Per la ricostruzione post sisma arrivano anche gli incentivi del Conto termico GSE
Grazie all’intesa tra GSE e Commissario al sisma, d’ora in poi i Comuni del territori colpiti dal terremoto 2016 potranno usare anche gli incentivi del Conto termico per la ricostruzione di edifici pubblici come scuole e ospedali.
Fondi ai Comuni per ristrutturare gli asili nido
Accelerare la ricostruzione pubblica post-sisma, favorire il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale e liberare risorse economiche che i Comuni potranno usare su altri fronti. Si possono riassumere così i benefici derivanti dall'intesa firmata dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) e dal Commissario alla Ricostruzione, che consente ai Comuni terremotati di integrare gli incentivi del Conto Termico con i finanziamenti dello Stato per la riparazione degli edifici pubblici.
Cosa prevede l’intesa tra GSE e Commissario al sisma
Il Protocollo firmato dal Presidente del GSE Francesco Vetrò e dal Commissario Giovanni Legnini, infatti, prevede l'impiego degli incentivi del Conto termico per il cofinanziamento dei progetti di ricostruzione post-sisma, in chiave energetica, degli immobili pubblici situati in quei territori.
Il Conto termico è infatti quello strumento gestito dal GSE - e diretto principalmente alle Ammistrazioni pubbliche - a sostegno degli interventi per l'incremento dell'efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili per impianti di piccole dimensioni.
In base al nuovo Protocollo sul sisma, la priorità per l’impiego dei fondi GSE va sia alla riqualificazione di scuole, ai progetti relativi all’edilizia sanitaria e a quella residenziale pubblica, sia ad interventi su impianti sportivi pubblici, luoghi della cultura ed altri edifici di proprietà degli enti locali (come uffici o musei).
Per far sì che i Comuni utilizzino davvero le opportunità derivanti dal Conto termico, la misura prevede anche una fase di affiancamento da parte degli Uffici Speciali per la Ricostruzione delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria. I quattro USR, infatti, forniranno un’assistenza individuale alle amministrazioni comunali per l’impiego combinato dei fondi commissariali con gli incentivi previsti dal Conto Termico, che mette a disposizione 200 milioni di euro l’anno per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici.
Il cofinanziamento dei progetti che, grazie all’intesa, saranno qualificati con esito positivo dal GSE, consentiranno di liberare risorse che i Comuni potranno destinare ad altre opere pubbliche sul territorio.
I commenti
Grande soddisfazione è stata espressa da entrambi gli enti firmatari del Protocollo. Oltre a illustrare i benefici derivanti dall’accordo, infatti, l’Amministratore delegato del GSE, Roberto Moneta, ha chiarito che da subito “il Comitato di Coordinamento e i Direttori degli Uffici Speciali Regionali per la ricostruzione, rappresentanti dei 140 Comuni colpiti, lavoreranno per avviare una programmazione condivisa degli interventi compatibili con gli incentivi GSE, molti dei quali cumulabili, e anche per estendere il supporto ai 502 Comuni fuori cratere. Facciamo tesoro dell’esperienza del Comune di Costacciaro, primo beneficiario della sinergia tra le risorse commissariali e il Conto Termico - ha quindi concluso Moneta - e replichiamo velocemente questa esperienza di successo”.
Dello stesso avviso anche Giovanni Legnini che sottolinea come l’accordo consenta “di combinare al meglio e mettere a sistema le risorse pubbliche che già sono a disposizione, per un obiettivo strategico come la ricostruzione del Centro Italia colpito dal sisma del 2016, che è finalmente partita e che può rappresentare un’opportunità per l’intero Paese. Gli incentivi del GSE per l’efficientamento degli edifici pubblici, insieme a quelli del Super Ecobonus per le abitazioni private - ha quindi concluso Legnini - possono così essere sommati ai fondi pubblici per la ricostruzione post-sisma, rafforzando concretamente la possibilità di conseguire agli obiettivi del processo di transizione ecologica intrapreso dall'UE e dal governo per realizzare un nuovo modello di sviluppo”.