Piano Sud 2030: entro il 2021 appalti per oltre 33 miliardi

 

Piano Sud infrastrutture: Photocredit: marcelkessler da PixabayCura del ferro, connessione alle reti europee TEN-T e interventi su strade e autostrade. Ecco i punti principali per lo sviluppo infrastrutturale del sud, per i quali sono già pronti 33,5 miliardi di euro. L’obiettivo è quello di bandire le gare entro il 2021.

Piano Sud 2030: investimenti, infrastrutture, innovazione e giovani

Il progressivo calo degli investimenti infrastrutturali al Sud in questi anni ha contribuito pesantemente al deficit di competitività dell'intero sistema produttivo italiano. Il Rapporto SACE-SIMEST 2018, ad esempio, stima che il gap di qualità logistica dell’Italia rispetto alla Germania ci costa 70 miliardi di euro di mancato export.

Piano Sud 2030, le giuste procedure per realizzarlo

Un “freno” allo sviluppo complessivo del Paese che non possiamo più permetterci e su cui il Governo adesso intende correre ai ripari, stanziando 33,5 miliardi di euro per la realizzazione di appalti da affidare entro il 2021.

Ma gli investimenti riguarderanno anche le “infrastrutture sociali” dove il divario tra Nord e Sud è altrettanto marcato. Su questo fronte i soldi saranno usati per investimenti nella sanità, per l’ampliamento degli asili nido e per misure a sostegno degli affitti

Piano Sud: Un Sud connesso e inclusivo - Le prime azioni

Le tre priorità di intervento

Dall’analisi dei divari infrastrutturali “materiali” emergono tre grandi priorità, la cui rilevanza riguarda l’intero Paese, ma con particolare intensità le aree meno sviluppate: 

  • La riduzione della distanza temporale fra le ripartizioni territoriali del Paese, potenziando la rete ferroviaria e velocizzando i servizi; 
  • Il miglioramento della mobilità interna al Mezzogiorno, con particolare riferimento al Trasporto Pubblico Locale
  • Il sostegno alle filiere logistiche territoriali, con particolare riferimento all'intermodalità delle merci in uscita e in entrata dai porti (cd. “ultimo miglio” di collegamento dei porti alle reti ferroviarie, logistica e intermodalità).

Per la cura del ferro si punta sull’alta velocità

Dei 33,5 miliardi di euro destinati ad appalti da affidare entro il 2021, 27,5 miliardi saranno destinati alle infrastrutture ferroviarie, con particolare riguardo alla Linea AV-AC Salerno-Reggio Calabria:

  • Su quest’opera che ha un costo di oltre 3 miliardi di milioni di euro, nei prossimi due anni l’attenzione sarà incentrata sugli interventi avviati e sulla prosecuzione della tratta Battipaglia–Reggio Calabria; 
  • Per la velocizzazione della linea, inoltre, si prevedono nuovi finanziamenti per circa 2,5 miliardi di euro che andranno ad integrare il Contratto Istituzionale di Sviluppo Salerno-Reggio Calabria.

La Linea AV-AC Napoli-Bari - che ha un costo di oltre 5,7 miliardi di euro - è composta da otto interventi funzionali, di cui alcuni già affidati. Le opere appaltabili entro il 2021 sono le seguenti: 

  • Tratta Hirpinia– Orsara, galleria di valico, costo dell’opera 1.535 milioni di euro, gara pubblicata ad aprile del 2020 e affidamento entro il 2020; 
  • Tratta Orsara-Bovino, costo dell’opera 560 milioni di euro, gara pubblicata a marzo del 2020 e affidamento entro il 2020. 

Infine la Linea Messina–Catania dove si punta al raddoppio Giampilieri-Fiumefreddo (costo dell’opera 2,3 miliardi di euro). Attualmente è in fase di completamento l’iter di approvazione della progettazione definitiva, mentre nel 2020 è prevista la gara per le opere principali.

