Legge di bilancio 2025: le misure per gli enti locali tra nuovi fondi e tagli

 

Foto di Markus Spiske da UnsplashAnche quest’anno la legge di bilancio (legge 207/2024) mette mano a una serie di fondi a sostegno degli investimenti e del funzionamento degli Enti locali, prevedendo sia il rifinanziamento di strumenti esistenti, sia il varo di nuovi. La Manovra 2025, però, dispone anche dei definanziamenti o addirittura la soppressione di alcuni fondi per gli Enti locali. Tagli a cui - auspica l'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) - bisognerà rispondere con il ripristino di almeno una parte dei fondi decurtati.

Guida alla Legge di bilancio 2025

E’ questo, in sostanza, il contributo della Legge di Bilancio 2025 all’assetto finanziario degli Enti locali. Nella Manovra 2025 si trovano infatti sia il rifinanziamento di fondi esistenti - come il Fondo per la legalità e la tutela degli amministratori locali vittime di atti intimidatori - sia l’istituzione di fondi nuovi, come nel caso degli stanziamenti destinati al rinnovo del parco autobus per il trasporto pubblico locale e regionale, sia tagli.

Di seguito riportiamo le principali novità per gli Enti locali e il parere espresso da ANCI in occasione del Webinar “Legge di bilancio 2025: le principali novità per Comuni e Città Metropolitane”. 

Fondi agli Enti locali per rinnovo parco autobus

Tra i nuovi fondi varati dalla Legge di Bilancio 2025 figura anzitutto la possibilità per le regioni e le città metropolitane italiane di utilizzare fino al 25% delle risorse assegnate al Piano strategico nazionale della mobilità sostenibile istituito nel 2017 per l’acquisto di autobus extraurbani alimentati a diesel o ibridi, purché conformi alla normativa Euro più recente. In particolare, la misura mira ad accelerare il rinnovo dei mezzi di trasporto pubblico con tecnologie più sostenibili rispetto ai veicoli precedenti alla classe Euro 6. Oltre ai veicoli diesel e ibridi, le risorse potranno essere destinate all’acquisto di autobus alimentati a metano e alla realizzazione delle infrastrutture necessarie al loro funzionamento.

Con un budget di 250 milioni di euro l’anno fino al 2033, il Piano strategico nazionale della mobilità sostenibile si affianca ad altre iniziative, come il PNRR (che stanzia 2,4 miliardi per mezzi a combustibile sostenibile) e il Fondo mezzi, che sostiene l’acquisto, la riqualificazione o il noleggio di veicoli a basse emissioni.

Risorse per minori e servizi sociali

Un’altra importante misura prevista dalla Manovra 2025 è l’istituzione di un Fondo con una dotazione di 100 milioni di euro annui per il triennio 2025-2027, destinato a sostenere i Comuni nelle spese per l’assistenza ai minori allontanati dalla casa familiare con provvedimenti dell’autorità giudiziaria. In particolare, il Fondo è riservato ai Comuni in cui le spese sociali legate alle sentenze della giustizia minorile superano il 3% del fabbisogno standard monetario per la funzione sociale. Tale soglia, inizialmente fissata al 10%, è stata abbassata durante l’esame parlamentare per ampliare la platea dei beneficiari. La ripartizione delle risorse, prevista entro il 31 marzo di ogni anno, sarà disciplinata da un decreto del Ministero dell’Interno, di concerto con il MEF, previa intesa nella Conferenza Stato-Città. Particolare attenzione sarà data ai piccoli Comuni e a quelli con elevate spese per l’esecuzione delle sentenze minorili.

In manovra anche un Fondo straordinario per il rafforzamento dei servizi sociali, che prevede una dotazione di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026, istituito nello stato di previsione del Ministero dell’Interno per supportare i piccoli Comuni montani (con una popolazione non superiore a 3.000 abitanti) in difficoltà finanziaria. Altri requisiti dei Comuni per accedere alle risorse del Fondo, oltre al numero di abitanti, sono la presenza di una riduzione della popolazione superiore al 5% tra il 2011 e il 2023, l’appartenenza alla categoria di Comuni totalmente montani (secondo l’elenco ISTAT basato sulla legge 991/1952) e la condizione di dissesto o procedura di riequilibrio finanziario pluriennale. 

