Coronavirus: ABI e ANCI insieme per assicurare piu’ liquidita’ ai Comuni
Per Regioni e Enti locali colpiti dalla sospensione di tributi e tasse e dalla gestione straordinaria della pandemia, alle misure previste dal Dl Cura Italia, si aggiunge l’intesa ABI- ANCI che garantisce maggiore liquidità alle casse comunali in sofferenza.
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Tra i soggetti che stanno subendo conseguenze negative causate dal Coronavirus non ci sono solo le imprese, i lavoratori e le famiglie.
In difficoltà, infatti, si ritrovano anche Enti locali e Regioni che si ritrovano a gestire una crisi senza precedenti in cui è indispensabile aumentare i servizi ai cittadini, ma con meno soldi in cassa, dopo che il Governo ha stabilito di sospendere il pagamento di molte tasse e tributi per venire incontro alle difficoltà di imprese e famiglie.
Adesso per sostenere gli Enti locali, oltre alle misure già varate con il Cura Italia e con le risorse per buoni alimentari e anticipi del Fondo di solidarietà comunale, scende in campo anche l'Associazione bancaria italiana (ABI).
L’accordo ABI - ANCI
Il 7 aprile le banche e l’Associazione dei comuni italiani (ANCI) hanno firmato un accordo che garantisce maggiore liquidità nelle casse comunali. Grazie all’intesa, infatti, è stata stabilita la sospensione per un anno della quota capitale dei mutui sottoscritti da Comuni e Province.
Più nel dettaglio l’accordo prevede:
- La possibile sospensione per 12 mesi del pagamento della quota capitale delle rate dei mutui in scadenza nel 2020;
- Che non siano modificate le condizioni economiche previste contrattualmente (il tasso di interesse al quale viene realizzata l’operazione di sospensione è quello originariamente previsto nel contratto e le banche aderenti non applicheranno alcuna commissione all’operazione di sospensione);
- Che gli interessi maturati nel periodo di sospensione siano corrisposti alla banca alle scadenze contrattualmente previste;
- Che al termine del periodo di sospensione, la banca estenda la durata del piano di ammortamento originario di 12 mesi.
In questo modo gli enti più vicini ai cittadini potranno contare su più risorse per sostenere le maggiori spese conseguenti gli effetti indotti dalla diffusione del Coronavirus.
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Sace assicura i fornitori esteri di beni acquistati dalle Regioni per l'emergenza
Il Decreto Cura Italia (dl 18/2020) prevede una serie di misure anche a loro supporto. L’obiettivo è quello di garantire la prosecuzione dell’attività amministrativa di questi enti, evitando che eventuali riduzioni delle entrate a causa dello stop a tassi e tributi possa portare ad un blocco della loro attività e dell’erogazione dei servizi alla cittadinanza.
Tra le prime misure figura l'intervento di SACE. Per assistere le Regioni nell'acquisto di beni destinati ad affrontare l’emergenza Coronavirus presso fornitori esteri, il Decreto Cura Italia ha previsto l'intervento della società del Gruppo CDP.
All’art. 59, infatti, è stabilito che Sace è autorizzata a rilasciare garanzie e coperture assicurative, a condizioni di mercato e beneficianti della garanzia dello Stato, in favore di fornitori esteri per la vendita alle Regioni di beni inerenti la gestione dell'emergenza sanitaria per il COVID-19.
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Smart working: per gli acquisti di tecnologie non servono le gare
Per accelerare il passaggio delle amministrazioni a modalità di smart working, il Governo ha stabilito la possibilità, fino al 31 dicembre 2020, di acquistare beni e servizi informatici (preferibilmente basati sul modello cloud SaaS) nonché servizi di connettività, mediante procedura negoziata senza pubblicazione di un bando di gara.
La selezione del fornitore dovrà avvenire, però, tra una rosa di minimo quattro operatori economici, di cui almeno una start up o un PMI innovativa.
Il contratto potrà essere stipulato previa acquisizione di una autocertificazione dell’impresa selezionata, che attesti:
- Il possesso dei requisiti generali, finanziari e tecnici;
- La regolarità del DURC;
- L’assenza di motivi di esclusione secondo segnalazioni rilevabili dal Casellario Informatico di Anac.
