TEN-T - ISAG, connettere Gioia Tauro alla rete di trasporto europea
Il porto di Gioia Tauro dovrebbe diventare un punto chiave della strategia italiana per i trasporti. E' l'indicazione che arriva dal convegno organizzato dall'Istituto di alti studi in geopolitica, mercoledì, allo Spazio Europa, a Roma.
Riattivare gli investimenti infrastrutturali al Sud, mettendo al centro il porto di Gioia Tauro in Calabria. E’ l’indicazione che è arrivata dal convegno sulla Macro Regione mediterranea, organizzato dall’Istituto di alti studi in geopolitica (Isag) allo Spazio Europa. L’Italia, nel quadro delle reti strategiche Ten, sta trascurando il peso che in futuro avrà l’infrastrutturazione dei porti. Bisogna invertire questa tendenza, partendo dal piano strategico approvato di recente e riconsiderando il peso che avrà l’hub di Gioia Tauro negli equilibri del Mediterraneo e nel corridoio Berlino-Palermo.
Intercettare i traffici di Asia e Sud America
La questione viene inquadrata da Filippo Romeo, direttore del programma infrastrutture e sviluppo territoriale dell’Isag. “Nei prossimi anni le partite che si giocheranno, per ampliare o diminuire la posizione strategica dell’Italia al centro del Mediterraneo, saranno di fondamentale importanza. Tutto il sistema portuale dell’area è un grande cantiere con diversi progetti in cui si intrecciano capitali statali e di gruppi privati provenienti proprio dai paesi di nuova emersione (Cina, Russia, India e Brasile)”. Intercettare i traffici di merci che arrivano dall’Asia e dal Sud America è una sfida decisiva.
Approccio coordinato
Ancora Romeo: “In relazione a tali investimenti, che i paesi della Sponda Sud stanno realizzando e pianificando, in Italia attualmente la programmazione è affidata alle singole Autorità portuali nei loro piani operativi triennali”. Manca, cioè, un approccio coordinato tra questi soggetti. “Sarebbe opportuno che si operasse in modo sinergico al fine di dotare il paese di un piano infrastrutturale adeguato, capace di far fronte ai trend dei nuovi traffici e, soprattutto, capace di fargli acquisire un maggiore potenziale in termini di efficienza, utile a conferirgli una più ampia autonomia e sovranità”.
Hub strategico
Questo piano dovrebbe muoversi, comunque, nel quadro delle reti strategiche europee, le Ten. Uno di questi hub strategici, per Romeo, “è senz’altro il porto di Gioia Tauro, che con i suoi 18 metri di profondità è uno dei pochi in grado di ospitare le gigantesche navi porta container che provengono dai paesi asiatici. Tuttavia, anche questa struttura si limita a spostare container dalle grandi navi a quelle più piccole che portano le merci nei porti in cui saranno riassemblate”.
Collegare il porto all'Alta velocità
Da Gioia Tauro passano ogni anno 3 milioni di teu (twenty foot equivalent, la misura standard di volume nel trasporto di container). Troppo pochi, per Romeo, perché “Gioia Tauro potrebbe diventare il centro delle attività di smistamento per tutta la rete ferroviaria nazionale”. Ma occorre “connettere il gateway logistico di questo attracco commerciale direttamente alle linee ad alta velocità per le merci che sono state previste dai capitolati europei del corridoio Berlino Palermo”. Come racconta anche Giovanni Saccà, professore dell’università di Verona, è decisivo il collegamento diretto della ferrovia con il porto. Questo potenziamento deve essere attuato per potenziare la rete commerciale, senza dare sempre priorità al traffico passeggeri.
L'impatto sul Nord
E questo potrebbe avere un impatto anche sul Nord, come ribadisce Giacomo Borruso, professore di economia dei trasporti a Trieste: “Una migliore infrastrutturazione del Sud potrebbe portare benefici anche al Nord. Lo dicono chiaramente i dati: il Pil del Mezzogiorno è calato di tredici punti tra il 2008 e il 2013 e, nello stesso periodo, c’è stata una perdita di quattro milioni di posti di lavoro che ha pesato su tutto il paese. In questo senso, però, il piano strategico per i porti apre prospettive interessanti”. Sempre che sia attuato in maniera corretta. Anche per questo, sollecita l’ex sottosegretario alle Infrastrutture Bartolomeo Giachino (Fi), “ci aspettiamo una presa di posizione pubblica del Governo a favore dell’infrastrutturazione del Sud, altrimenti i porti del Nord Europa, come quello di Rotterdam, continueranno a essere più convenienti per arrivare nella Pianura padana”.
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