Le priorità e i finanziamenti del PN Sicurezza per la Legalità 2021-2027
E’ stato pubblicato il nuovo Programma nazionale (PN) Sicurezza per la Legalità 2021-2027 che, con un budget di circa 235 milioni di euro, finanzia interventi di digitalizzazione per il potenziamento dei sistemi di contrasto alla corruzione e alla criminalità, al fine di rafforzare la competitività delle regioni del Sud.
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Motori accesi, dunque, per l’erede del PON Legalità 2014-2020 che, grazie alle risorse FESR del nuovo settennato, mira a creare migliori condizioni di sviluppo e di crescita in Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.
Il nuovo PON Legalità 2021-2027, infatti, si rivolge alle Regioni Meno Sviluppate (RMS) del Sud Italia, puntando sul tridente “tecnologie digitali-legalità-sviluppo”.
Il PN fa parte di una più ampia iniziativa strategica per le RMS che, con una governance unitaria e finalità condivise, include anche uno strumento finanziato con sole risorse della Politica di coesione nazionale (POC Sicurezza per la legalità) e mira a garantire il presidio tecnologico delle aree più significative da un punto di vista dello sviluppo economico (Aree ZES, Attrattori culturali, Attrattori ambientali, Città Metropolitane, etc.).
Cosa finanzia il PN Legalità 2021-2027?
Come si legge nel documento di circa 50 pagine pubblicato a novembre dal Dipartimento per la Coesione, “il Programma assicura azioni di incremento e promozione delle condizioni di legalità basate sui benefici derivanti dall’applicazione di tecnologie digitali avanzate (hardware e software) al presidio di sicurezza e contrasto alle attività illegali e criminali che ancora affliggono le RMS e che costituiscono un impedimento sostanziale allo sviluppo socio-economico dei territori, finanziando, tra l’altro, nuove tecnologie in grado di massimizzare le sinergie tra i diversi settori della PA, ad esempio riguardo alla gestione ambientale o il funzionamento digitale della giustizia”.
“Il contrasto e la prevenzione dei fenomeni criminali - prosegue quindi il documento - possono essere conseguiti attraverso investimenti mirati, basati sull’applicazione di tecnologie digitali evolute, finalizzati prioritariamente alla qualità, all’efficacia ed all’interoperabilità dei sistemi informativi ai fini della rilevazione dei possibili fenomeni criminali, nonché della prevenzione e contrasto all’illegalità”.
“In tal caso - aggiunge quindi il testo - la necessità di investimenti riguarda principalmente il completamento del processo di digitalizzazione e di interoperabilità dell’apparato pubblico coinvolto nelle attività di contrasto a fenomeni criminali o illeciti o all’uso distorto di risorse pubbliche o private, attraverso il potenziamento dei sistemi informativi, della sicurezza informatica e delle competenze digitali di cui le Amministrazioni sono dotate”.
Oltre all’Assistenza tecnica, il Programma prevede una sola priorità dal titolo “Rafforzare le azioni volte al contrasto della corruzione, della criminalità e dei comportamenti illeciti attraverso sistemi digitali avanzati”. E’ qui che si rintraccia l’elenco orientativo degli investimenti che saranno finanziati dal nuovo PON Legalità, articolati in due linee d’azione.
La prima linea riguarda le “soluzioni tecnologiche per la digitalizzazione e innovazione dei processi interni della PA” e intende favorire lo sviluppo e il potenziamento di sistemi informativi finalizzati a supportare l’azione di prevenzione e contrasto delle diverse forme di illegalità che compromettono lo sviluppo del territorio. A tal fine, saranno finanziati applicativi, soluzioni software, piattaforme e portali volti a rafforzare la capacità di indagine e di interpretazione dei dati raccolti nel contrasto alla criminalità diffusa.
Verranno pertanto sostenuti interventi indirizzati:
- al potenziamento del sistema multimediale di bordo degli operatori impegnati nel controllo del territorio per il miglioramento della capacità di contrasto alle infiltrazioni criminali nella PA e nei settori produttivi;
- alla creazione di specifiche piattaforme, anche di tipo investigativo, volte a identificare e prevedere comportamenti fraudolenti mediante l’analisi delle relazioni esistenti tra soggetti e la creazione di una mappa di tipo Network Analysis;
- all’introduzione di nuove opportunità tecnologiche che consentano una più efficace automazione dei processi interni dell’azione amministrativa con un adeguato livello di sicurezza informatica;
- al rafforzamento della protezione dei dati e della continuità dei servizi informatici e telematici.