Finanziamenti per immobili confiscati 

Tra le novità della Manovra 2025, anche nuove disposizioni a favore dei Comuni capoluogo di città metropolitane della Regione siciliana, in particolare per la gestione dei beni immobili confiscati alla criminalità, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio in mano agli Enti locali sottratto alla criminalità. I contributi previsti ammontano a un un milione di euro per ciascuno degli anni 2026 e 2027 (il costo dell’investimento è finanziato tramite una riduzione del fondo destinato ad altri interventi strutturali di politica economica) e sono destinati ai soli Comuni capoluogo della Sicilia che si trovano in una procedura di riequilibrio finanziario pluriennale (nota anche come “predissesto”).

In particolare, la Legge di bilancio prevede che, entro il 31 dicembre 2025, i Comuni in predissesto abbiano sottoscritto un accordo con il governo centrale per il risanamento finanziario. Accordo che stabilisce misure concrete per il ripiano del disavanzo e il rilancio degli investimenti pubblici, che possono includere misure come l’incremento dell’addizionale IRPEF, la valorizzazione del patrimonio comunale, la razionalizzazione della spesa e l’uso di fondi nazionali e comunitari per gli investimenti. L’importo da attribuire a ciascun Comune verrà stabilito da un decreto del Ministero dell’Interno, di concerto con il MEF, entro il 31 gennaio 2026. 

I finanziamenti agli Enti locali per la rigenerazione urbana

Sempre in tema nuovi provvedimenti, la Manovra introduce modifiche alle norme relative ai finanziamenti destinati ai Comuni per interventi di messa in sicurezza degli edifici, del territorio e per progetti di rigenerazione urbana, revocando gli investimenti previsti laddove non siano rispettati i termini per l’affidamento dei lavori. Queste modifiche puntano a garantire che le risorse siano impiegate tempestivamente per interventi di sicurezza e rigenerazione, promuovendo l'efficienza e la riduzione di ritardi nei progetti pubblici.

Iniezione di risorse per fondi già destinati agli Enti locali

Altre disposizioni della Manovra 2025 riguardano l’incremento o il rifinanziamento di alcuni importanti fondi preesistenti destinati agli Enti locali.

Anzitutto, la Legge di bilancio 2025 stabilisce un incremento pari a 10 milioni di euro annui per il 2025 e 2026 del fondo destinato al finanziamento di interventi infrastrutturali urgenti, istituito presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT). Il fondo, originariamente previsto dalla Legge di bilancio 2024 con una dotazione di 7,5 milioni di euro l’anno fino al 2026, sostiene progetti di riqualificazione, ristrutturazione, ammodernamento e ampliamento di strutture pubbliche, con l’obiettivo di promuovere il riequilibrio socioeconomico e lo sviluppo territoriale. L’incremento è stato deciso in risposta all’elevata domanda di finanziamenti da parte dei Comuni. Per quanto riguarda i criteri di assegnazione e l’utilizzo del fondo, che verranno definiti con decreto del MIT in concerto con il MEF, essi prevedranno l’identificazione degli interventi tramite un Codice Unico di Progetto (CUP) e un cronoprogramma. Le risorse aggiuntive saranno coperte tramite la riduzione di fondi destinati ad altri interventi infrastrutturali previsti dalla Legge di bilancio 2018.

Un incremento delle risorse a disposizione interessa anche il Fondo nazionale TPL (trasporto pubblico locale), che riceverà altri 120 milioni di euro nel 2025, mantenendo però i criteri di riparto già applicati dal 2020 al 2024, che saranno contenuti in un decreto del MIT la cui pubblicazione è prevista per il 30 giugno 2025. I nuovi criteri, invece, verranno applicati dal 2026. Nel dettaglio, l'incremento di 120 milioni sarà ripartito proporzionalmente tra le Regioni che, in base al principio dei costi standard, presentano percentuali di accesso al Fondo superiori a quelle del 2020. Con le nuove risorse, la dotazione complessiva del Fondo nel 2025 ammonterà a circa 5,2 miliardi di euro.

Un altro strumento che riceverà maggiori risorse è il Fondo di solidarietà comunale (FSC): la Legge di bilancio 2025 tenta di correggere le distorsioni nel riparto tra i Comuni, derivanti dall’avanzamento del sistema di perequazione (basato sulla differenza tra fabbisogni standard e capacità fiscali, che ha creato disparità nella distribuzione delle risorse a discapito in particolare dei Comuni più piccoli). Nel dettaglio, per il 2025 è istituito un fondo aggiuntivo di 56 milioni di euro, mentre gli incrementi strutturali del FSC partiranno dal 2026 e saranno così suddivisi fino all’anno 2030:

  • 112 milioni nel 2026;
  • 168 milioni nel 2027;
  • 224 milioni nel 2028;
  • 280 milioni nel 2029;
  • 306 milioni circa dal 2030.

