Rome Investment Forum - le prossime sfide del Piano Juncker
Risultati e prospettive del Piano Juncker sono stati discussi nel corso della seconda sessione del Rome Investment Forum 2016
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Rappresentanti del mondo assicurativo, bancario e delle istituzioni hanno partecipato alla seconda sessione del Rome Investment Forum 2016 promosso dalla FEFAB, dedicata alla finanza per lo sviluppo dell'innovazione e le infrastrutture.
Agli investimenti in infrastrutture potrebbero contribuire anche le imprese di assicurazione
Lo ha dichiarato la presidente dell’Associazione fra le imprese assicuratrici (ANIA) Maria Bianca Farina, riportando i risultati di un’indagine di Insurance Europe secondo cui in Italia le imprese del settore sono frenate dalla scarsità di progetti idonei verso cui indirizzare le proprie risorse.
In questo contesto il Piano Juncker rappresenta uno strumento importante per mobilitare risorse a lungo termine, ma la visibilità dei progetti sostenuti dal Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) risulta ancora insufficiente. Tra gli interventi che il Piano sostiene, ha spiegato la vicepresidente dell’intergruppo Investimenti a lungo termine e reindustrializzazione del Parlamento europeo Simona Bonafé, ci sono le infrastrutture intelligenti e le infrastrutture verdi, chiave di volta per la crescita e l’innovazione dell’economia europea.
Per rafforzare le iniziative sostenute dal Piano Juncker è necessario, da un lato, sviluppare interazioni con attori che conoscano il tessuto economico locale, come Cassa Depositi e Prestiti nel caso dell’Italia, dall’altro, adottare politiche fiscali omogenee in tutta l’Ue, completando l’Unione bancaria e consolidando l’Unione monetaria, ha aggiunto l'eurodeputata.
A livello europeo sono state riscontrate alcune differenze in merito agli investimenti infrastrutturali sostenuti dal FEIS, ha spiegato Lutz-Christian Funke, vice-presidente senior di Kreditanstalt für Wiederaufbau (KfW). La mitigazione del rischio offerta dal Fondo, infatti, non ha funzionato allo stesso modo nell’Unione, dato che in alcuni Paesi la prospettiva di investimenti a lungo termine rappresenta una sfida non indifferente per i potenziali investitori. Serve, quindi, una regolamentazione più stabile, insieme a un sostegno maggiore da parte dell’Ue nella gestione dei rischi.
Per quanto riguarda i progetti italiani sostenuti dal FEIS, ha commentato Fabio Pammolli, membro del comitato investimenti del FEIS, è stata riscontrata una “reliance esclusiva” sugli investimenti pubblici a fondo perduto, con una prevalenza di interventi di taglia ridotta. La qualità dei progetti italiani sostenuti dal Fondo, ha aggiunto, potrebbe però essere migliorata con un’adeguata combinazione di investimenti pubblici e privati.
Il Piano Juncker ha ricollocato gli investimenti in cima all’agenda Ue
ha detto Valeria Ronzitti, segretario generale del Centro Europeo delle imprese e delle organizzazioni che offrono servizi di interesse generale (CEEP). Restano però, alcuni limiti, tra cui gli investimenti ridotti in infrastrutture sociali e la scarsa innovatività delle infrastrutture fisiche, che potranno essere superati, nel quadro del potenziamento del FEIS, con maggiori addizionalità e un miglior coordinamento con altri strumenti di finanziamento europei, come Horizon 2020 e il Connecting Europe Facility.
Oltre al coordinamento con altri fondi europei, ha concluso Laurent Zylberberg di Caisse des Dépôts et Consignations (CDC), con il FEIS 2.0 dovrà anche migliorare la cooperazione tra gli attori interessati, con l’obiettivo di rendere l'attuazione del Piano Juncker più semplice e trasparente.
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