Economia circolare – progetto pilota UE rivolto alle PMI
La Commissione europea lancia un invito per rafforzare l’economia circolare tra le PMI attraverso formazione, policy e soluzioni innovative.
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Formazione e consulenza in materia di efficienza delle risorse, eco-innovazione ed economia circolare. Sono i temi al centro dell’invito a manifestare interesse pubblicato dalla Commissione europea e rivolto alle organizzazioni di sostegno alle PMI, ai fornitori di soluzioni green e alle autorità regionali europee.
Pacchetto economia circolare
Di dicembre 2014 l'annuncio, da parte del vicepresidente della Commissione Ue responsabile per la Qualità della legislazione Frans Timmermans, di voler ritirare le norme relative al pacchetto sull'economia circolare dal programma della Commissione 2015, con la promessa di "farne di migliori il prossimo anno".
A seguito di una consultazione pubblica, il nuovo pacchetto economia circolare è stato presentato il 2 dicembre 2015 per essere sottoposto poi al vaglio del Parlamento europeo, che a marzo di quest’anno ha chiesto alla Commissione di mantenere obiettivi ambiziosi prevedendo:
- riciclo dei rifiuti urbani pari al 70% al 2030 (invece del 65% proposto nel 2015 dalla Commissione);
- riciclo degli imballaggi all'80% (anziché al 75%);
- obbligo di riduzione della percentuale del conferito in discarica del 5% (la Commissione proponeva il 10%).
Fra le altre importanti novità del pacchetto economia circolare vi è l'introduzione dell’obbligo per tutti gli Stati membri della raccolta degli scarti da cucina nel corso della differenziata. Il testo, inoltre, introduce criteri per individuare la responsabilità finanziaria e operativa dei produttori, con incentivi per coloro che commercializzano prodotti più “verdi” e incoraggiano il recupero e il riciclaggio alla fine del ciclo di vita.
Progetto pilota per rafforzare l’economia circolare tra le PMI
Dall'adozione del pacchetto, la Commissione europea ha osservato una maggiore propensione da parte delle imprese ad adottare strategie per il risparmio delle risorse, a favore dell’ecoinnovazione e dell’economia circolare.
Tuttavia, le PMI si trovano ad affrontare ostacoli significativi nell’adottare strategie e pratiche di questo tipo, da un lato per via delle limitate capacità organizzative, tecnologiche e finanziarie, dall’altro a causa delle maggiori difficoltà riscontrate nell’accesso ai finanziamenti.
Il progetto pilota lanciato ora dalla Commissione in collaborazione con KPMG, Ecofys, CSR Netherlands e Circle Economy intende fornire conoscenze e strumenti affinché le PMI possano iniziare a trarre vantaggi dall’economia circolare.
La call si articola in tre componenti:
- Formazione: corsi ad hoc, da parte delle associazioni rappresentative delle PMI, adattati alle specifiche esigenze delle aziende coinvolte, su temi quali gli strumenti finanziari e non funanziari dell'UE per promuovere soluzioni green (da Horizon 2020 a EU Ecolabel...) e il green pulblic procurement (GPP);
- Supporto ai fornitori di soluzioni per l’economia circolare: tali soluzioni possono riguardare qualsiasi prodotto, processo, servizio, tecnologia, modello aziendale o strumento eco-innovativo che sia stato sviluppato e/o implementato e che contribuisca all’efficienza delle risorse e all’economia circolare. Una volta identificati i fornitori di soluzioni verdi, verrà lanciata un'altra call per selezionare le PMI interessate a replicare tali soluzioni;
- Policy: la terza parte della call si rivolge alle autorità regionali dell’Unione europea interessate a ricevere consulenze sulle misure politiche in grado di stimolare l’economia circolare fra le PMI.
C’è tempo fino al 18 settembre 2017 per partecipare.
> Progetto pilota UE per l'economia circolare: invito a manifestare interesse
Progetto Retrace per l’economia circolare
Il tema della transizione verso il modello di economia circolare è anche al centro del progetto Retrace, finanziato con fondi europei del programma Interreg Europe.
Il progetto - che vede capofila il Politecnico di Torino (capofila) e coinvolge la Regione Piemonte, la Fondazione Azaro e Agenzia Beaz nei Paesi Baschi (Spagna), l’École Supérieure des Technologies Industrielles Avancées (ESTIA) e l’Association Pour l’Environnement et la Sécurité en Aquitaine (APESA) in Aquitania (Francia), l’ Ufficio governativo per le politiche di coesione europea (Slovenia) e l’Ufficio per lo sviluppo della Regione Nord Est (Romania) – sostiene l’economia circolare come fattore di innovazione e competitività.
Avviato nel 2016, Retrace (che può contare su un budget complessivo di oltre 1 milione e mezzo di euro) si concluderà nel 2020 con la produzione di un Piano d’Azione per ciascuna regione quale base per applicare a livello regionale le buone pratiche apprese.
Dal rapporto di analisi del primo anno di attività di Retrace emerge un quadro di interessanti potenzialità relativamente alle competenze, alle tecnologie e alle risorse disponibili. In particolare, Retrace sostiene il passaggio ad un modello industriale sistemico dove gli scarti diventano risorse, con il coinvolgimento armonico di tutti i soggetti istituzionali, del mondo produttivo e della ricerca e con la costruzione di reti di relazioni territoriali.
Alcuni esempi concreti: nel settore automotive, in Piemonte, circa l’85% dei veicoli usati viene attualmente recuperato grazie all’opera di oltre 150 impianti di trattamento attivi sul territorio regionale; nell’edilizia, i materiali da costruzione e demolizione non pericolosi sono recuperati per circa il 90% in oltre 600 impianti.
Photo credit: Lauren Jong
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