7PQ: un progetto per la tutela degli impollinatori animali
Si intitola STEP (Status and Trends of European Pollinators), il programma comunitario nato con l’obiettivo di salvaguardare l’impollinazione animale delle colture e dei fiori di campo europei. Il progetto è in parte sostenuto dalla Commissione europea che, nell’ambito del tema “Ambiente” del Settimo Programma Quadro, ha messo ha disposizione uno stanziamento di 3,5 miliardi di euro.
STEP è la risposta alla crescente diminuzione degli impollinatori animali a cui si è assistito negli ultimi vent’anni. La questione riguarda sia le api da miele che quelle selvatiche, così come numerosi altri insetti. Secondo gli studiosi, la scomparsa di questi animali produrrebbe gravi danni sia a livello economico, che a livello alimentare e di salute per l’uomo.
Il programma quinquennale (2010-2015), coordinato da Simon Potts della Reading University, coinvolge ricercatori di istituti situati in Belgio, Bulgaria, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Serbia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito.
“Il progetto STEP – ha spiegato Potts – ci sta aiutando a comprendere meglio le cause del declino degli impollinatori tra cui la perdita degli habitat, il cambiamento climatico, le malattie, le specie invasive e i pesticidi. […] Il nostro obiettivo a lungo termine è quello di sviluppare modi di gestire i nostri paesaggi, per poter salvaguardare i nostri impollinatori selvatici affinché possano continuare a fornire servizi di impollinazione, a vantaggio di tutti in Europa”.
Uno degli ultimi studi effettuati dai ricercatori STEP ha ridimensionato il ruolo delle api sotto il profilo della produttività. Nel Regno Unito, ad esempio, si è scoperto che, negli anni ’80, il loro calo non è andato di pari passo con quello della produzione delle colture dipendenti dall’impollinazione animale. Anzi, come ha spiegato Potts, “esaminando i rendimenti di queste colture dagli anni '80, si è scoperto che hanno continuato a salire. Mentre in parte ciò è dovuto ai sistemi di produzione migliori, probabilmente altre specie sono intervenute per colmare il vuoto lasciato dalle api”.
Un altro studio, pubblicato su PloS ONE, ha invece rivelato che le colture impollinate da animali contengono una grande quantità di lipidi, vitamine e minerali. Una perdita degli attori responsabili di questo processo avrebbe, dunque, pesanti ripercussioni sull’alimentazione dell’uomo. Le implicazioni sarebbero considerevoli anche per la salute. La stessa ricerca, infatti, ha mostrato che molte delle sostanze prodotte dagli impollinatori animali sono associate ad una diminuzione del rischio di cancro e malattie cardiache, così come al nutrimento delle ossa e allo sviluppo dei denti.