Con questi incrementi, la dotazione del Fondo supererà i 6,8 miliardi di euro nel 2026 e si attesterà progressivamente a 8,9 miliardi di euro annui dal 2031.

Più risorse sono previste dalla Manovra 2025 anche per il Fondo per la legalità e per la tutela degli amministratori locali vittime di atti intimidatori e per il Contributo per le funzioni fondamentali di province e città metropolitane.

Il primo, istituito dal Governo nel 2022, sarà incrementato con 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026, mentre per il 2027 la dotazione rimarrà stabile a 1 milione di euro. L’obiettivo principale di questa misura è sostenere gli Enti locali nel promuovere la legalità e nel risarcire i danni patrimoniali subiti da amministratori locali vittime di intimidazioni legate all'esercizio delle loro funzioni istituzionali. La ripartizione del fondo sarà regolata da un decreto del Ministro dell’Interno, in concerto con il Ministro dell’Istruzione e con il MEF, previa consultazione della Conferenza Stato-città ed autonomie locali.

Per il Contributo per le funzioni fondamentali di province e città metropolitane, invece, l'aumento ammonta a 50 milioni di euro annui, dal 2025 al 2030. In questo caso, le risorse saranno ripartite tra i due comparti in base ai fabbisogni standard e alle capacità fiscali, con un decreto del Ministero dell'Interno, in collaborazione con il MEF, da adottare entro marzo 2025. In particolare, il contributo aumenta di 36,7 milioni di euro per le province e di 13,3 milioni per le città metropolitane, risorse che si aggiungono ai finanziamenti già previsti dalla Legge di bilancio 2021, e si basa su una ripartizione stabilita dai fabbisogni standard e dalle capacità fiscali, secondo la metodologia approvata nel 2022. Nel triennio 2025-2027, i due fondi vedranno quindi stanziamenti complessivi più elevati: il fondo per le province raggiungerà 1,2 miliardi di euro nel 2025, mentre quello per le città metropolitane arriverà a 324,7 milioni nello stesso anno.

Da sottolineare anche l’estensione per il biennio 2025-2026 dei criteri di premialità per determinare il parametro di virtuosità delle Regioni a statuto ordinario. Tale parametro, applicato dal 2011, premia le Regioni più virtuose in termini di contenimento della spesa pubblica e rispetto degli obblighi di finanza pubblica, distribuendo una quota premiale pari al 10% dei trasferimenti erariali destinati al federalismo amministrativo. La Legge di Bilancio 2025 prevede anche l’istituzione di un tavolo tecnico presso il MEF per adeguare i criteri di virtuosità alle nuove regole di governance europea (operative dal 2027).

Infine, tra i provvedimenti previsti dalla nuova Manovra, gli interventi infrastrutturali per i Comuni costieri di Calabria e Sicilia, con una popolazione inferiore a 50mila abitanti e capoluoghi di provincia. Per il biennio 2026-2027 sono previsti 1 milione di euro per ciascun anno. Gli interventi si concentreranno sulla messa in sicurezza di ponti e viadotti, lavori su edifici pubblici, in particolare scuole e asili nido, e sul potenziamento delle infrastrutture idriche.

I tagli della Legge di bilancio 2025 ai fondi per gli Enti locali 

Come anticipato, la Manovra 2025 prevede anche dei definanziamenti a discapito degli Enti locali.

Tra questi, la riduzione dello stanziamento del Fondo per la strategia di mobilità sostenibile per l’anno 2029, che vedrà un bilancio ridotto di 114,8 milioni di euro, portando la dotazione della misura da 200 milioni a 85,2 milioni di euro. Il Fondo, istituito nel 2022, sostiene interventi mirati alla lotta al cambiamento climatico e alla riduzione delle emissioni, in linea con gli obiettivi europei del pacchetto Fit for 55, che punta a una riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030 e alla neutralità carbonica entro il 2050. 

