Relazione CTE 2023: Italia motore della convergenza, ma restano squilibri Nord-Sud

 

Relazione CTE 2023 - Foto di S. Hermann & F. Richter da Pixabay All'elevata partecipazione italiana ai progetti finanziati dai fondi europei per la cooperazione territoriale si accompagna un coinvolgimento ancora limitato del Mezzogiorno. E' quanto emerge dalla Relazione annuale sui Programmi della cooperazione territoriale europea (CTE) pubblicata dal Dipartimento per le politiche di coesione e per il Sud.

Fondi europei 2021-2027: transizione verde e digitale al centro della cooperazione territoriale in Europa

La Relazione CTE 2023 fa il punto sulla programmazione dei fondi europei 2014-2020 e sulle risorse 2021-2027 per la cooperazione territoriale, prendendo in considerazione i dati raccolti fino al 31 dicembre 2023.

Cooperazione territoriale europea: la partecipazione dell’Italia 

I risultati raggiunti nel periodo 2014-2020

Per il periodo 2014-2020, la dotazione finanziaria dei programmi CTE, ENI ed IPA II con partecipazione dell’Italia ammonta a circa 3 miliardi di euro.

Le risorse sono state destinate a 19 programmi, che nel corso del settennato hanno pubblicato 85 bandi (con l’eccezione dei programmi INTERACT III ed ESPON 2020 che non prevedono call for proposal) per il finanziamento di diverse tipologie di progetti: standard, strategici, integrati, di capitalizzazione, di piccole dimensioni e in risposta alle emergenze.

Bandi

I bandi hanno supportato la realizzazione di 1.779 progetti per un totale di oltre 2,7 milioni di euro, con il maggior numero di interventi finanziati a valere sui programmi: 

  • per la cooperazione transfrontaliera: Interreg Italia-Austria (171), Interreg Francia-Italia Alcotra (158), Interreg Italia-Francia Marittimo (129);
  • per la cooperazione transnazionale: Interreg MED (142) e Central Europe (138);
  • per la cooperazione interregionale: Interreg Europe (258).

Sul totale dei progetti finanziati, il 93% (1.657 progetti) conta la partecipazione di partner italiani, che nel 57% dei casi (946 progetti) ricoprono il ruolo di capofila. Nel dettaglio, i progetti hanno coinvolto 12.837 partner, che hanno dato vita a partenariati composti da una media di 8 soggetti.

Per quanto riguarda la distribuzione geografica dei progetti, dalla relazione emerge una maggiore partecipazione delle regioni del Nord Italia, i cui territori sono di fatto coinvolti di più nei programmi CTE rispetto alle regioni del Sud Italia. Da notare tuttavia che sul podio, oltre a due regioni settentrionali (Veneto e Friuli-Venzia Giulia), si colloca anche una Regione del Mezzogiorno (Puglia).

Regioni

Le risorse assegnate ai partner italiani per i progetti finanziati nel corso della programmazione 2014-2020 ammontano complessivamente a oltre 1,1 miliardi di euro, pari al 40% del totale delle risorse relative ai progetti finanziati. 

Analizzando la distribuzione a livello regionale delle risorse relative ai partner italiani, al primo posto si colloca la Puglia (133,5 milioni di euro), seguita da Piemonte (126,5 milioni di euro), Friuli Venezia Giulia (106,7 milioni di euro) e Veneto (98 milioni di euro).

A livello provinciale, è la provincia di Bari ad assorbire la maggior parte delle risorse (circa 99 milioni di euro pari al 8,91% del totale), grazie ai progetti strategici del programma Interreg Grecia-Italia che hanno un importo consistente e per i quali il beneficiario è la Regione Puglia, con sede a Bari. Seguono le province di Torino, con circa 69 milioni di euro (6,18%), Venezia con 59 milioni di euro (5,28%), Trieste con 52 milioni di euro (4,69%), Roma con circa 51 milioni di euro (4,54%) e Aosta con 50 milioni di euro (4,49%).

