Erasmus +: Veneto capofila progetto FITT! su apprendistato
Favorire l’inserimento lavorativo dei giovani con l’apprendistato. E’ questo l’obiettivo del progetto 'FITT! Forma il tuo futuro', cofinanziato dal programma Erasmus + e promosso dalla Regione Veneto insieme a Veneto Lavoro. Sergio Rosato, di Veneto Lavoro, illustra i punti cardine del progetto.
'FITT! Forma il tuo futuro' è stato selezionato dalla Commissione europea nell’ambito dell’Azione 3 ‘Supporto alle azioni di riforma delle politiche’ del bando EACEA/13/2014, nel quadro del programma Erasmus + per la formazione, l'istruzione, lo sport e il volontariato. Le risorse assegnate all'iniziativa ammontano a 299.577 euro.
Per due anni il progetto coinvolgerà la Regione Veneto, Veneto Lavoro, l'Istituto federale per la formazione professionale (BIBB) e l'Agenzia per la cooperazione internazionale GIZ in Germania.
In cosa consiste il progetto?
Il progetto è volto a strutturare e poi sperimentare percorsi di apprendistato, secondo modalità e standard europei, al fine di offrire ai giovani e alle imprese maggiori opportunità per essere competitivi. L’obiettivo strategico è quello di agire concretamente su una delle maggiori criticità del mercato del lavoro: la crescita professionale dei giovani e la buona occupazione. Il sistema duale di formazione e lavoro rappresenta un buon modello di riferimento, ma va calato nel contesto culturale ed economico della nostra regione e più in generale nel quadro della normativa italiana. Pertanto, con l’aiuto dei nostri partner tedeschi e coinvolgendo nel progetto gli attori locali (istituti ed enti di formazione, imprese, enti bilaterali, parti sociali) ci proponiamo di realizzare un modello concreto di ‘apprendistato per la qualifica e il diploma professionale’ e di sperimentarne la validità e l’efficacia.
Come siete venuti a conoscenza del bando Erasmus +?
Veneto Lavoro ha una lunga esperienza di partecipazione a bandi europei e ha realizzato in qualità di capofila o partner numerosi progetti sulle tematiche del mercato del lavoro. Per operare in questo campo, Veneto Lavoro si è dotato di una propria struttura di progettazione (Unità Progetti Speciali) ed ha aperto uno sportello presso la sede della Regione Veneto a Bruxelles. Pertanto non ci è sfuggito il bando pubblicato sul sito dell'Agenzia esecutiva che gestisce le diverse azioni del programma Erasmus + (EACEA), giudicato subito di grande attualità per l’enorme interesse che c’è nel nostro Paese sul tema dell’alternanza scuola lavoro e dell’apprendistato. Poiché il bando era dedicato solo alle autorità centrali abbiamo subito coinvolto il Dipartimento Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione e avviato gli opportuni contatti con il Ministero del Lavoro, ricevendo da entrambi una risposta molto positiva.
In quale azione del programma Erasmus + rientra il progetto?
Il progetto rientra nell’Azione 3 ‘Supporto alle azioni di riforma delle politiche’, nel cui ambito ogni anno l’Ue identifica delle priorità specifiche. L'apprendistato è uno strumento che l'Europa giudica vincente per la crescita e lo sviluppo professionale delle giovani generazioni. Inoltre è risaputo che in molti Paesi europei - come Germania, Austria, Olanda - l’apprendistato contribuisce molto a ridurre i tassi di disoccupazione giovanile e a prevenire forme di precariato e lavoro irregolare. Proprio con i nostri colleghi tedeschi che si occupano di formazione duale abbiamo costruito il progetto, allo scopo di promuovere questa tipologia di formazione. In particolare il progetto mira a promuovere l'apprendistato per le qualifiche e i diplomi professionali nei settori della ristorazione e dell’accoglienza turistica.
A quali benefici, economici e non, avete avuto accesso partecipando al bando?
Poiché si tratta di un progetto sperimentale il budget è contenuto (299.577 euro) e sarà utilizzato, insieme ai partner tedeschi, per una approfondita analisi comparata del sistema tedesco e del sistema veneto, per giungere alla costruzione di un modello innovativo, compatibile con la nostra legislazione e concretamente adottabile nel contesto economico della Regione. Al di là dell'aspetto economico, i benefici maggiori sono quelli di essere entrati, con il supporto del Ministero, in un contesto in cui ci si potrà confrontare con gli altri Paesi che hanno progetti approvati sul tema. L'Agenzia esecutiva della Commissione ha infatti previsto dei meccanismi di condivisione dei risultati fra i 10 progetti che sono stati approvati, quindi sicuramente avremo occasione di sfruttare positivamente le altre esperienze in corso.
Quali difficoltà avete incontrato nel partecipare al bando?
L’aspetto più problematico era legato alla necessità di compiere in tempi brevi i passi istituzionali per attivare la collaborazione tra Ministero e Regione, nonché il rapido coinvolgimento dei partner. In questo siamo stati molto avvantaggiati sia per l’impegno immediato garantito dal Ministero del lavoro e dal Dipartimento regionale, ma ancor più dalla preesistenza di un consolidato rapporto di collaborazione tra Veneto Lavoro e gli organismi tecnici tedeschi, partner del progetto. Pertanto è stato abbastanza agevole condividere obiettivi e azioni, sin dalla fase di progettazione. Tutto ciò ha reso abbastanza semplice redigere il progetto e trovare in ogni fase il ruolo e il compito più appropriato per ognuno dei partner.
Quali saranno le ricadute del progetto in Italia?
Da diversi anni è in corso un accesso dibattito in Italia sull’esigenza di migliorare i sistemi di istruzione e formazione, in particolare di quella tecnica, per facilitare l’entrata dei giovani nel mondo del lavoro, scommettendo molto sui percorsi di alternanza scuola lavoro e sul contratto di apprendistato. Da più parti si indica il modello tedesco come una possibile via di soluzione, ma pochi lo conoscono a fondo e ancor meno si interrogano sulle cause che ne rendono estremamente complicato il trasferimento. Per questa ragione il progetto prevede anzitutto un’accurata analisi di fattibilità, una seria ricostruzione delle condizioni di contesto, una sperimentazione concreta con aziende e scuole in Veneto, che verrà monitorata e valutata secondo degli standard di efficacia. Noi speriamo di avviare un processo virtuoso, che coinvolga innanzitutto i due attori che devono compiere il più rilevante sforzo di cambiamento, vale a dire le imprese, perché comprendano il valore di investire in un apprendistato di qualità, e le istituzioni formative, perché accettino la sfida dell’innovazione. Infine, è necessario che i giovani e le loro famiglie non guardino all'apprendistato come ad una soluzione di 'serie B' per entrare nel mercato del lavoro, ma come strumento per accrescere le loro competenze ed acquisire una professionalità di ottimo livello.
E’ di questi giorni la riforma del mercato del lavoro, il cosiddetto Jobs Act, che in qualche modo si rifà al modello del sistema duale per l'apprendistato, per cui possiamo dire che il nostro progetto anticipa alcuni aspetti che stanno a cuore anche a livello nazionale. Ci proponiamo, con il supporto sostanziale del Ministero del Lavoro, di portare i risultati del progetto a livello nazionale. Al termine della sperimentazione, realizzeremo una serie di incontri con le altre Regioni per dimostrare che quello che stiamo facendo avrà degli impatti positivi per tutti gli attori coinvolti, e per rafforzare la governance delle politiche per l'occupazione giovanile, la vera priorità nel Paese.
Photo credit: Idaho National Laboratory / Foter / CC BY
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