In ogni caso, prima di siglare il contratto, dovrà essere controllato il rispetto delle prescrizioni antimafia.
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Contratti pubblici: cosa succede in caso di inadempimenti a causa delle misure di contenimento dell’epidemia?
Con l’Art. 91 il Decreto Cura Italia interviene in materia di ritardi o inadempienze contrattuali, causate dall’adozione di misure di contenimento del virus.
La norma infatti stabilisce che, nell’accertare l'eventuale responsabilità del debitore, debbano essere sempre considerate le circostanze che hanno imposto l’adozione di misure di contenimento, anche relativamente all’applicazione di eventuali decadenze o penali connesse a ritardati o omessi adempimenti.
Aumento delle anticipazioni FSC
Per sostenere gli interventi finanziati con risorse del Fondo sviluppo e coesione (FSC) 2014-2020 nell’ambito dei Piani Operativi delle Amministrazioni Centrali e dei Patti per lo sviluppo, le anticipazioni finanziarie possono essere richieste nella misura del 20% delle risorse assegnate ai singoli interventi, qualora questi ultimi siano dotati:
- Nel caso di interventi infrastrutturali, di progetto esecutivo approvato;
- Nel caso di interventi a favore delle imprese, di provvedimento di attribuzione del finanziamento.
Restano esclusi gli interventi di competenza di ANAS e di Rete ferroviaria italiana.
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Stop ai procedimenti amministrativi
Per quei procedimenti amministrativi (su istanza di parte o d’ufficio) pendenti alla data del 23 febbraio 2020 (o iniziati dopo) il Governo ha stabilito che, ai fini del computo dei termini per il loro svolgimento, non si terrà conto del periodo compreso tra il 23 febbraio e il 15 aprile 2020.
In ogni caso il Decreto richiede l'adozione, da parte delle PA, di ogni misura organizzativa idonea ad assicurare comunque la ragionevole durata e la celere conclusione dei procedimenti, con priorità per quelli da urgenti, anche sulla base di motivate istanze degli interessati.
Viene anche prorogata al 15 giugno 2020 la validità di tutti quei certificati, attestati, permessi, concessioni, autorizzazioni e atti abilitativi che scadevano tra il 31 gennaio e il 15 aprile 2020.
PA: rinviate le scadenze per l’adozione di rendiconti e bilanci
Con l’obiettivo di alleggerire i carichi amministrativi di enti ed organismi pubblici alle prese con l’emergenza Coronavirus, il Decreto Cura Italia ha stabilito la dilazione degli adempimenti e delle scadenze relative all’adozione dei rendiconti o dei bilanci d’esercizio relativi all’esercizio 2019 ordinariamente fissato al 30 aprile 2020 che slittano:
- Al 30 giugno 2020, per gli enti e gli organismi pubblici diversi dalle società destinatari delle disposizioni del decreto legislativo 31 maggio 2011, n. 91. Di conseguenza, per gli enti o organismi pubblici vigilati (i cui rendiconti o bilanci di esercizio sono sottoposti ad approvazione da parte dell’amministrazione vigilante competente) il termine di approvazione di rendiconti o bilanci relativi all’esercizio 2019 - ordinariamente fissato al 30 giugno 2020 - slitta al 30 settembre 2020;
- Al 31 maggio 2020, per gli enti e i loro organismi strumentali destinatari delle disposizioni del titolo primo del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118. Per le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano sono rinviati al 31 maggio 2020 e al 30 settembre 2020 i termini per l’approvazione del rendiconto 2019 rispettivamente da parte della Giunta e del Consiglio.
Tra gli altri slittamenti troviamo:
- Il termine per la determinazione delle tariffe della Tari e della Tari corrispettivo che scala al 30 giugno 2020;
- Il termine per la deliberazione del Documento unico di programmazione (di cui all’articolo 170, comma 1, del DL 267- 2000) che è differito al 30 settembre 2020;
Tutte le proroghe sono contenute nell’articolo 107 del Decreto Cura Italia.
