Agenda Digitale: consultazione su piano nazionale banda ultralarga
C'è tempo fino al 20 dicembre 2014 per partecipare alla consultazione pubblica sulla Strategia per la diffusione della banda ultralarga. Il piano vuole porre rimedio al ritardo dell’Italia rispetto al resto d’Europa nella classifiche di digitalizzazione.
La situazione italiana
Per quanto riguarda la diffusione della banda ultralarga (cioè delle connessioni a 100mbps), l’Italia è il fanalino di coda in Europa: il nostro Paese è indietro di quasi 40 punti percentuali rispetto agli altri Stati membri. Gli attuali piani degli operatori privati prevedono il raggiungimento di una copertura del 60% entro il 2016, ma non esistono progetti oltre quella data.
Gli investimenti privati sono frenati dalla forte diffusione in Italia di “aree bianche”, aree cioè in cui gli interventi infrastrutturali per la posa della fibra ottica sono un sicuro fallimento a livello di mercato, sia per mancanza di domanda, sia per gli ostacoli morfologici del territorio. In queste aree è necessario un investimento pubblico per far decollare la diffusione della banda ultralarga.
Il problema italiano tuttavia non riguarda solo le infrastrutture, ma anche la domanda-offerta di connessione ultraveloce, che rimane molto bassa. La Strategia nazionale si pone come obiettivo la creazione di un circolo virtuoso tra incentivi agli investimenti e stimolo della domanda. Attualmente solo il 21% della popolazione italiana ha la possibilità di accedere a una rete ultraveloce, a fronte di una media del 64% in Europa.
Gli strumenti
Gli obiettivi della Strategia, in linea con le linee guida dell’Agenda digitale europea, sono di garantire all’85% dei cittadini l’accesso alla banda ultralarga e garantire comunque la banda 30mbps alla restante popolazione entro il 2020. In più, si vuole incrementare la percentuale di popolazione che si connette a Internet con banda ultralarga fino a raggiungere il 50%.
Gli attori principali dovranno essere gli operatori privati, con un intervento pubblico che sia di solo sussidio ai loro investimenti. Si prevede dunque che l’azione pubblica si declini su tre azioni, che vadano ad influire su offerta e domanda:
- agevolazioni per abbassare le barriere di costo dell’infrastrutturazione;
- agevolazioni per l’accesso alle risorse economiche da parte degli operatori;
- stimoli per l’innesco della domanda.
Oltre agli interventi diretti della pubblica amministrazione per la posa della fibra ottica, il Piano prevede contributi pubblici per gli interventi privati e l’incentivo dei partenariati pubblico-privato. Uno strumento fondamentale sarà anche il potenziamento del catasto del sotto e soprasuolo e la semplificazione del quadro normativo.
Gli investimenti
La Strategia divide l’Italia in 4 cluster di intervento:
- cluster A, zone d’intervento in cui il rapporto costi-benefici è già vantaggioso per gli operatori privati;
- cluster B, in cui la diffusione della banda veloce a 30mbps è già vantaggiosa, ma non lo è quella della banda ultralarga;
- cluster C, in cui la diffusione della banda ultralarga a 100mbps non può essere redditizia per gli operatori, che necessitano di un incentivo pubblico;
- cluster D, in cui la diffusione della banda larga a 30mbps non può essere redditizia e necessita di incentivi.
Gli investimenti pubblici e privati saranno differenziati per cluster. I fondi pubblici avranno fonti differenziate, di origine Ue, provenienti dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), nazionale, come il Fondo di Sviluppo e Coesione, e regionale, per un totale stimato di 6 miliardi di euro da investire tra il 2015 e il 2020, di cui 2 miliardi dai privati.
Per partecipare alla consultazione pubblica occorre autenticarsi attraverso il sistema FormezAuth o mediante i propri account social (Facebook, Twitter). I commenti potranno essere inviati fino al 20 dicembre 2014.
Links
Consultazione online sulla Strategia italiana per la diffusione della banda ultralarga
Photo credit: Rego - d4u.hu / Foter / CC BY-SA
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