei progetti più significativi del Piano Industriale 2024-2028 di Terna (...). Una volta in esercizio, l’opera darà un rilevante contributo al percorso di decarbonizzazione del sistema. In tal senso, le interconnessioni rappresentano uno strumento necessario per incrementare il livello di indipendenza energetica del nostro Paese e per diversificare le fonti di approvvigionamento energetico. L’Africa oggi rappresenta una terra di opportunità: investimenti, infrastrutture e trasferimento di competenze sono i fattori chiave per collaborazioni solide e durature”, ha dichiarato Giuseppina Di Foggia, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna.

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