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Regioni e enti locali: via libera all’utilizzo degli avanzi per l’emergenza COVID-19
All’Art. 109 il Governo ha stabilito la possibilità di utilizzare la quota libera dell’avanzo di amministrazione, per finanziare le spese correnti connesse con l’emergenza in corso, da parte di Regioni e province autonome.
Stessa decisione è stata presa per gli enti locali che si trovano a dover affrontare la crisi Coronavirus.
Stop al pagamento della quota capitale dei mutui e prestiti per Regioni e Enti locali
Per evitare di gravare ulteriormente sulle casse impoverite di regioni e enti locali, il Decreto Cura Italia ha stabilito la sospensione del pagamento delle quote di capitale, in scadenza nell’anno 2020, dei prestiti concessi dal MEF e/o da CDP.
Il risparmio di spesa così generato, potrà essere impiegato per:
- Rilanciare l’economia e sostenere i settori economici colpiti dalla crisi, nel caso delle Regioni;
- Finanziare interventi utili a far fronte all’emergenza COVID-19, nel caso degli enti locali.
Per consentire la sospensione dei mutui, le risorse stanziate nel Decreto ammontano rispettivamente a 4,3 milioni (e a 338,9 milioni in termini di saldo netto da finanziare) nel caso delle Regioni e a 276,5 milioni nel 2020, nel caso degli enti locali.
Rinvio di scadenze e adempimenti relativi alle comunicazioni sui rifiuti
Considerando la situazione organizzativa complessa in cui vertono le pubbliche amministrazioni a causa dell'emergenza generata dal Coronavirus, il Decreto ha stabilito anche di prorogare al 30 giugno 2020 i termini di:
- Presentazione del modello unico di dichiarazione ambientale (MUD);
- Presentazione della comunicazione annuale dei dati relativi alle pile e accumulatori immessi sul mercato nazionale nell'anno precedente, nonché trasmissione dei dati relativi alla raccolta ed al riciclaggio dei rifiuti di pile ed accumulatori portatili, industriali e per veicoli;
- Versamento del diritto annuale di iscrizione all’Albo nazionale gestori ambientali.
Un Fondo per sanificare le sedi di Province e Comuni
Considerando il livello di esposizione al rischio di contagio da COVID-19 connesso allo svolgimento dei compiti istituzionali, è stato istituito un Fondo da 70 milioni di euro per il 2020, con cui finanziare le spese di sanificazione e disinfezione degli uffici, degli ambienti e dei mezzi di province, città metropolitane e comuni.
Il Fondo è destinato per 65 milioni ai comuni e per 5 milioni alle province e città metropolitane.
Le risorse del Fondo saranno ripartite con un decreto del Ministero dell’interno da adottarsi entro 30 giorni dalla data di pubblicazione del Decreto Cura Italia, tenendo conto della popolazione residente e del numero dei casi di contagio accertati da COVID-19.
Proroga dei termini per opere di efficientamento energetico dei piccoli comuni
Il terzultimo articolo del Decreto Cura Italia contiene, infine, una serie di disposizioni su tematiche diverse.
Al comma 1, infatti, l’Art. 125 stabilisce la proroga di sei mesi dei termini per la procedura di concessione e l’avvio dei progetti di efficientamento energetico e di sviluppo territoriale sostenibile per i Comuni con meno di mille abitanti.
L’articolo, infatti, intervenire su quanto previsto dal DL 34-2019 (il c.d. Decreto Crescita) all’art. 30 (comma 14 bis) che imponeva ai piccoli Comuni - quelli con meno di mille abitanti - di iniziare gli interventi di efficientamento energetico entro il 15 maggio, per non perdere il contributo attribuito.
Nei successivi commi, invece, l’Art. 125 interviene su altre materie tra cui:
- Le assicurazioni private per le famiglie;
- L’intervento del medico o del perito legale per la valutazione del danno a cose o persone.
Infine l'ultimo comma prevede un intervento a sostegno del credito alle imprese da parte di Unioncamere.
> Consulta il Decreto Cura Italia n. 18 del 17 marzo 2020
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