Rigenerazione urbana: ANCI-Confcommercio, opportunita' in Italia e Europa

 

Convegno Confcommercio-ANCI 24 luglio 2019 Roma - photo credit ConfcommercioPer agevolare l’accesso delle città ai fondi UE post 2020 è necessario agganciarli ai progetti di rigenerazione urbana. Con questo appello del presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia, Carlo Sangalli, si è aperto l’evento romano organizzato insieme all’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI).

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Nel corso della conferenza, che si è svolta presso la sede di Confcommercio, rappresentanti delle istituzioni e del mondo imprenditoriale si sono confrontati sul tema della rigenerazione urbana come leva per il rilancio socio-economico delle città.

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ANCI e Confcommercio per la rigenerazione urbana

Lo scorso aprile ANCI e Confcommercio hanno siglato un protocollo d’intesa per promuovere i processi di rigenerazione urbana con l’obiettivo di migliorare il benessere dei cittadini e rafforzare il tessuto imprenditoriale.

Il protocollo prevede tre ambiti tematici - sociale, ambientale ed economico - in cui le due associazioni si impegnano ad avviare interventi per sostenere i sistemi commerciali urbani e offrire alla popolazione servizi efficienti e di qualità. 

In questo contesto la rigenerazione urbana non deve essere intesa come produzione volta al consumo, bensì come recupero del passato con occhi nuovi, ha sottolineato Sangalli. Si tratta di una vera e propria rigenerazione umana, in cui l’innovazione gioca un ruolo chiave per migliorare la qualità della vita e dell’ambiente.

Affinché gli impegni previsti dal protocollo non rimangano solo sulla carta serve maggiore cooperazione tra le istituzioni e il sistema produttivo, ha ribadito Enzo Bianco, presidente del Consiglio Nazionale dell'ANCI. Il primo punto su cui lavorare è la gestione del fenomeno dell’urbanizzazione, che negli ultimi anni ha visto un forte spostamento della vita dal centro delle città alle periferie, senza strumenti giuridico-istituzionali adeguati per affrontare questo tipo di cambiamenti.

Per far rivivere i centri storici italiani occorrono azioni di rigenerazione che coinvolgano tanto le istituzioni quanto i sistemi imprenditoriali, ha proseguito Bianco, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico-culturale e di migliorare la qualità della vita di chi vive in città.

Nel suo intervento il presidente del Consiglio Nazionale dell'ANCI ha poi invitato Confcommercio ad aderire alla Carta di Agrigento, dal titolo ‘La cultura come veicolo di coesione’, documento siglato ad aprile da centinaia di Comuni italiani.

Il protocollo ANCI-Confcommercio è un buon punto di partenza per favorire l’integrazione tra diversi attori economici, ha sottolineato Massimo Garavaglia, viceministro dell’Economia e delle Finanze. Per sostenere la rigenerazione urbana il Governo intende non solo aggiornare le regole e i piani regolatori delle città, ma anche dare stabilità e continuità alle risorse destinate ai Comuni, come ad esempio il bando periferie, oltre ad avviare una riflessione sulla tassazione immobiliare, al momento troppo elevata.

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Fondi UE per la riqualificazione delle città

In Europa il livello di urbanizzazione è elevatissimo con oltre il 70% della popolazione che vive nelle città, ha ricordato l’eurodeputato Fabio Massimo Castaldo, sottolineando la necessità di finanziare nei centri urbani interventi olistici che coprano aspetti economici, sociali ed ambientali.

Per sostenere queste misure l’UE prevede, oltre alle risorse del Fondo europeo per lo sviluppo regionale (FESR), anche due programmi ad hoc per il rilancio delle città: URBACT e Urban Innovative Actions.

Il programma URBACT, con un budget di oltre 96,3 milioni di euro per il periodo di programmazione 2014-2020, facilita lo scambio di conoscenze e buone pratiche tra città, mentre l’iniziativa Urban Innovative Actions - grazie ad uno stanziamento di 371 milioni di euro - sostiene lo sviluppo urbano negli Stati membri attraverso il finanziamento di soluzioni innovative a favore delle città europee. 

