Ok del CIPE a riprogrammazione fondi UE: 10,4 miliardi per crisi Covid-19
Via libera del CIPE a una serie di accordi per la riprogrammazione dei fondi strutturali europei dei POR e dei PON attraverso il contributo del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC). Un'operazione che sblocca 10,4 miliardi di euro per finanziare misure collegate all'emergenza Covid-19.
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Le deliberazioni approvate dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) riguardano un primo blocco degli accordi siglati dal Ministero del Sud con le amministrazioni responsabili dei Programmi operativi nazionali e regionali cofinanziati dai fondi strutturali europei (fondi SIE) per rendicontare sui PON e sui POR spese sostenute per il contrasto al Covid.
Dalle spese sanitarie alle borse di studio per gli universitari, passando per il finanziamento del Fondo di garanzia PMI e degli ammortizzatori sociali, attraverso la riprogrammazione dei POR e dei PON il Governo ha indirizzato i finanziamenti del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e del Fondo sociale europeo (FSE) su una serie di interventi urgenti, riprogrammando la mole più grande di risorse a livello europeo: 10,4 miliardi di euro, di cui 5,4 miliardi a valere sui Programmi operativi nazionali e 5 miliardi dai Programmi operativi regionali.
La riprogrammazione è stata resa possibile dalla flessibilità concessa dalla Commissione UE per utilizzare i fondi europei della Politica di Coesione in chiave antiCovid, recepita in Italia attraverso il decreto Rilancio, che ha disposto la possibilità di utilizzare le risorse dei fondi SIE e del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) per finanziare misure di contrasto all’emergenza.
Politica di Coesione flessibile per superare la crisi Covid
Con i due Regolamenti (UE) 2020/460 e 2020/558 la Commissione ha previsto ampi margini di flessibilità nella gestione della Politica di Coesione, permettendo di riorientare le risorse programmate verso nuovi interventi diventati necessari alla luce dell'emergenza sanitaria, economica e sociale dettata dal Covid. Con le nuove regole sono state introdotte procedure semplificate per trasferire le risorse all'interno dei Programmi operativi FESR e FSE o da un Fondo all'altro e per modificare i POR e i PON anche superando i vincoli di concentrazione tematica, oltre a prevedere il cofinanziamento al 100% da parte dei fondi UE.
“Per entità, dimensione finanziaria ed effettiva semplificazione procedurale si tratta della più importante riforma della Politica di Coesione degli ultimi dieci anni”, si legge in una nota del Ministero per il Sud, che ha gestito la riprogrammazione, sulla base del lavoro preparatorio condotto dal Dipartimento delle Politiche di coesione, dall’Agenzia per la coesione territoriale e dalle Autorità di gestione.
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Le scelte del Governo italiano
Due le priorità che hanno guidato gli accordi tra il Ministero per il Sud, i ministri titolari dei PON e i governatori regionali responsabili dei POR: da una parte, la necessità di mobilitare il maggior numero di risorse per rispondere all'emergenza sanitaria, economica e sociale, concentrando i fondi su poche misure orizzontali efficaci e di semplice rendicontabilità; dall'altra, l'esigenza di rispondere alle specifiche priorità locali determinate dall'emergenza Covid-19 evitando di disperdere le risorse su interventi a pioggia o particolaristici. Il tutto, rispettando i principi alla base della Politica di Coesione, quindi la salvaguardia degli interventi già previsti e il mantenimento del vincolo di destinazione territoriale delle risorse.
Un lavoro che finora ha condotto alla riprogrammazione di 10,4 miliardi di euro, tra fondi strutturali europei e cofinanziamento nazionale, ma che secondo il Ministero potrebbe andare oltre, intervenendo su alcuni Programmi nazionali e regionali, ad esempio quelli della Sicilia e della Sardegna, che presentano ancora margini di intervento.
La riprogrammazione dei PON
In base ai dati aggiornati al 23 luglio, il lavoro di riprogrammazione dei PON, condiviso con i Ministeri titolari di Piani operativi nazionali (Interno, Cultura, Scuola, Ricerca, Sviluppo economico, Trasporti, Lavoro), anche grazie al contributo delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione (FSE), ha permesso di destinare a interventi urgenti 5 miliardi e 433,8 milioni di euro.
