Decreto Ristori bis: come funzionano i contributi a fondo perduto
Il decreto Ristori bis (dl 149-2020) amplia i contributi a fondo perduto per le attività costrette a chiudere e un fondo per compensare le attività nelle zone rosse e arancioni. Nel testo, in vigore dal 9 novembre, anche l'elenco aggiornato dei codici ateco delle imprese ammesse ai contributi.
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Il decreto Ristori bis si sviluppa come un appendice del decreto Ristori Uno, vale a dire il dl 137-2020, prevedendo un ampliamento del raggio dei contributi a fondo perduto per le attività chiuse in seguito al Dpcm del 3 novembre, che istituisce un regime di chiusure differenziate a seconda della fascia di rischio contagio alla quale appartiene ogni Regione.
Cosa prevede il decreto Ristori bis
Il decreto Ristori bis si muove su due binari paralleli: ampliare la platea dei beneficiari esclusi dal primo decreto Ristori ed estendere i contributi alle attività che subiranno gli effetti delle nuove limitazioni nazionali e locali.
Ci si muove quindi sia sul piano nazionale, prevedendo aiuti per i centri commerciali costretti a chiudere nel fine settimana, che su quello locale, individuando indennizzi oltre che per settore, anche per territorio, in particolare per le zone rosse. A disposizione, 2,56 miliardi nel 2020 e circa 1 miliardo nel 2021.
50% in più per gelaterie, pasticcerie, bar e alberghi
È previsto un ampliamento delle categorie di attività beneficiarie del contributo a fondo perduto previsto dal dl 137-2020: per gli operatori già beneficiari del contributo che registrano ulteriori restrizioni delle loro attività nelle zone rosse e arancioni, il contributo a fondo perduto è aumentato di un ulteriore 50%.
Nel dettaglio, i beneficiari di questo contributo ricalibrato rispetto al primo decreto Ristori sono gli operatori dei settori economici individuati dai codici ATECO:
- 561030 gelaterie e pasticcerie,
- 561041 gelaterie e pasticcerie ambulanti,
- 563000 bar e altri esercizi simili senza cucina,
- 551000 alberghi.
Contributi per centri commerciali e produzioni di alimenti e bevande
Il contributo a fondo perduto è riconosciuto nell’anno 2021 anche agli operatori con sede operativa nei centri commerciali e agli operatori delle produzioni industriali del comparto alimentare e delle bevande, interessati dalle nuove misure restrittive previste dal dpcm del 3 novembre, nel limite di spesa di 280 milioni di euro.
Tutti i codici Ateco ammessi
Nell'elenco delle attività che possono accedere ai contributi a fondo rientrano anche altre attività, dai taxi ai cinema. L'elenco completo è disponibile nell’Allegato 1 al decreto.
L'articolo 2 del decreto, inoltre, prevede ristori per gli operatori dei settori economici interessati dalle misure restrittive introdotte dal dpcm del 3 novembre 2020, prevedendo un contributo a fondo perduto a favore dei soggetti che, al 25 ottobre 2020, hanno la partita IVA attiva. Si va dai grandi magazzini ai sexy shop, dagli ambulanti ai tatuatori. L'elenco completo è disponibile nell’Allegato 2 al decreto.
Credito d'imposta affitti
Per le imprese che hanno diritto al contributo a fondo perduto (Allegato 2) e per agenzie di viaggio e tour operator (codici ATECO 79.1, 79.11 e 79.12) che operano nelle aree caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto viene esteso il credito di imposta affitti: il tax credit cedibile al proprietario dell’immobile locato è pari al 60% dell’affitto per ciascuno dei mesi di ottobre, novembre e dicembre.
Stop dei versamenti
Parallelamente, il decreto Ristori bis prevede una serie di misure fiscali:
- la sospensione delle ritenute alla fonte e dei pagamenti IVA per il mese di novembre;
- la cancellazione della seconda rata IMU per le imprese che possono beneficiare dei contributi a fondo perduto nelle zone di massima allerta;
- la sospensione dei contributi previdenziali e assistenziali per il mese di novembre nelle zone gialle, e per i mesi di novembre e dicembre per le zone arancioni e rosse;
- rinvio del secondo acconto Ires e Irap per i soggetti a cui si applicano gli Isa.