WTO: UE, Cina e altri 15 paesi uniti per salvare organo d’appello
Aumenta il numero di paesi che aderiscono alla proposta UE per salvare il sistema internazionale di risoluzione delle controversie commerciali, dopo che il mese scorso l’organo d’appello del WTO ha smesso di funzionare per l'ostruzionismo di Trump sulla nomina di nuovi giudici.
> Commercio internazionale: da Bruxelles misure per difendere interessi UE
La scorsa settimana a Davos, Unione europea, Cina e altri 15 paesi hanno concordato di costituire un meccanismo temporaneo di risoluzione delle loro controversie, in attesa che l’organo d’appello del WTO torni operativo.
> Commercio - ecco come Bruxelles vuole rinnovare l'OMC
Cosa prevede la soluzione temporanea decisa a Davos
Il nuovo meccanismo - che avrà una durata temporanea - prevede l'istituzione di uno strumento di giudizio arbitrale ad interim, aperto a tutti i paesi che vi vorranno aderire.
Anche se i dettagli sul funzionamento del nuovo strumento provvisorio devono essere ancora stabiliti, in buona sostanza a Davos è stata decisa l'istituzione di una sorta di tribunale arbitrale parallelo al WTO che emanerà giudizi vincolanti per quei paesi che decideranno volontariamente di aderirvi.
Come ha infatti spiegato il Commissario europeo al Commercio, Phil Hogan, il nuovo strumento “garantirà ai membri del WTO partecipanti di continuare ad avere accesso ad un sistema di risoluzione delle controversie che sia vincolante, imparziale e di alta qualità”.
L'accordo raggiunto a Davos è una misura di emergenza, che resterà in vigore fino a quando l'organo d'appello del WTO non tornerà operativo.
La possibilità di istituire un simile organismo è fondamentalmente prevista dalla stessa normativa del WTO. L’art. 25 del Dispute Settlement Understanding, infatti, consente agli Stati membri di sottoporsi volontariamente a forme di arbitrato internazionale per dirimere eventuali controversie insorte tra loro.
Oltre alla Cina, alla proposta UE hanno aderito anche: Australia, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Guatemala, Corea del Sud, Messico, Norvegia, Nuova Zelanda, Panama, Singapore, Svizzera, Uruguay.
> UE e partner OMC lavorano alla riforma del commercio internazionale
I prossimi step
L’intesa stabilita a Davos rappresenta, come già detto, soltanto una soluzione temporanea.
L'obiettivo ultimo a cui puntano l’UE e gli altri paesi firmatari, infatti, resta quello di ritornare ad una piena operatività dell’Organo d’appello del WTO.
Un obiettivo non facile da raggiungere, dato che si inserisce nella più ampia partita sulla riforma dell’Organizzazione Mondiale del Commercio che richiede, inevitabilmente, il raggiungimento di un accordo tra i player più grandi a cominciare da Stati Uniti e Cina.
Va letta pertanto in questo senso la frase con cui si chiude la dichiarazione siglata dai 17 a Davos, che fa esplicito riferimento alle recenti dichiarazioni di Trump sul suo impegno per una riforma della WTO.
Un impegno che potrebbe assumere una forma più concreta nei prossimi mesi, dato anche l’invito a Washington al direttore generale del WTO, Roberto Azevedo, lanciato da Trump proprio la scorsa settimana a Davos.
> UE-Cina, Hogan: incontrarsi a meta’ strada non basta piu’
Photocredit: succo da Pixabay