Bilancio UE 2021-2027: Parlamento europeo sospende i negoziati
Di fronte all'incapacità del Consiglio di andare avanti nella sua proposta per il Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, i leader dei gruppi politici al Parlamento europeo hanno deciso di sospendere gran parte dei negoziati sul futuro bilancio dell'UE.
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In seguito alla proposta del Consiglio che prevede un bilancio pari all'1,07% del reddito nazionale lordo (RNL) UE - ben al di sotto delle richieste della Commissione europea (1,114%) e del Parlamento europeo (1,3%) - i capigruppo dell'Europarlamento hanno convenuto di "congelare gran parte dei negoziati".
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Nel dettaglio, i leader dei gruppi politici hanno deciso di sospendere i colloqui su accordi temporanei o parziali, chiarendo che "nulla è accordato fino a quando tutto è accordato".
"Siamo molto delusi dalla mancanza di urgenza da parte dei governi nazionali", ha dichiarato il Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. Le recenti proposte del Consiglio non sono all'altezza delle aspettative dei gruppi politici del Parlamento. Siamo pronti a negoziare in uno spirito di dialogo costruttivo, ma non possiamo accettare un bilancio che non è in grado di mantenere le promesse fatte ai cittadini dell'UE. Finché non ci saranno progressi da parte del Consiglio, non possiamo continuare questi colloqui".
"I governi nazionali assegnano costantemente nuovi compiti e responsabilità all'UE, dalla gestione delle frontiere alla lotta ai cambiamenti climatici. La nuova Commissione europea ha annunciato un programma ambizioso, con, ad esempio, il Green Deal presentato la scorsa settimana. I cittadini dell'UE ce lo hanno chiesto, ma non saremo in grado di fornire risultati se non avremo un bilancio dell'UE adeguatamente finanziato.
"Abbiamo ricevuto segnali positivi dalla prossima presidenza croata del Consiglio e dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel, speriamo di poter presto avviare veri e propri negoziati sul MFF. Tuttavia, affinché ciò accada, abbiamo bisogno che tutti i governi nazionali prendano sul serio un bilancio dell'UE in grado di rispondere alle richieste dei cittadini”.
Il sogno impossibile della Commissione: trovare un accordo entro il 2019
Un accordo sul prossimo bilancio UE entro la fine del 2019 è l'unica strada percorribile se si vuole avere qualche possibilità di adottare le politiche settoriali in tempo per avviare i programmi di finanziamento europei dal 1° gennaio 2021.
E' quanto sosteneva nelle scorse settimane la Commissione europea. Un'impostazione che imponeva agli Stati membri di trovare un compromesso sull'entità delle risorse finanziarie complessive del QFP post 2020, sull'equilibrio tra i fondi da destinare alle varie politiche e sulle nuove fonti di entrate, dal momento che il Parlamento europeo è disposto ad esprimersi solo sull'intero pacchetto, quindi sia entità del bilancio europeo che riforma delle risorse proprie.
La proposta presentata a maggio 2018 dall'Esecutivo comunitario prevedeva un bilancio a lungo termine pari all'1,114% del Reddito nazionale lordo (RNL) dell'UE a 27, il progressivo superamento del sistema di sconti collegati al rebate britannico, una riduzione del peso della Politica di Coesione e della Politica Agricola Comune a vantaggio di nuove linee di finanziamento, ad esempio per la digitalizzazione, la difesa, la gestione delle frontiere, e l'introduzione di nuove entrate, come quelle prodotte dal sistema di scambio di quote di emissione e i contributi basati sulla plastica non riciclata.
Inoltre, i leader dell'Unione dovrebbero esprimersi sulla proposta della Commissione di rafforzare il legame tra l'accesso ai finanziamenti UE e il processo del Semestre europeo e di potenziare gli strumenti di tutela del bilancio dell'UE dalle carenze nello Stato di diritto.
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Photo credit: Emilie Gomez © European Union 2019 - Source: EP