SET Plan 2014: strategie Ue per efficienza energetica
Come raggiungere gli obiettivi della politica energetica europea per il 2030? Questa la domanda alla base della settima conferenza Strategic energy technology plan (SET Plan), che si è svolta a Roma il 10 e 11 dicembre.
SET Plan
Lanciato nel 2008 dalla Commissione europea e dal Centro di ricerca congiunto, SET Plan rappresenta la risposta strategica dell'Unione alle grandi sfide del clima e dell’energia. Questo strumento, infatti, fornisce all’Ue e agli Stati membri le linee guida per sviluppare progetti di ricerca innovativi volti a ridurre le emissioni inquinanti.
Obiettivo principale di SET Plan è promuovere la transizione verso un’economia europea a basse emissioni, aumentando la sicurezza energetica, la sostenibilità e la competitività dell’Ue.
Roma, Conferenza Set Plan 2014
La conferenza romana, promossa da ENEA e dalla Commissione Ue, ha riunito per due giorni nella capitale oltre 650 esperti europei nel campo dell’efficienza energetica per far il punto della situazione su SET Plan e sui suoi futuri sviluppi.
Nel corso della prima giornata di lavori i partecipanti si sono confrontati sui risultati raggiunti nei vari Stati membri per ridurre le emissioni inquinanti in Europa. Al centro della seconda giornata, invece, due documenti cardine per lo sviluppo di SET Plan:
- SET Plan Integrated Roadmap,
- Action Plan.
Il primo documento comprenderà le priorità di ricerca e innovazione per l’intero sistema energetico dell’Ue, compresi gli aspetti non tecnologici, ma essenziali per lo sviluppo sul mercato di nuove tecnologie.
Sull’Action Plan, invece, si sono confrontati durante la seconda giornata dell’evento diversi esperti europei, proponendo alcune priorità. Andrea Bonaccorsi, professore dell’università di Pisa, ha sottolineato la necessità di migliorare la governance, a livello europeo, nazionale e regionale. Nel prossimo Action Plan, ha spiegato, dovrà essere messo il risalto il ruolo chiave delle Regioni e dei fondi strutturali, per mobilitare al meglio le risorse disponibili in Europa.
E’ necessario inoltre definire una visione comune a tutti gli Stati membri per risolvere i problemi energetici dell’Ue, ha detto Bert De Colvenaer, a capo della Fuel Cells and Hydrogen Joint Undertaking (FCH JU), suggerendo l’introduzione nell’Action Plan di criteri specifici per misurare i progressi raggiunti in campo energetico.
NER 300
Tra gli strumenti sviluppati dall’Ue c’è anche il programma NER 300, finanziato con la vendita di 300 milioni di quote di emissione tratte dalla riserva per i nuovi entranti (new entrants' reserve - NER) creata per la terza fase del sistema ETS.
Grazie a questo programma, ha spiegato Filippo Gagliardi della Dg Clima della Commissione europea, sono stati mobilitati 2,1 miliardi di euro che hanno permesso di finanziare 38 progetti di ricerca per la produzione di energia da fonti rinnovabili e per lo sviluppo di tecnologie per la cattura e stoccaggio del carbonio emesso. NER 300, ha proseguito Gagliardi, è l’unico programma europeo che colma il divario tra ricerca e industria, favorendo la commercializzazione dei risultati degli studi.
In base a una decisione del Consiglio europeo dello scorso ottobre, il programma proseguirà nei prossimi anni con un bilancio maggiore (400 milioni di quote di emissione tratte dalla riserva per i nuovi entranti) e obiettivi più ampi, con l'intento di coinvolgere di più il settore industriale.
Il primo progetto finanziato da NER 300 è un progetto italiano, Italian bioenergy BEST project, ha ricordato nel suo intervento Stefania Pescarolo del Gruppo Mossi Ghisolfi. Attraverso i finanziamenti di NER 300 la multinazionale italiana è riuscita a sviluppare e implementare un sistema per convertire le biomasse in bioetanolo.
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