“Ma - si legge nel Piano - non basta infittire e ammodernare le reti: occorre concentrare le risorse sul miglioramento e sull’accessibilità dei servizi per i cittadini”. Per questo, prosegue il Piano, “è allo studio la misura “AV bonus”, nella logica del “ferro bonus”, che garantisca treni con servizi di AV, anche nelle tratte non servite, nella prospettiva dell’Alta Velocità di Rete”.

Piano Sud: 33,5 miliardi per le infrastrutture

5 miliardi per strade e autostrade

Complessivamente gli investimenti stradali da affidare entro il 2021 ammontano a 5 miliardi di euro e, dopo il capitolo “ferrovie”, costituiscono la parte più consistente degli interventi da realizzare con i 33,5 miliardi di euro già in pancia al MIT. La restante parte dei fondi sarà destinata a interventi per la rete idrica (360 milioni) e per opere nell’edilizia (600 milioni).

Scendendo nel dettaglio delle opere per il miglioramento della rete viaria, i principali interventi, oltre all’avvio di nuove opere, riguardano la manutenzione programmata, l’ammodernamento, l’adeguamento e la messa in sicurezza delle seguenti tratte:

  • Collegamento viario Ragusa-Catania (costo dell’opera 754 milioni di euro); 
  • Strada statale 106 jonica (megalotto 3, costo dell’opera 1.335 milioni di euro; inizio lavori entro marzo 2020); 
  • Strada statale 121 catanese (tratto Palermo A19, rotatoria Bolognetta, costo dell’opera 355 milioni di euro; appaltabilità 2021); 
  • Strada statale 268 del Vesuvio (costo dell’opera 184 milioni di euro; appaltabilità 2021); 
  • Strada statale 17 dell’Appennino abruzzese ed appulo-sannitico (costo dell’opera 130 milioni di euro; appaltabilità 2021); 
  • Strada statale 16 adriatica (variante BA26, tronco Bari-Mola di Bari, costo dell’opera 250 milioni di euro; appaltabilità aggiornata al 2021); 
  • Raccordo autostradale 02 Salerno-Avellino (costo dell’opera 232 milioni di euro; appaltabilità 2021).

Ma sul capitolo “strade”, il Governo punta ad affrontare anche l’emergenza dalla “viabilità secondaria”. Per l’attuazione, il Piano fa riferimento alla Legge di bilancio 2020 che prevede il finanziamento di programmi straordinari di manutenzione della rete viaria di province e città metropolitane (incrementato di 50 milioni di euro per il 2020, 100 milioni di euro per il 2021 e 250 milioni di euro annui dal 2022 al 2034).

“Secondo questo modello - specifica il Piano - le Province e le Città metropolitane dovranno certificare l’avvenuta realizzazione degli interventi entro il 31 ottobre successivo all’anno di riferimento, con conseguente riassegnazione delle risorse in caso di mancata o parziale realizzazione. L’obiettivo è, pertanto, rafforzare l’attuazione del modello nazionale per la realizzazione di interventi sulla viabilità secondaria nel Sud, anche finanziando con ulteriori risorse, sulla base dei fabbisogni, la progettazione e la realizzazione di opere eventualmente escluse dal riparto”.

> Piano Sud 2030: le misure dedicate ai giovani e alla formazione

Infrastrutture sociali: investimenti in sanità, nidi e una misura per gli affitti

L’altra faccia della “connettività” tra il Nord e il Sud del Paese passa per le infrastrutture sociali. Bastano pochi dati, infatti, per tracciare l’identikit di un’Italia divisa in due che anche sul fronte del welfare e dei servizi alle persone.

L’area in cui i cittadini del sud scontano il maggior divario rispetto alla qualità della vita delle regioni del centro nord è quella sanitaria. “I dati sulla mobilità ospedaliera interregionale sono la fotografia più chiara delle carenze del sistema ospedaliero meridionale, soprattutto in alcuni specifici campi di specializzazione, e della lunghezza dei tempi di attesa per i ricoveri”, si legge nel Piano.