Per la politica di coesione post 2020, ha proseguito Roberta Capuis, responsabile Settore Urbanistica e Rigenerazione Urbana, Confcommercio-Imprese per l’Italia, la Commissione UE ha proposto di ridurre da 11 a 5 gli obiettivi tematici:

  • Smarter Europe;
  • a Greener, carbon free Europe;
  • a more Connected Europe;
  • a more Social Europe;
  • a Europe closer to citizens.

Sul fronte della rigenerazione urbana questi obiettivi si tradurrano in varie azioni, volte a promuovere, ad esempio, soluzioni innovative per l’edilizia, città age-friendly, economia circolare, nuove tecnologie per le città smart (banda larga, smart grid, sistemi cloud, ecc), partenariati pubblico-privato (PPP) e processi partecipativi.

Tuttavia per cogliere le opportunità che i fondi europei offrono l’Italia deve cambiare approccio, ha evidenziato Alberto Marchiori, Incaricato per le Politiche UE di Confcommercio-Imprese per l’Italia. La ricerca spasmodica di finanziamenti, senza le necessarie capacità progettuali, serve a ben poco e si traduce in una perdita di risorse per le imprese, per le città e per i cittadini. 

La progettualità non nasce dal cassetto che viene aperto all’ultimo momento, ma da una collaborazione quotidiana tra diversi attori e dall’analisi dei bisogni e delle potenzialità dei territori, ha proseguito Antonella Galdi, vicesegretario Generale ANCI. 

I comuni non possono lavorare da soli, hanno bisogno di cooperare con chi fa impresa e crea valore all’interno del paese. Per questo motivo la creazione di PPP tra pubbliche amministrazioni e aziende è fondamentale per lo sviluppo di quelle sinergie necessarie ad affrontare le sfide del futuro.

Laboratorio nazionale per la rigenerazione urbana e buone pratiche

Tra le iniziative promosse da Confcommercio a sostegno dello sviluppo delle città c’è il Laboratorio nazionale per la rigenerazione urbana, luogo di confronto e diffusione di buone pratiche per mettere a sistema la capacità delle associazioni territoriali di Confcommercio, delle comunità e dei territori.

Nel 2018 il Laboratorio ha coinvolto diverse città italiane che, insieme ad esperti e imprese, si sono confrontate sul ruolo di innovazione, cultura, sport, turismo e riuso di spazi dismessi, quali leve di rigenerazione urbana. 

Presentando i risultati del Laboratorio 2018, la Capuis ha ricordato che città e imprese possono fare tanto le une per l’altra, sviluppando capacità attrattive e soluzioni condivise per prevenire il rischio dell’omologazione legato alla globalizzazione.

Durante l’evento sono state illustrate anche alcune delle buone pratiche di rigenerazione urbana adottate a Parma, Ancona e Senigallia. 

Lo scorso anno la città di Parma ha infatti approvato un piano strategico per il piccolo commercio per prevenire la chiusura delle attività commerciali di piccole dimensioni nel centro urbano, ha spiegato l’assessore alle Attività produttive, Cristiano Casa insieme a Claudio Franchini, direttore Ascom Parma Confcommercio-Imprese per l’Italia.

Recentemente è stata lanciata una delle azioni previste dal piano: un avviso pubblico, aperto fino a metà settembre, che permette alle nuove imprese e a quelle già costituite di accedere ad un contributo per l’avvio di nuove attività commerciali nelle strade del centro storico.

Ad Ancona, invece, è stato adottato un programma di rigenerazione della periferia, mentre a Senigallia è stato avviato un processo di riqualificazione del centro storico per allungare i flussi turistici stagionali della città, ha raccontato Massimiliano Polacco, direttore Confcommercio-Imprese per l’Italia Marche Centrali.

> Laboratorio nazionale per la rigenerazione urbana 2018

Photo credit: Confcommercio

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