Confcommercio - Micheli, come valorizzare i Digital Innovation Hub
C'è anche Confcommercio tra i soggetti che hanno partecipato alla consultazione pubblica sul nuovo programma Digital Europe per il periodo 2021-2027. Alessandro Micheli, Presidente di EDI Confcommercio, ci ha illustrato le proposte per rafforzare le misure previste dal programma, con particolare attenzione ai Digital Innovation Hub.
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Cosa sta facendo Confcommercio per sostenere la transizione digitale in Italia?
Confcommercio due anni fa ha lanciato il progetto EDI - Ecosistema Digitale dell’Innovazione, la rete dei digital innovation hub, riconosciuta dal Piano Nazionale Impresa 4.0 che oggi conta oltre 60 Sportelli Innovazione (Spin) distribuiti su tutto il territorio nazionale.
La nostra mission è affiancare le aziende lungo il percorso della trasformazione digitale, un percorso in cui sosteniamo le imprese in termini di visione, competenze e know how grazie a “strumenti” che possono variare in base al livello di maturità digitale e tecnologica, al settore e alla dimensione d’impresa con un occhio di riguardo per le PMI, i soggetti più vulnerabili rispetto alle dinamiche innescate dalla cosiddetta quarta rivoluzione industriale
La visione di EDI ruota attorno a tre elementi chiave: ecosistema, digitale e innovazione. Ecosistema in quanto EDI sviluppa processi virtuosi di collaborazione con i principali attori della trasformazione digitale a livello locale, nazionale e internazionale. Digitale in quanto digitali sono gli strumenti che EDI implementa per supportare processi di crescita sostenibile. Innovazione in quanto EDI promuove lo sviluppo di modelli di innovazione di prodotto, processo, servizio e di tipo organizzativo in una situazione diffusa di mancanza di competenze specifiche specialmente tra le PMI.
La prima grande sfida che abbiamo deciso di affrontare è quella culturale. Per questo abbiamo dato il via a una serie di programmi formativi gratuiti per diffondere le competenze digitali nel Paese. Il 14 novembre a Prato partirà SpintaDigitale, il programma di eventi, organizzato insieme ai nostri Sportelli Innovazione, che attraverserà tutto il paese per promuovere la trasformazione digitale. Con Facebook ed ANSA abbiamo avviato un programma che offre alle PMI la possibilità di imparare ad utilizzare in modo efficace i social media per migliorare il loro business, le prossime tappe saranno il 3 dicembre a Bari e l’11 dicembre a Padova. Inoltre da oltre un anno stiamo portando avanti EDITraining un percorso di capacity building rivolto ai nostri operatori di Confcommercio che lavorano a contatto con le imprese al fine di mantenere un alto livello di servizio ed assistenza.
L’altra sfida è colmare il gap tra domanda e offerta di innovazione. I nostri Sportelli Innovazione, diffusi capillarmente in quasi tutte le province italiane, sono il punto di accesso per le imprese alle soluzioni digitali. Lo sportello effettua gratuitamente una diagnosi dello stato di maturità tecnologica e digitale delle imprese e poi le indirizza verso le competenze o i servizi necessari. La rete EDI poi mette a disposizione un vero e proprio ecosistema di competenze, servizi e partner che permettono di rispondere alle specifiche esigenze delle imprese.
Inoltre EDI accompagna le imprese verso la frontiera tecnologica grazie agli accordi operativi con i Centri di competenza nazionali che ci permettono di promuovere un vero e proprio trasferimento tecnologico dal mondo della ricerca al mondo delle PMI attraverso seminari, visite aziendali, demo tour, ma anche la realizzazione congiunta di progetti di ricerca e innovazione.
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Quali sono le vostre proposte per il programma Digital Europe?
Confcommercio ha partecipato alla consultazione pubblica della Commissione europea proponendo di rafforzare le misure previste per la digitalizzazione delle imprese e quindi sottolineando il ruolo fondamentale dei Digital Innovation Hub nel programma Digital Europe per facilitare la partecipazione delle PMI alle iniziative. I primi due anni del programma prevedono l’istituzione e la selezione di una rete iniziale di Digital Innovation Hub europei e l'avviamento delle prime fasi dell'espansione di questa rete. In questo contesto Confcommercio ritiene opportuno che si tenga conto in fase di selezione delle specificità del sistema paese al fine di garantire una migliore attuazione del piano Digital Europe a livello locale.
Nel nostro paese, il Piano Nazionale Impresa 4.0 ha previsto specificatamente che i Digital Innovation Hub di interesse strategico nazionale fossero promossi da almeno una associazione di categoria maggiormente rappresentativa a livello nazionale proprio perché più efficaci, in quanto corpi intermedi, nell'intercettare le imprese sul territorio e accompagnarle nella transizione digitale, specialmente nel caso delle PMI. I Digital Innovation Hub italiani hanno una caratterizzazione tecnologica trasversale e sono promossi dalle associazioni di categoria, mentre in altri paesi europei molto spesso sono soggetti focalizzati su competenze tecnologiche verticali, più vicini alle mission delle università o dei centri di ricerca che li promuovono e quindi, in un certo modo, più distanti dal mondo dell’impresa.