Ma passi in avanti vanno fatti anche sul fronte dei servizi per la prima infanzia e sul capitolo dell’emergenza abitativa.

Sul fronte degli “asili nido”, si punta ad ampliare e migliorare l’offerta e la qualità dei servizi di cura e socio-educativi per la prima infanzia, al fine di: rafforzare il percorso di apprendimento scolastico dei bambini, consentire la conciliazione dei tempi di vita casa-lavoro, aumentare la partecipazione attiva al mercato del lavoro delle donne meridionali. A tal fine il Governo ha identificato quattro linee di intervento:

  • La costruzione, ristrutturazione e messa in sicurezza di asili nido e scuole per l’infanzia; 
  • Il sostegno all’ampliamento dell’offerta attraverso le diverse forme di inquadramento e partenariato pubblico-privato; 
  • Il sostegno alla domanda attraverso voucher e buoni servizio; 
  • Il sostegno alle “sezioni primavera”. 

Sul capitolo dell’emergenza abitativa per cittadini e lavoratori svantaggiati, invece, il Piano Sud intende fornire supporto economico ed assistenza alle persone che si trovino in situazioni di emergenza abitativa nelle otto regioni del Mezzogiorno (inclusi i braccianti di origine straniera vittime del “caporalato”). In tale contesto, si prevedono finanziamenti a:

  • Proprietari e affittuari di abitazioni che si trovano in difficoltà in relazione al pagamento di rate di mutuo o di canoni di locazione; 
  • Soggetti colpiti da uno sfratto per “morosità incolpevole”; 
  • Soggetti appartenenti a categorie svantaggiate alla ricerca di una casa in locazione (tra cui i lavoratori stagionali); 
  • Proprietari di case e affittuari che necessitano di urgenti interventi di riqualificazione igienico-sanitaria ed energetica.

La misura sarà attuata tramite la costituzione di un apposito Fondo di garanzia con risorse FSC. Più nello specifico il fondo sarà oggetto di una convenzione con l’Ente Nazionale di Microcredito, che si avvarrà degli accordi già esistenti con istituti bancari per l’erogazione dei finanziamenti di microcredito sociale (volti a favorire l’inclusione abitativa) e che avranno le seguenti caratteristiche:

  • Importo massimo di 10.000 euro;
  • Assenza di richiesta di garanzie reali.

Gli investimenti nella sanità del Sud

Sul fronte dell'assistenza sanitaria e del diritto alla salute, il Piano Sud ha identificato due priorità.

La prima è il miglioramento dei presidi sanitari nelle aree meno servite del Mezzogiorno, tramite la realizzazione nei prossimi tre anni di “Case della salute”. In poche parole il Governo mira ad ampliare l’offerta dei servizi sanitari e socio-sanitari di prossimità, attraverso la realizzazione all’interno delle “Case della Salute”:

  • Del servizio di ambulatorio infermieristico;
  • Di ambulatori per la gestione integrata delle principali patologie croniche.

In tal modo si andrà a ridurre il numero di accessi impropri al pronto soccorso, ma anche quello dei ricoveri impropri e delle liste d’attesa. 

La seconda priorità è il rinnovo della dotazione tecnologica degli ospedali del Sud, per ridurre i costi e migliorare la qualità dei servizi sanitari. In particolare si punterà:

  • Sullo sviluppo e l’implementazione della Smart System Integration (sostenendo la robotica assistiva e riabilitativa, la domotica e l’Home Building Automation, l’e-Health & e-Care);
  • Sugli interventi di adeguamento tecnologico a cominciare da Tac, mammografi, RMN, angiografi, robot chirurgici, gamma camera, PET/TAC.

> Piano Sud 2030: le misure per rinnovabili ed economia circolare

Photocredit: marcelkessler da Pixabay

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