Oltre agli 1,4 miliardi del PON Imprese, a titolarità del MISE, il Fondo centrale di garanzia per le PMI è stato rifinanziato con 279,3 milioni del PON Infrastrutture e Reti, gestito dal MIT.
Tra le operazioni più significative c'è quella concordata con il MIUR, che ha riprogrammato 730,9 milioni del PON Scuola, tra fondi strutturali e cofinanziamento nazionale, a favore di interventi connessi all'emergenza Covid-19, tra cui l’esonero dalle tasse universitarie, le spese per l’adeguamento dei plessi universitari e l’acquisizione di nuove attrezzature.
L'Agenzia della Coesione, invece, ha riprogrammato, rispettivamente, 653,4 milioni del PON Metro e 593 milioni del PON Governance soprattutto per interventi in ambito sociale e sanitario.
La riprogrammazione dei POR
Nel caso dei POR la riprogrammazione è stata negoziata con le Regioni, ma sulla base di linee guida nazionali condivise, in parte per rispondere a esigenze specifiche, in parte per concorrere a misure nazionali, per la parte di cui hanno beneficiato i rispettivi territori.
Cinque le linee guida individuate a livello nazionale, con la possibilità di finanziare gli interventi al 100% con i fondi UE:
- Emergenza sanitaria, quindi le spese sostenute da Centrali di committenza nazionali e regionali per l’acquisto di apparecchiature e materiali sanitari, ma anche le assunzioni di personale dipendente del Servizio Sanitario Nazionale e il rafforzamento di reti e presidi territoriali per la salute;
- Istruzione e formazione, ad esempio per l'acquisto di beni e attrezzature per gli istituti e per gli studenti per l'accesso alla didattica a distanza;
- Attività economiche, dal finanziamento di sezioni regionali del Fondo di garanzia alle sovvenzioni a fondo perduto a favore delle imprese e dei lavoratori autonomi;
- Lavoro, in primis per il finanziamento degli ammortizzatori sociali e degli strumenti di conciliazione fra lavoro, formazione e cura dei minori;
- Sociale, per interventi quali gli aiuti alimentari e i servizi di sostegno per le persone in condizione di fragilità e le fasce sociali a rischio.
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Gli accordi di riprogrammazione approvati dal CIPE
Gli accordi sono stati al centro della seduta del 28 luglio del Comitato, che ha approvato la riprogrammazione:
- del Programma operativo nazionale (PON) Ricerca e Innovazione 2014-2020 e l'assegnazione di 508,77 milioni di euro in favore del MIUR,
- del Programma operativo nazionale (PON) Inclusione 2014-2020 e l'assegnazione di 65 milioni di euro in favore del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali;
- dei PON Città metropolitane e Governance e capacità istituzionale 2014-2020, con l'assegnazione di 728,4 milioni di euro in favore dell’Agenzia per la coesione territoriale.
Inoltre, il CIPE ha dato il via libera agli accordi per la riprogrammazione dei POR e l'assegnazione di risorse per l'emergenza Covid tra il Ministero per il Sud e:
- Provincia autonoma di Trento,
- Provincia autonoma di Bolzano,
- Regione Lazio,
- Regione Veneto,
- Regione Toscana,
- Regione Piemonte,
- Regione Lombardia,
- Regione Emilia Romagna,
- Regione Liguria,
- Regione Umbria,
- Regione Autonoma Valle d’Aosta.
Approvata anche la riprogrammazione:
- delle risorse FSC 2014-2020 del Piano operativo Ambiente,
- delle risorse FSC 2014-2020 del Piano operativo Infrastrutture,
- del Piano Operativo Cultura e turismo 2014-2020,
- del Programma operativo complementare (POC) 2014-2020 della Regione Puglia.
Infine, ha approvato la riprogrammazione dei profili finanziari annuali delle dotazioni FSC 2014-2020 del Piano banda ultra-larga e dei Patti per lo sviluppo del Mezzogiorno.
> Consulta tutte le delibere CIPE approvate nella seduta del 28 luglio 2020
Photo credit: Foto di Gerd Altmann da Pixabay
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