Contributi a fondo perduto Resto al Sud, via alle erogazioni Invitalia
Sono 90 le imprese che hanno già ottenuto da Invitalia i contributi a fondo perduto previsti dal decreto Rilancio per assicurare liquidità alle nuove imprese create grazie alla misura Resto al Sud.
> Cosa c'è nel dl Rilancio per il Mezzogiorno
Con un mese di anticipo rispetto al termine fissato dal decreto Rilancio, Invitalia ha effettuato le prime erogazioni a favore dei beneficiari della misura Resto al Sud che nel mese di giugno hanno richiesto il contributo a fondo perduto introdotto per far fronte all'emergenza Coronavirus.
Le risorse erogate finora ammontano a 1,5 milioni di euro, a favore di 90 imprese che potranno così contare su liquidità aggiuntiva per dare continuità alle attività avviate, riprogettarle e adeguarle alle nuove esigenze connesse al Covid-19, dalla digitalizzazione dei processi produttivi e gestionali al ricorso all'e-commerce.
Resto al Sud, il contributo a fondo perduto del decreto Rilancio
Tra le misure per il Mezzogiorno contenute nel decreto Rilancio rientra infatti un'agevolazione destinata ai soggetti già beneficiari della misura Resto al Sud, che sostiene la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Molise, Sardegna e Sicilia.
Nello specifico, i fruitori di questo incentivo possono accedere, nei limiti delle risorse disponibili, ad un contributo a fondo perduto a copertura del loro fabbisogno di circolante, pari a:
- 15mila euro per le attività di lavoro autonomo e libero-professionali esercitate in forma individuale;
- 10mila euro per ciascun socio, fino ad un importo massimo di 40mila euro per ogni impresa.
Tre le condizioni poste dal dl Rilancio per l'accesso al contributo aggiuntivo:
- aver completato il programma di spesa finanziato da Resto al Sud,
- essere in possesso dei requisiti attestanti il corretto utilizzo delle agevolazioni;
- avere adempiuto, al momento della domanda, agli oneri di restituzione delle rate del finanziamento bancario.
Come funziona Resto al Sud
Il regime di aiuto a sostegno dell'autoimprenditorialità nel Mezzogiorno era già stato rinnovato in passato, dalla legge di Bilancio 2019 prima e dal decreto n. 134/2019 poi.
Se inizialmente le agevolazioni erano state riservate ai giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni e residenti o disponibili a stabilirsi nelle Regioni del Mezzogiorno e a neo imprese già costituite negli stessi territori da giovani imprenditori dopo il 21 giugno 2017, successivamente la platea dei beneficiari è stata allargata ai soggetti di età inferiore ai 46 anni e ai liberi professionisti, sempre residenti o pronti a trasferirsi nelle Regioni target dell'iniziativa.
In questo modo si è cercato di offrire un'opportunità a soggetti che hanno maturato competenze professionali significative nel corso della loro esperienza lavorativa in condizioni di precariato o di lavoro sommerso/irregolare, ma anche persone espulse dal mercato del lavoro a causa di crisi aziendali e di settore e con grandi difficoltà di ricollocamento. Inoltre, con l’estensione alle libere professioni si è voluto rispondere alle difficoltà di accesso al mercato del lavoro sempre più diffuse nel Mezzogiorno anche per i giovani professionisti, soprattutto con riferimento alle professioni legate al settore edilizio.
L'impianto generale della misura, invece, non è stato modificato: copertura del 100% dei costi di avvio delle nuove iniziative imprenditoriali, per il 65% tramite finanziamento bancario assistito dal Fondo di garanzia per le PMI e per il 35% sotto forma di contributo a fondo perduto. E' a queste due forme di agevolazioni che si aggiunge il contributo del decreto Rilancio.
> Resto al Sud - a chi chiedere aiuto per presentare domanda
Non solo Sud e non solo "resto": incentivi per aree sisma e Cresci al Sud
La misura è stata oggetto del tempo anche di altri aggiornamenti. Il decreto-legge terremoto (DL 123-2019), ad esempio, ne ha previsto l'estensione ai territori colpiti dal sisma del Centro Italia, mentre nella Manovra 2020 è stata prevista una misura complementare per far crescere le imprese del Mezzogiorno: Cresci al Sud, il Fondo a sostegno della competitività e della crescita dimensionale delle piccole e medie imprese aventi sede legale e attività produttiva nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Il nuovo strumento, partito con una dotazione di 250 milioni tra il 2020 e il 2021 (rispettivamente 150 il primo anno e 100 il secondo) provenienti dalle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione, opera investendo nel capitale delle imprese unitamente e contestualmente a investitori privati indipendenti. L'investimento nel capitale di ciascuna impresa target è finanziato, secondo le modalità definite nel regolamento di gestione del Fondo, anche da risorse apportate dagli investitori privati, che saranno individuati attraverso una procedura aperta e trasparente.
La gestione è affidata ad Invitalia, che può anche avvalersi della Banca del Mezzogiorno e di altre società interamente partecipate. Quote aggiuntive del Fondo possono essere sottoscritte anche da investitori istituzionali, pubblici e privati, individuati dalla medesima Agenzia, da Cassa depositi e prestiti, dalla Banca europea per gli investimenti e dal Fondo europeo per gli investimenti.