Cop28: accordo per la transizione dai combustibili fossili
L’accordo trovato al termine della Cop28 non contiene più l’espressione “phase-out”, ovvero l’eliminazione graduale dei combustibili fossili, ma chiede di “transitare fuori dai combustibili fossili nei sistemi energetici”. Una conclusione positiva, secondo la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che rivendica il ruolo di primo piano svolto dall’Unione europea nella lotta ai cambiamenti climatici.
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“Accordo storico”, così l’ha definito il presidente della Cop28 Ahmed Al-Jaber. Per la prima volta, infatti, in un testo della conferenza sul clima è stata inclusa l’espressione “combustibili fossili”.
Non si parla però di “phase-out”, ovvero di eliminazione graduale di tali combustibili, ma di “transizione”.
L’accordo raggiunto a Dubai chiede sostanzialmente ai Paesi di allontanare rapidamente i sistemi energetici dai combustibili fossili in modo giusto e ordinato contribuendo allo sforzo di transizione globale e prevede due passaggi fondamentali: “transitare fuori dai combustibili fossili” ed accelerare “l’azione in questo decennio critico”.
“Accolgo con favore la conclusione positiva della conferenza delle Nazioni Unite sul clima”, ha dichiarato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, parlando di “una buona notizia per il mondo intero”.
In realtà, benché la menzione dei combustibili fossili rappresenti una conquista per l’UE, l’accordo finale è un successo a metà: l’Unione europea era infatti tra i 127 Paesi su 198 che aveva chiesto di parlare di “phase-out” dai combustibili fossili.
L'accordo prevede inoltre la riduzione delle emissioni globali del 43% entro il 2030, in linea con le indicazioni scientifiche, per cercare di mantenere la temperatura di 1,5 gradi Celsius.
Di "compromesso bilanciato e accettabile" ha parlato il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin. "Sulle fonti fossili - aggiunge il ministro - abbiamo cercato un punto di caduta più ambizioso, ma nell'intesa c'è un chiaro messaggio di accelerazione verso il loro progressivo abbandono, riconoscendone il ruolo transitorio: abbiamo per la prima volta un linguaggio comune sulla fuoruscita dai combustibili fossili, per le emissioni zero nette al 2050".
Al di là dell'accordo finale, l'Unione europea si era presentata a Dubai con una serie di proposte che si muovono nel segno della transizione alle energie rinnovabili e ha portato a casa alcuni risultati di rilievo.
La più importante conquista riguarda l'annuncio di investimenti per 2,3 miliardi di euro dal bilancio unionale nei prossimi due anni per sostenere la transizione energetica nei paesi del vicinato e in tutto il mondo.
Per farlo l’UE punta sul Global Renewables and Energy Efficiency Pledge, iniziativa proposta per la prima volta a aprile che fissa obiettivi globali per triplicare la capacità installata di energia rinnovabile fino ad almeno 11 teraWatt (TW) e raddoppiare il tasso di miglioramento dell’efficienza energetica globale da circa il 2% a una cifra annuale del 4%, entro il 2030.
L'impegno, cui hanno aderito più di 100 Paesi, è stato elaborato in stretta collaborazione dalla Commissione europea e dalla presidenza della Cop28, con il sostegno dell'Agenzia internazionale per l'energia (AIE) e dell'Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA) e lato europeo vi contribuirà attivamente la Banca europea per gli investimenti (BEI)
Un altro impegno globale siglato nel primo giorno della conferenza sul clima riguarda l'accordo sui dettagli operativi del fondo Loss and Damage, il fondo per le perdite e i danni varato l’anno scorso al vertice di Sharm El Shekh. “Stiamo dando al fondo Loss and Damage 100 milioni di euro per contribuire a raggiungere gli obiettivi di questa Cop28” ha dichiarato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni intervenendo alla Cop28. Altri 25 milioni di euro saranno resi immediatamente disponibili dal bilancio europeo per rendere operativo il fondo, come indicato in una nota di Bruxelles. Dal canto loro, gli Emirati Arabi stanzieranno 100 milioni di dollari.
Il 2 dicembre la Commissione europea ha poi annunciato un sostegno finanziario di 175 milioni di euro per ridurre le emissioni di metano. Con il Methane Finance Sprint UE e Stati membri hanno a disposizione fondi per accelerare l'azione dei governi, del settore e della società civile per ridurre le emissioni di questo gas in tutto il settore energetico, anche attraverso la rivoluzione dei dati sul metano con l'uso di nuovi satelliti.
Nello stesso giorno il vicepresidente esecutivo Maroš Šefčovič ha annunciato i primi due progetti europei che saranno sostenuti da UE-Catalyst, il partenariato varato nel 2021, in occasione della COP 26 di Glasgow, dalla Presidente Ursula von der Leyen, dal Presidente della Banca Europea per gli Investimenti Werner Hoyer e dal fondatore di Breakthrough Energy Catalyst Bill Gates, con l'obiettivo di sviluppare in Europa progetti su vasta scala nel settore delle tecnologie verdi e stimolare gli investimenti a favore delle tecnologie essenziali per il clima.
E sempre Šefčovič ha annunciato un contributo di Team Europe di 20 miliardi di euro all’Africa-EU Green Energy Initiative (AEGEI), l’iniziativa Africa-UE per l’energia verde che mira a sostenere lo sviluppo di almeno 50 Gigawatt di capacità di generazione di elettricità rinnovabile.
Anche la Banca europea per gli investimenti (BEI) era a Dubai per presentare, insieme ai partner globali, soluzioni tangibili per affrontare l'emergenza climatica e ambientale. Il 2 dicembre il Gruppo BEI ha annunciato una partnership con Mission Innovation, iniziativa di cooperazione multilaterale globale nata a Parigi nel 2015 e che comprende già una coalizione di 23 governi e la Commissione europea, il cui scopo primario è quello di accelerare i processi di innovazione delle tecnologie clean, sia in ambito pubblico che privato. Obiettivo della partnership è facilitare l’accesso ai finanziamenti per progetti innovativi in un’ampia gamma di settori e regioni geografiche.
Sempre a Dubai, BEI e altre banche multilaterali di sviluppo hanno pubblicato i principi comuni per identificare e monitorare i finanziamenti rispettosi della natura che mirano ad aumentare i finanziamenti nature-positive, integrando sistematicamente la componente “natura” nelle operazioni e negli investimenti delle BMS.