Un ridimensionamento interesserà anche i programmi di manutenzione della viabilità stradale (a livello regionale, provinciale e metropolitano), con una riduzione complessiva di 1,4 miliardi di euro nel periodo 2029-2036. In particolare i fondi previsti dalla Legge di bilancio 2022 per la manutenzione straordinaria, l’adeguamento funzionale e la resilienza climatica delle strade, vedranno una decurtazione complessiva di 642,3 milioni di euro tra il 2030 e il 2036.  Gli stanziamenti della Legge di bilancio 2018 per la manutenzione della rete viaria provinciale e metropolitana perderanno invece 748,1 milioni di euro tra il 2029 e il 2034. Ad essere particolarmente colpite dai tagli potrebbero essere le Regioni Sardegna e Sicilia, attualmente impegnate in programmi straordinari di manutenzione e adeguamento della rete viaria, dato che presentano caratteristiche specifiche di fragilità per esigenze logistiche e per frequenti fenomeni di dissesto idrogeologico. 

Altri tagli riguardano gli investimenti destinati agli Enti locali per gli investimenti in opere pubbliche, in particolare per la messa in sicurezza degli edifici comunali. In dettaglio, la Legge prevede una riduzione di 200 milioni di euro per ogni anno dal 2028 al 2030, per un totale di 600 milioni, relativi ai contributi per la messa in sicurezza di edifici e territorio, come previsto dalla legge n. 145 del 2018. La Manovra, inoltre, accorcia il periodo di assegnazione dei contributi alle Regioni a statuto ordinario per i progetti di messa in sicurezza, fissando la scadenza al 2026, invece del 2034. Le riduzioni previste riguardano anche i contributi per gli anni successivi: dal 2027 al 2034 si stima un taglio complessivo di 2,3 miliardi di euro.

A ciò si aggiunge la riduzione (di 200 milioni di euro annui dal 2027 al 2030) dei contributi ai Comuni per gli investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale. Ridimensionato anche il Fondo denominato “Programma innovativo nazionale per la qualità dell'abitare”, da cui verranno detratti 268 milioni di euro tra il 2029 e il 2033. 

Tra i tagli anche l’abrogazione del Fondo per gli investimenti a favore dei Comuni, istituito dalla Legge di bilancio 2020. Questo fondo, originariamente dotato di 4 miliardi di euro per il periodo 2025-2034, aveva subito già diversi tagli negli anni scorsi. Definanziato, inoltre, il Fondo per la manutenzione delle opere pubbliche degli Enti locali sciolti per infiltrazioni mafiose, con una riduzione di 5 milioni di euro annui a partire dal 2025, così come il Fondo per la progettazione degli Enti locali. Ridotti anche gli stanziamenti per le ciclovie turistiche (per un totale complessivo di circa 31,9 milioni di euro distribuiti tra gli anni 2029 e 2033). 

Infine, la Legge di bilancio 2025 prevede anche una significativa riduzione delle risorse destinate al Fondo per la progettazione di fattibilità delle infrastrutture e degli insediamenti prioritari per lo sviluppo del Paese, istituito dalla legge n. 232/2016. Nel dettaglio, la dotazione 2025 di 43,8 milioni di euro è stata ridotta a 23,8 milioni, mentre per il 2026 e il 2027 l'intero stanziamento di 30 e 23 milioni di euro è stato eliminato. Le risorse per gli anni successivi (2028-2032), invece, saranno ridotte progressivamente, con un taglio totale di circa 370 milioni di euro nel periodo 2025-2032.

ANCI: tagli per contenimento finanza pubblica, ma auspicabili interventi di ripristino dei fondi

I tagli della Legge di Bilancio 2025 con impatti sugli Enti locali sono legati a un contesto di complessivo contenimento della finanza pubblica, dato che l’Italia è assoggettata a un nuovo Piano Strutturale di Bilancio concordato lo scorso novembre con Bruxelles.

E’ questa la prima osservazione espressa dal Segretario Generale ANCI Veronica Nicotra, durante il webinar “Legge di bilancio 2025: le principali novità per Comuni e Città Metropolitane”, organizzato dall’Associazione il 10 gennaio. “Le nuove regole del Piano Strutturale di Bilancio, infatti”, sottolinea Nicotra, “prevedono un forte controllo e monitoraggio della spesa primaria corrente delle PA come parametro fondamentale per garantire il rispetto dei vincoli UE. Ed è proprio per questo che i maggiori impatti negativi della Manovra 2025 sugli Enti locali riguardano in particolare la spesa corrente”. In base alla nuova finanziaria, infatti, la spesa corrente verrà ridotta per 1,35 miliardi tra il 2025 e il 2029. Un taglio che si aggiunge alla decurtazione già prevista dalla Manovra 2024, pari a 300 milioni di euro. 

