Fondo Progettazione CDP - domande ed erogazioni al ralenti
Il fondo dedicato alla progettazione di Cassa depositi e prestiti era in anticipo sui tempi, ma al momento è ampiamente sottoutilizzato
Appena 29 domande e otto soggetti beneficiari. Con un tasso di erogazione del capitale pari solo allo 0,22 per cento. E un livello di operazioni che, secondo le analisi della Corte dei Conti, è diminuito nel tempo “in maniera evidente”. Sono gli eloquenti dati che riguardano il Fondo rotativo per la progettazione di Cassa depositi e prestiti. Istituito nel 1996, con il passare degli anni è finito del dimenticatoio e, al giro di boa del 2014, risulta pochissimo utilizzato. Proprio mentre il Governo si affanna a creare altri strumenti simili per finanziare la progettazione di opere pubbliche. Un esempio che dimostra come spesso più che la disponibilità dei fondi manchi la capacità di utilizzare al massimo le piattaforme esistenti.
L'analisi della Corte dei conti
Stando all’ultima relazione della Corte dei conti, il fondo è stato istituito dalla Finanziaria del 1996 e “rappresenta uno strumento di attivazione della progettualità degli enti locali e territoriali, per incentivare la realizzazione di progetti effettivamente cantierabili, razionalizzando ed accelerando la spesa per investimenti delle amministrazioni”. In altre parole, si punta a sostenere la realizzazione di quegli elaborati per i quali gli enti sono pronti a partire.
Nel 1997 il Governo ha ampliato i soggetti beneficiari degli interventi, ammettendo alle anticipazioni, oltre alle Regioni, Province, Comuni e loro Consorzi e Comunità montane, anche i Consorzi di bonifica e di irrigazione, i Consorzi ai quali partecipano altri soggetti pubblici e privati oltre agli enti locali, le Società per la gestione dei servizi pubblici cui partecipano gli enti locali e le aziende speciali degli enti. Praticamente, ogni sorta di soggetto pubblico può accedere allo strumento.
Dotazione da 400 milioni
La dotazione del Fondo, al momento, è stabilita in 400 milioni di euro. Di questi, 120 milioni di euro sono dedicati alla messa in sicurezza degli edifici scolastici. La seconda quota da 168 milioni di euro riguarda le esigenze progettuali relative ad opere da realizzarsi nelle aree depresse del territorio nazionale. La terza quota, fino a 28 milioni di euro, è per le spese comprese nel programma infrastrutture strategiche della legge Obiettivo. L’ultima quota, da 84 milioni di euro, non ha una riserva di legge ma può essere indirizzata in maniera diversa a seconda dell’effettivo utilizzo delle quote riservate.
In anticipo sui tempi
Nella sostanza, quindi, si tratta di un plafond che guarda nella stessa direzione di altri fondi costituiti nell’ultimo periodo, come quello dedicato alla messa in sicurezza del territorio dall’Unità di missione per il contrasto al dissesto di Palazzo Chigi, inserito nel Collegato ambientale. Eppure, nonostante la grande componente innovativa di questa piattaforma, all’atto pratico non è stata utilizzata come avrebbe potuto.
I numeri della Corte dei conti dicono, infatti, che nel 2014 (ultimo dato disponibile) “le somme richieste a titolo di concessioni di anticipazioni sono notevolmente diminuite rispetto al 2013, mentre le erogazioni sono diminuite in modo meno evidente rispetto al precedente anno”. In ogni caso, come per il 2013, sia le concessioni di anticipazione che le erogazioni, si sono concentrate sulle quote dedicati alle aree depresse e alle destinazioni eccezionali e hanno riguardato prevalentemente il Mezzogiorno.
Le domande presentate
Nel dettaglio nel 2014 sono state presentate 29 domande per l'erogazione del finanziamento, con un grado di accoglimento del 100 per cento. I soggetti beneficiari dei finanziamenti (per i quali è stata effettuata nell'anno l'erogazione parziale o totale del finanziamento) sono stati otto, con un tempo medio di erogazione di otto giorni lavorativi dal ricevimento della documentazione completa. Numeri molto bassi, viste le potenzialità del Fondo. II tasso di erogazione del capitale rispetto alle somme disponibili è stato pari al 0,22 per cento.
Come accedere al fondo
Detto questo, comunque, il Fondo risulta attualmente attivo. Le modalità di accesso al plafond sono dettagliate nella circolare n. 1250 del 2003 di Cassa depositi e prestiti. Gli enti interessati dovranno inviare una domanda nella quale indicano le attività di progettazione da finanziare e lo stato di avanzamento degli elaborati esistenti. Inoltre, devono specificare a quale capitolo del Fondo intendono accedere e con quale tipologia di intervento. Una sezione è dedicata ai costi presunti e alle risorse necessarie per la realizzazione dell'intervento, una volta finanziato il progetto.
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