Economia circolare – Parlamento Ue vuole target piu' ambiziosi
La plenaria rivede al rialzo gli obiettivi Ue sull'economia circolare, in particolare per quanto riguarda il riciclaggio.
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Il pacchetto economia circolare esce dalla plenaria del Parlamento europeo ritoccato: con target più ambiziosi, in particolare per quanto riguarda le norme sul riciclaggio, il testo (composto di 4 risoluzioni) torna sostanzialmente alla sua “versione originale”, quella inizialmente proposta dalla Commissione europea.
Risale infatti al dicembre 2014 l'annuncio, da parte del vicepresidente della Commissione Ue responsabile per la Qualità della legislazione Frans Timmermans, di voler ritirare le norme relative al pacchetto sull'economia circolare presentate dal precedente Esecutivo Ue, guidato da José Manuel Barroso, con la promessa di "farne di migliori".
A seguito di una consultazione pubblica, il nuovo pacchetto economia circolare è stato presentato il 2 dicembre 2015 nel corso di una seduta plenaria del Parlamento europeo. Gli eurodeputati intervenuti durante il dibattito – in particolare quelli dei gruppi S&D, Alde, EFDD e ECR – hanno sottolineato la mancanza di ambizione dell’Esecutivo Ue con riferimento ad alcuni obiettivi.
Il testo approvato a larghissima maggioranza dalla plenaria segue la direzione indicata da gran parte degli europarlamentari e - per citare le parole della relatrice Simona Bonafé (PD), - “ripristina gli ambiziosi obiettivi originariamente proposti dalla Commissione europea nel 2014”.
L'asticella degli obiettivi comuni Ue, dunque, si innalza, prevedendo:
- riciclo dei rifiuti urbani pari al 70% al 2030 (invece del 65% proposto nel 2015 dalla Commissione);
- riciclo degli imballaggi all'80% (anziché al 75%);
- obbligo di riduzione della percentuale del conferito in discarica del 5% (la Commissione proponeva il 10%).
Per quanto concerne quest'ultimo punto, gli eurodeputati prevedono possibili proroghe, a determinate condizioni, per gli Stati membri che nel 2013 hanno conferito in discarica oltre il 65% dei rifiuti urbani (Paesi come Cipro, Croazia, Grecia, Lettonia, Malta e Romania, infatti, ricorrono alla discarica per oltre i tre quarti dei loro rifiuti).
Fra le altre importanti novità del pacchetto economia circolare vi è l'introduzione dell’obbligo per tutti gli Stati membri della raccolta degli scarti da cucina nel corso della differenziata. La proposta prevede, nello specifico, l'estensione dell'obbligo di differenziare - oggi limitato a carta, vetro e plastica - all'umido, ai rifiuti domestici pericolosi (come ad esempio le vernici) e agli indumenti. Per quanto riguarda l'umido, si incentiva la produzione di compost di qualità con un riciclo che privilegia la depurazione organica.
Il testo adottato, inoltre, introduce criteri per individuare la responsabilità finanziaria e operativa dei produttori, con incentivi per coloro che commercializzano prodotti più “verdi” e incoraggiano il recupero e il riciclaggio alla fine del ciclo di vita.
Gli eurodeputati propongono di ridurre lo spreco alimentare del 30% entro il 2025 e del 50% entro il 2030, prevedendo facilitazioni per il cibo da donare.
Le quattro risoluzioni approvate in plenaria rappresentano la posizione negoziale del Parlamento in vista dei negoziati con il Consiglio dei ministri Ue, che deve ancora adottare la propria posizione.
Galletti: ci attende un negoziato non semplice
“Siamo contenti che il Parlamento europeo abbia scelto di procedere con decisione sulla strada dell’economia circolare”, dichiara il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti commentando l’approvazione del pacchetto da parte dell’Europarlamento.
“Il testo approvato è molto elevato nei target e, per quanto ci riguarda, non potrà prescindere da un punto sul quale lavoriamo in Consiglio europeo dal primo giorno: l’armonizzazione delle regole, ovvero una spinta di pari intensità da parte degli Stati membri e un’effettiva comparabilità tra le loro performance. Ci attende un negoziato non semplice - conclude il ministro - ma è indispensabile arrivare a un testo molto ambizioso in grado di avviare l’Europa verso un futuro di crescita sostenibile”.
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