I tagli della Manovra 2025 alla spesa corrente, secondo Andrea Ferri, Responsabile Finanza Locale ANCI, sono diversi da quelli degli anni scorsi, tanto che Ferri parla di una “nuova generazione” di contrazioni. “Gli 8 miliardi di tagli alla spesa corrente dello scorso decennio colpivano contributi strutturali riconosciuti agli Enti locali da parte dello Stato. Quelli del 2025, invece, si contrassegnano come una riallocazione funzionale delle risorse disponibili”, sostiene Ferri. 

In pratica, le decurtazioni si basano su una logica di “accantonamento obbligatorio”, come spiegato anche da Giuseppe Ferraina, Responsabile Area Sistema informativo, Perequazione e Regole finanziarie del Dipartimento Finanza Locale IFEL. In sostanza, per ciascuno degli anni dal 2025 al 2029, gli Enti iscrivono un apposito fondo, nella Missione 20- fondi e accantonamenti della parte corrente di ogni esercizio del bilancio di previsione, di importo pari al contributo annuo dovuto alla finanza pubblica.

Con riferimento al bilancio di previsione 2025-2027, questo fondo dovrà essere accantonato entro 30 giorni dal riparto dei contributi alla finanza pubblica, mediante variazione di bilancio approvata con apposito atto del Consiglio. La costituzione del fondo, sul quale non sarà possibile disporre impegni, è finanziata attraverso le risorse di parte corrente disponibili nel bilancio di previsione. In base a tale logica, alla fine di ciascun esercizio: 

  • per gli Enti in condizione di disavanzo, gli accantonamenti concorreranno al ripiano anticipato del disavanzo di amministrazione;
  • per gli Enti con avanzo disponibile pari a zero o positivo, gli accantonamenti confluiranno nel risultato di amministrazione in quanto destinati al finanziamento di investimenti, anche indiretti, da utilizzare prioritariamente rispetto alla contrazione di nuovo debito. 

Per quanto concerne, invece, le riduzioni di fondi destinati al finanziamento di investimenti dei Comuni (tagli in conto capitale), come evidenziato da Ferraina, la Manovra 2025 stabilisce riduzioni per circa 3,2 miliardi di euro nel quinquennio 2025-2029, di cui 350,4 milioni riferiti al 2025. A questi tagli, che riguardano tutte le principali linee di intervento, si aggiungono decurtazioni ulteriori pari a 5 miliardi di euro nel periodo 2030-2037, per un totale complessivo di 8,2 miliardi. 

Panoramica dei tagli ai contributi agli investimenti per i Comuni (2025-2037)

Fonte: ANCI, 10 gennaio 2025.

“Il rischio di queste riduzioni o azzeramenti è che concorrano alla perdita di fiducia nella capacità di programmazione degli investimenti dei Comuni. Questi tagli non possono essere risolti con la logica degli accantonamenti, che tutt’al più può essere utilizzata dai Comuni in condizione di avanzo, ma non è sostenibile per quelli in disavanzo”, spiega Ferraina. Secondo l’esperto, quindi, in futuro è necessario prevedere interventi di ripristino delle linee azzerate o ridotte, o almeno di una parte

Infine, un’altra criticità ricordata da Nicotra nel corso dell’evento - che riguarda gli Enti locali ma che può essere estesa a più contesti - è legata ai ritardi da parte dei Ministeri nei pagamenti delle spese per il PNRR, che ha posto diversi Comuni in una condizione di crisi di liquidità. Una difficoltà legata però ad una buona notizia, quella della pubblicazione in Gazzetta lo scorso 4 gennaio del “decreto pagamenti” del MEF, che punta ad accelerare i pagamenti del Piano. Un risultato che è stato raggiunto anche grazie al dialogo che ANCI ha condotto da subito con il governo rispetto a questo tema. 

Consulta il testo della Legge di bilancio 2025 (legge n. 207 del 30 dicembre 2024)

Per continuare a leggere gli articoli inserisci la tua...
o

Questo sito web utilizza i cookie! Acconsenti ai nostri cookie, se continui ad utilizzare questo sito web.