Le province con una bassa percentuale di risorse assegnate sono: Salerno, con 54mila euro, Fermo, con 62mila euro, e Rieti, con 65mila euro. Le province di Benevento, Frosinone, Cosenza, Crotone e Vibo-Valentia, invece, non partecipano a nessun progetto finanziato dalla CTE.

Le principali categorie di partner coinvolti nei progetti - sia in termini di partecipazione che di risorse assegnate - sono: enti pubblici territoriali e agenzie correlate (2.176 partecipazioni e 603 milioni di euro); servizi educativi, università, parchi scientifici e cluster tecnologici (1.133 partecipazioni e 278,8 milioni di euro). Seguono per partecipazione imprese e associazioni di categoria (699 partecipazioni e 134,6 milioni di euro), mentre si collocano all’ultimo posto banche, intermediari finanziari, fondi di investimento e finanziarie regionali (8 partecipazioni e 1,7 milioni di euro).

Da un punto di vista tematico, i finanziamenti si sono concentrati sui progetti relativi all'Obiettivo Tematico (OT) 6 – Ambiente ed uso efficiente, che ha assorbito la maggiore quota finanziaria (35%), seguito dall’OT 1 – Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione (22%) e dall’OT 4 – Economia a bassa emissione di carbonio (12%).

Seguono l’OT 3 – Promuovere la competitività delle PMI, l’OT 5 – Cambiamenti climatici e l’OT 7 – Promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete con percentuali intorno al 7%. Nella relazione si ricorda che nessun Programma CTE a partecipazione italiana ha selezionato l’OT 2 – Migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC).

Obiettivi tematici

Per quanto riguarda l'avanzamento finanziario (le risorse assegnate per i progetti finanziati e le spesa certificata dai Programmi CTE), alla data del 31 dicembre 2022, risulta che i programmi di cooperazione:

  • hanno allocato il 102% delle spese disponibili a valere sui propri piani finanziari e otto di essi hanno superato questa percentuale per effetto dell’overbooking;
  • hanno certificato il 59,72% delle risorse allocate, raggiungendo e superando il target di spesa N+3.

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CTE 2021-2027: a che punto siamo?

In continuità con il periodo precedente, nel settennato 2021-2027 l’Italia partecipa a 19 programmi di cooperazione che possono contare su uno stanziamento complessivo di 3,08 miliardi di euro.

Programmi CTE 2021-27

Al 31 dicembre 2023, i programmi Interreg hanno pubblicato 29 call for proposal (escludendo ESPON 2030 e Interact IV), di cui 20 concluse.

Si tratta prevalentemente di bandi per il finanziamento di progetti standard, cui si aggiungono: 

  • nel caso dei programmi Interreg Italia-Francia Marittimo, Italia-Slovenia, Francia-Italia Alcotra e IPA South Adriatic: bandi di capitalizzazione con l’obiettivo esplicito di capitalizzare le esperienze e gli output raggiunti dai progetti cofinanziati nella programmazione 2014-2020;
  • nel caso dei programmi Interreg Spazio Alpino, Italia-Croazia, Francia-Italia Alcotra, IPA South Adriatic: bandi per small project con l’obiettivo di finanziare progetti di volume finanziario modesto.

I programmi Interreg 2021-2027 a partecipazione italiana hanno finora finanziato complessivamente 624 progetti, con il maggior numero di progetti finanziati: 

  • per la cooperazione transfrontaliera: i programmi Interreg Italia-Croazia (76) e Italia-Slovenia (55);
  • per la cooperazione transnazionale: i programmi EuroMed (64) e Central Europe (53);
  • per la cooperazione interregionale: il programma Interreg Europe (150).

Progetti finanziati

La cooperazione transfrontaliera risulta avere un maggior numero progetti finanziati (300), seguita dalla cooperazione interregionale (180 progetti) e dalla cooperazione transnazionale (144 progetti).

Tra i 624 progetti finora finanziati, ben 549 (88%) vedono la partecipazione di partner italiani, che ricoprono il ruolo di capofila in 264 progetti. Nella relazione si specifica che "per attribuire significatività al dato, occorre concentrare l’attenzione esclusivamente sui progetti dei programmi di cooperazione transnazionale e interregionale, perché a differenza dei programmi transfrontalieri, la presenza di partner italiani nei partenariati non è vincolante".