La seconda linea interessa invece gli “interventi per assicurare l’interoperabilità delle banche dati pubbliche”. A tal fine, saranno quindi sostenuti interventi indirizzati ad esempio:
- all’interoperabilità dei sistemi informativi e alla condivisione delle informazioni tra organismi pubblici per consentirne il pieno riuso;
- al potenziamento dei sistemi integrati di monitoraggio, controllo e supporto decisionale (come la Smart Mapping Interface) anche per garantire un sistema di telecomunicazione interoperabile con tutti i sistemi degli Enti di soccorso presenti sul territorio;
- allo sviluppo di piattaforme integrate di tipo data mesh che consentano di unire i dati delle PA mediante nodi specializzati per dominio e creare una vista integrata dei soggetti e degli operatori economici;
- allo sviluppo di sistemi informativi di interoperabilità delle banche dati pubbliche (INPS, INAIL, AGCM, etc.), che consentano di aggiornare e ottimizzare il patrimonio informativo della PA per creare un rating di affidabilità delle imprese a tutela della legalità nel mercato del lavoro;
- alla realizzazione di data center sicuri e affidabili in cui consolidare le infrastrutture digitali per abbattere lo spreco di risorse e aumentare la sostenibilità ambientale e la sicurezza. I nuovi data center, in coerenza con l’azione 16 del Piano Nazionale Innovazione 2025, puntano a favorire l’adozione e lo sviluppo di tecnologie di cloud computing per concentrare in un unico luogo i centri di elaborazione dati di enti pubblici e soggetti privati che operano in diversi settori, tra cui anche quello dei beni culturali. In tale contesto - in sinergia con il MiC, il MiT e le Regioni ed in continuità con il PON 2014-2020 – si intende contribuire alla sicurezza e tutela dei beni culturali, potenziando la capacità di prevenzione, indagine e contrasto degli illeciti attraverso la valorizzazione del corredo informativo a disposizione della PA.
La seconda priorità del Programma è invece rappresentata dall’Assistenza tecnica.
L’eredità del PON Legalità 2014-2020
Il PON Sicurezza per la Legalità può contare su un budget di circa 235 milioni di euro (di cui 200 di quota FESR), di molto inferiore rispetto al precedente PON Legalità che nel ciclo 2014-2020 aveva una dotazione che ammontava a oltre 610 milioni di euro.
Nonostante alcuni risultati positivi raggiunti, il PON Legalità ha registrato infatti un ritardo nell’attuazione degli interventi, con criticità soprattutto nelle fasi preliminari all’avvio dei progetti. In particolare, i ritardi sono riconducibili a tempi di:
- concertazione delle strategie di intervento con gli stakeholder coinvolti a livello territoriale (principalmente Regioni);
- progettazione delle operazioni finanziate;
- selezione dei fornitori.
“A tali problematiche - si legge nel documento - si sono inoltre aggiunti altri fattori critici principalmente legati ad un carente presidio da parte dei beneficiari dei processi amministrativi e ad una scarsa capacità di progettazione”.
Alla luce di ciò, quindi, il sistema di governance sul quale si fonderà l’attuazione degli interventi del PN 2021-2027 sarà perimetrato su una tipologia di stakeholder/beneficiari dotati di una maggiore capacità amministrativa e di strutture di governo più solide.
Ampio spazio anche alle azioni di rafforzamento e rigenerazione della capacità amministrativa, prioritariamente orientate alla semplificazione della governance del Programma e al miglioramento dei meccanismi di coordinamento verticale con i beneficiari, nonché al rafforzamento delle capacità degli stessi beneficiari anche mediante l’eventuale attivazione di strumenti di assistenza tecnica fin dall’avvio della programmazione.
In ultimo, tra le altre attività volte ad assicurare l'attuazione del Programma, saranno definite operazioni tipo con strutture progettuali predefinite e semplificate, ricorrendo laddove possibile alle opzioni di semplificazione dei costi.
Le complementarietà del PN Legalità con il PNRR
Considerando la sua più ampia finalità di sostegno allo sviluppo e alla crescita delle regioni meridionali, il Programma Nazionale Sicurezza per la Legalità 2021-2027 prevede delle inevitabili sinergie con gli altri programmi che, a vario titolo, insistono sulla stessa macro finalità.
In particolare, per quanto concerne il PNRR, il nuovo PON Legalità agirà in complementarità con il Piano nazionale di ripresa e resilienza con riferimento alla trasformazione digitale e al rafforzamento della struttura nazionale di cybersicurezza, cercando di garantire però la copertura a porzioni diverse della più lunga catena connessa alla trasformazione digitale. Pertanto il PNRR si focalizzerà sulla sicurezza informatica e sui servizi al cittadino, mentre il PN Legalità si concentrerà su sistemi e applicativi funzionali al contrasto delle criminalità.
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