Abbiamo proposto, pertanto, di valorizzare i Digital Innovation Hub: istituiti nell’ambito dei piani strategici nazionali (come i DIH e gli EDI nel caso del nostro paese); capaci di produrre maggiore impatto in termini di imprese raggiunte grazie a una presenza capillare sul territorio nazionale; in grado di promuovere progetti di filiera e aggregazioni pubblico-private e rendere scalabili le soluzioni proposte. Abbiamo proposto inoltre di puntare anche su Digital Innovation Hub in grado di promuovere un’offerta trasversale dal punto di vista tecnologico, con focus sulle piccole e medie imprese e con un orientamento volto a superare quella “valle della morte” che si interpone tra mondo della ricerca e dell’innovazione e mondo delle imprese, specialmente quelle di piccole dimensioni.
Consigli per le aziende italiane che vorranno cogliere appieno le opportunità di crescita e sviluppo offerte da Digital Europe?
Lo stato di salute delle aziende del nostro Paese non è dei migliori. Ci sono alcuni dati dai quali non possiamo prescindere e ai quali dobbiamo fare particolare attenzione. Nonostante timidi progressi in alcuni ambiti, siamo ancora nelle ultime posizioni della graduatoria europea del Digital Economy and Society Index (DESI) quanto a capacità del sistema paese e delle sue imprese di trarre vantaggio dall’innovazione digitale. Sul fronte del capitale umano e dell'integrazione delle tecnologie digitali da parte delle imprese ci collochiamo ben al di sotto della media europea, con un livello di competenze digitali molto basso e una evidente incapacità di sfruttare il potenziale offerto dalle tecnologie digitali.
Perfino le imprese più “mature” spesso confondono la trasformazione digitale con la digitalizzazione che, invece, rappresenta solo un elemento di un fenomeno molto più complesso che sta determinando cambiamenti radicali e strutturali nelle fondamenta della nostra società: sul business, sulle relazioni, su ogni aspetto della nostra vita. Nuovi modelli di business stanno rivoluzionando le catene del valore tradizionale e la struttura stessa delle imprese mettendo fuori mercato le aziende tradizionali e al tempo stesso rischiando di creare nuovi e pericolosi oligopoli. Si tratta di una vera e propria rivoluzione che impone a tutti gli attori un ripensamento del loro ruolo.
Se prima la domanda era “come posso sfruttare il digitale per migliorare ciò che faccio?” oggi diventa “quali sono diventati i miei obiettivi in una società ridisegnata dalla trasformazione digitale?”.
Per le imprese diventa prioritario accrescere la consapevolezza delle implicazioni di questa rivoluzione e attivarsi per coglierne le opportunità. E’ fondamentale sviluppare le competenze necessarie per restare competitive ed essere preparate per rispondere ai bandi quando usciranno le prime iniziative europee. Invitiamo pertanto le imprese a fare palestra in Italia sugli stessi fronti sui quali la Commissione lancerà le sfide a livello europeo. Per questo con EDI abbiamo realizzato un catalogo di progetti digitali, un insieme di buone pratiche a disposizione delle imprese presso i nostri sportelli per cogliere le opportunità in corso e prepararsi in vista delle future call europee.
Digital Europe prevede sinergie con altri programmi e fondi pubblici a livello nazionale ed europeo, compresi i fondi strutturali. Cosa significa questo per il sistema produttivo italiano? Quali ricadute avranno tali sinergie in termini di investimenti sul territorio nazionale?
Il sistema produttivo italiano non può che trarre vantaggio dalle sinergie tra programmi e fondi - pensiamo a programmi PON, POR, PNR, Piano Impresa 4.0, Horizon Europe e Digital Europe - dove per sinergie si intende la possibilità di coordinare gli sforzi su alcune priorità garantendo così un maggiore impatto e una maggiore efficacia degli interventi.
Le sinergie tra i diversi fondi permettono di moltiplicare gli investimenti in innovazione e il relativo impatto, associando e combinando diverse forme di sostegno all’innovazione (intesa come innovazione sociale, l’innovazione dei servizi, l’innovazione della progettazione, della creatività e del processo, l’innovazione nel luogo di lavoro, l’innovazione orientata all’utente, l’innovazione nel settore pubblico, ecc..) e alla competitività (promuovendo per esempio l’internazionalizzazione delle PMI).
Le sinergie consentirebbero un maggiore impatto sulla competitività, l’occupazione e la crescita del paese evitando frammentazioni e dispersione degli investimenti. Per favorire le sinergie è però fondamentale assicurare una governance coordinata tra i diversi enti che si occupano di innovazione e digitale. In tal senso auspichiamo maggiore chiarezza rispetto al ruolo che avranno il MIUR, il MISE e il Ministero per l’Innovazione.
Inoltre, per far sì che le sinergie possano produrre maggiore impatto sarà fondamentale semplificare le procedure e uniformare le regole di accesso agli strumenti mutuando gli standard e le migliori pratiche europee. Per Confcommercio è inoltre auspicabile la realizzazione di un’unica piattaforma informatica nazionale che consenta alle imprese di accedere a tutte le iniziative in materia di innovazione e digitale. Questo riteniamo che sarebbe un vero passo in avanti in un’ottica di semplificazione e attuazione delle sinergie a livello nazionale.
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