Il contributo dei professionisti alla politica di coesione 2014-2020
Il ruolo delle libere professioni in Europa e il supporto alla realizzazione degli interventi per lo sviluppo
Sono i temi al centro di una tavola rotonda promossa da FASI.biz il 16 febbraio 2015 a Roma, presso la sede della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, dove si sono confrontati i rappresentanti delle categorie professionali e le istituzioni.
Alla luce della pubblicazione della bozza delle Linee d’azione per le libere professioni, pubblicate ad aprile 2014 dalla Commissione europea nel più ampio contesto del Piano per l'imprenditoria 2020, i rappresentanti degli ordini professionali hanno sentito l'urgenza di confrontarsi tra loro e con gli esponenti delle istituzioni per discutere delle principali sfide da affrontare nel contesto della nuova programmazione europea 2014-2020.
I commercialisti, rappresentati dal dott. Giovanni Parente, del Consiglio Nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, hanno chiesto di poter mettere a disposizione delle pubbliche amministrazioni le proprie competenze in tutto il ciclo di attuazione della programmazione Ue, dalle fasi di ideazione e scrittura dei bandi fino a quelle di rendicontazione e monitoraggio. Il tutto in vista di una maggiore semplificazione e di uno snellimento delle procedure.
Christian Rocchi, Consigliere Nazionale Architetti, ha posto invece l'attenzione sul ruolo dei professionisti nella società, ancor prima che nella politica di coesione. Un ruolo di portatori di servizi di interesse pubblico, ben diverso da quello delle imprese, che, ha sottolineato Rocchi, perseguono invece interessi privati. Tema, questo, che ha posto sul tavolo un'altra questione: la possibilità di aprire i bandi della programmazione 2014-2020 anche agli ordini professionali, facendoli rientrare tra i beneficiari degli avvisi al pari degli imprenditori.
Dell'equiparazione tra professionisti e PMI ha parlato anche l'ing. Gianni Mossa, vicepresidente Consiglio Nazionale Ingegneri, che ha individuato un problema culturale di non rinoscimento del compito dei professionisti: un compito istituzionale di pubblica utilità e dato dalla Costituzione. Mossa ha, inoltre, ricordato l'importanza di partecipare a progetti che promuovano un approccio multidisciplinare e un linguaggio condiviso.
Durante l'incontro ampio spazio è stato dato ad alcune esperienze virtuose promosse in Italia, a livello regionale. La prima è stata portata sul tavolo dal presidente di Confprofessioni Lombardia, Giuseppe Calafiori. La Regione Lombardia, ha spiegato Calafiori, ha aperto con Confprofessioni un tavolo per affrontare il problema della partecipazione ai bandi da parte dei professionisti. Attraverso "il lavoro di squadra e un'interlocuzione ferma", il confronto tra le parti ha portato alla stesura di un protocollo d'intesa in via di approvazione.
Altro esempio virtuoso è stato portato da Antonio Masi, funzionario dell'ufficio competente per le Professioni intellettuali - Settore Formazione e Orientamento della Regione Toscana. Dal 2008, l'amministrazione regionale ha una legge che promuove il dialogo con i professionisti e negli ultimi mesi ha permesso al mondo professionale di partecipare attivamente al processo di programmazione a livello regionale. Sempre a sostegno dei professionisti la Regione ha istituito strumenti finanziari ad hoc per promuovere iniziative di progettazione europea.
Hanno partecipato alla tavola rotonda anche i rappresentanti delle istituzioni nazionali ed europee. Nello specifico: Federico Lasco, dirigente del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica; Maria Margherita Migliaccio, direttore generale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Francesco Tufarelli, consigliere giuridico del sottosegretario agli Affari Europei della Presidenza del Consiglio; Vittorio Calaprice, analista politico per la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea.
Rispondendo all'appello dei professionisti per un maggior coinvolgimento nelle politiche di sviluppo, le istituzioni hanno, a loro volta, lanciato una sfida agli ordini professionali: garantire una presenza stabile sul territorio e presso i tavoli di partenariato con le PA per tutto il ciclo di programmazione, dimostrando un impegno costante e un approccio sistemico alla formazione e al potenziamento delle competenze.
Nel processo di semplificazione per l'accesso ai bandi della programmazione europea, la nascente Agenzia della Coesione territoriale, ha spiegato Lasco, intende coinvolgere gli ordini professionali, in qualità di mediatori tra le amministrazioni e le imprese, nella fase di definizione delle modalità di presentazione dei progetti.
Nella "partita dei fondi europei", ha detto Tufarelli, i professionisti devono avere un ruolo che vada al di là del loro impegno professionale. Il difficile momento storico chiama dunque gli ordini professionali a partecipare allo sforzo di tutto il Sistema Paese, dando il proprio contributo sia nella predisposizione dei bandi che nell'assistenza ai potenziali beneficiari. La programmazione 2014-2020, ha concluso Tufarelli, sarà il banco di prova di questo impegno.
Vittorio Calaprice ha ricordato che il nuovo commissario Ue all'industria, Bienkowska, ha appena confermato la scorsa settimana di voler proseguire l'opera avviata dal suo precedessore nell'organizzare il Forum delle libere professioni entro il 2015. Ha infine assicurato - da parte dell'Ufficio di Rappresentanza della Commissione UE a Roma - massima disponibilità di ascolto e di riporto a Bruxelles delle esigenze delle categorie professionali italiane.
Links
Piano d'Azione per l'Imprenditoria 2020
Linee d'Azione per le Libere Professioni
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