In particolare, sui programmi EuroMed e Spazio Alpino il tasso di partecipazione italiana è pari al 100%. 

In termini di risorse impegnate, ai 624 progetti finanziati è andato poco più di un miliardo di euro, pari al 34% della dotazione finanziaria complessiva riferita ai 17 programmi in esame (escludendo ESPON 2030 e Interact IV).

Interreg Europe (239 milioni di euro) è il programma che ha assegnato la maggiore quota di risorse in valore assoluto, seguito da EuroMed (153 milioni di euro), Central Europe (124 milioni di euro), Interreg Italia-Croazia (120 milioni di euro), Interreg Francia-Italia Alcotra (81 milioni di euro) e Interreg Italia-Francia Marittimo (74 milioni di euro).

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Cosa migliorare nelle nuova programmazione? 

La cooperazione transfrontaliera rappresenta una possibile soluzione per sfuggire alla cosiddetta "trappola dello sviluppo", come ha ricordato la Commissione europea nella Nona Relazione sulla Coesione facendo riferimento ai divari territoriali che persistono tra le regioni europee.

Se, da un lato, si conferma il ruolo strategico della cooperazione territoriale europea come strumento per creare nuove comunità basate su interessi comuni, dall’altro, è anche vero che il potenziale delle regioni transfrontaliere non è ancora stato sfruttato pienamente.

In questo scenario, l’Italia - che rientra tra i paesi più attivi nella programmazione CTE - ha l’opportunità di fungere da "motorino di avviamento della macchina della convergenza, specie nelle aree separate dai confini nazionali".

Nella Relazione CTE 2023 vengono messi in evidenza gli aspetti della cooperazione territoriale europea che possono essere migliorati, a partire dagli squilibri territoriali, che vedono le Regioni del Nord Italia più coinvolte rispetto a quelle del Sud, con le sole eccezioni di Puglia e Sicilia.

Per invertire questa tendenza, che influisce negativamente sui processi di sviluppo del Mezzogiorno, è necessario intervenire con azioni mirate di informazione e comunicazione.

I partner italiani che aderiscono maggiormente ai progetti CTE continuano ad essere le amministrazioni pubbliche, in particolare regioni, altri enti locali ed università. Tuttavia, sono stati fatti passi in avanti per coinvolgere i partner privati, grazie all’evoluzione della normativa UE sugli aiuti di Stato e alla disponibilità del cofinanziamento nazionale nel periodo 2021-2027 a favore dei privati che partecipano ai progetti Interreg.

Per quanto riguarda la distribuzione tematica degli interventi finanziati, nel settennato 2014-2020 più del 50% dei progetti si è concentrato sugli Obiettivi Tematici Ambiente e Ricerca e Innovazione, mentre nel periodo 2021-2027 si può notare una migliore distribuzione a livello di obiettivi specifici che ingloba maggiormente i temi legati alle PMI, all’energia, all’economia circolare, alla mobilità, alla formazione, alla salute e alla governance. Sarà così possibile aumentare il ventaglio delle opportunità e degli ambiti in cui la cooperazione può essere di supporto ai processi di crescita delle regioni europee".

Occorre poi accrescere la capacità di comunicare i risultati raggiunti dai progetti CTE, adottando "soluzioni migliori nel 2021-2027, ma anche usando al meglio le azioni di chiusura dei programmi che si sono avviate a partire dal 2022".

Infine, dal punto di vista operativo, è necessario semplificare le procedure burocratiche, riducendo gli oneri amministrativi a carico delle strutture gestionali e dei beneficiari. “Si tratta di un'esigenza condivisa da tutta la Politica di Coesione, ma che per i programmi Interreg diventa ancora più sentita per le difficoltà aggiuntive legate al confronto tra sistemi amministrativi, linguistici e socio-economici di diversi Stati sia membri che extra UE".

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