UE: verso un quadro strategico comune per la ricerca
Entro il 2020 l'UE investirà il 3% del PIL in attività di ricerca e sviluppo. E' quanto hanno affermato gli europarlamentari nella seduta plenaria del 26 settembre scorso, sottolineando che, per raggiungere questo obiettivo ambizioso, occorre definire un quadro strategico comune che coinvolga tanto il settore pubblico quanto il privato.
Oggigiorno solo sei Stati membri investono più del 2% del proprio PIL in R&S, mentre altri dieci Paesi continuano a mantenersi sotto la soglia dell'1%.
''L'Unione - ha dichiarato il vice-presidente della Commissione giuridica, Raffaele Baldassarre - continua ad avanzare troppo lentamente nel campo della scienza, non riuscendo a guadagnare terreno sulla leadership di Stati Uniti e Giappone''
Il Parlamento, a tal proposito, ha evidenziato come la ricerca, l'istruzione e l'innovazione sono strumenti essenziali per la ripresa socio-economica; tuttavia, al momento, nell'UE, le disparità tra gli Stati membri in termini di capacità di finanziamento di R&S, di strutture industriali e di sistemi di istruzione superiore permangono, riflettendosi anche sulle quote di partecipazione al Settimo Programma Quadro.
Inoltre, le difficoltà di accesso ai fondi limitano la partecipazione delle piccole e medie imprese ai programmi comunitari per la ricerca, nonostante l'enorme peso che esse rivestono nell'economia europea.
Secondo gli eurodeputati, per colmare queste disparità è necessario definire un nuovo quadro strategico comune che si basi su un "approccio multifondo" coordinato dalla Commissione, al fine di ottimizzare al meglio le risorse provenienti dai Fondi strutturali, dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e dal Fondo europeo per la pesca, e di armonizzare i programmi di ricerca, i regimi di finanziamento dell'UE e dei suoi Stati membri.
Il Parlamento ha inoltre invitato la Commissione ad analizzare la possibilità di istituire un fondo comune paneuropeo, alimentato dai Fondi strutturali, che promuova la ricerca collaborativa UE.
In particolare, nella proposta si include il finanziamento di attività quali:
- ammodernamento delle università,
- acquisto di attrezzature scientifiche,
- trasferimento di tecnologia a livello locale,
- supporto alla crescita di nuove imprese di spin-off,
- diffusione dei risultati dei progetti di R&S&I,
- aumento della capacità di programma per la formazione transnazionale dei ricercatori,
- fondazione di centri di ricerca d'avanguardia,
- costruzione di reti di eccellenza e cluster o attività collaborative di R&S&I transregionali soggette a verifiche di esperti.
''Ogni misura - ha concluso Baldassarre - che sostenga la ricerca e l'innovazione deve essere preceduta da un raddoppiamento del bilancio di programmi di ricerca e innovazione per il prossimo periodo finanziario dal 2014".