Strategia energetica nazionale – si punta all’uscita dal carbone
La Strategia energetica nazionale punta a un’economia a carbone zero. E il Governo sta pensando a incentivi per auto elettriche e metano.
> Strategia energetica nazionale – le osservazioni delle maggiori associazioni
> Strategia energetica nazionale – la posizione delle Regioni
“Nella SEN indicheremo l'obiettivo politico phase out dal carbone entro il 2025”. L’annuncio viene dal ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda nel corso dell’audizione in commissioni riunite Ambiente e Attività produttive di Camera e Senato sugli esiti della consultazione pubblica sulla Strategia energetica nazionale. Abbandono del carbone che riguarda, nello specifico, la produzione elettrica.
“A Terna chiederemo che nel Piano di sviluppo al 2025 vengano valutate le infrastrutture necessarie per assicurare la sicurezza del sistema”, in particolare riguardo al tema delicato delle centrali di Brindisi Nord, Torrevaldaliga Nord e in Sardegna, aggiunge Calenda.
Che l’abbandono del carbone sia un obiettivo del Governo lo dimostrano anche le parole del premier Paolo Gentiloni, che in concomitanza con l’audizione visitava la bioraffineria Eni di Porto Marghera, dichiarando che “l’economia a carbone zero è un traguardo: dobbiamo essere tutti consapevoli a livello internazionale che bisogna andare verso questo obiettivo”.
Un orientamento, quello espresso nella SEN, condiviso anche dagli ambientalisti, con il WWF che parla di “un primo passo per far sì che l’Accordo di Parigi possa diventare una realtà nel nostro Paese e non solo una promessa”.
In uno studio commissionato proprio da WWF Italia e pubblicato nei giorni scorsi, il REF-E ha dimostrato che lo stop al carbone entro il 2025 è possibile senza incrementare la capacità a gas e considerando lo sviluppo di accumuli, la partecipazione attiva della domanda ai mercati ed il potenziamento dell’infrastruttura di rete.
No al carbone, sì alle rinnovabili
Oltre al phase out dal carbone, la Strategica energetica nazionale punta ad innalzare l’obiettivo di approvvigionamento con le energie rinnovabili entro il 2030. E sarà il fotovoltaico il cavallo su cui puntare: entro il 2030, infatti, la quota di energia proveniente dal fotovoltaico dovrebbe aumentare di circa l’80%, annuncia il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti nel corso dell’audizione.
Rinnovabili sì, possibilmente senza andare ad impattare negativamente sul consumo di suolo e sul paesaggio. Il titolare del dicastero dell’ambiente su questo punto è chiaro: "Nella stesura definitiva della Strategia energetica nazionale segnaliamo l'urgenza di approvare la norma ferma al Senato sul consumo di suolo che già detta regole precise sull'uso del suolo non ancora impermeabilizzato".
I numeri della consultazione
251 i contributi completi ricevuti, di cui il 14% da parte di cittadini, il 25% da aziende, il 28% da associazioni di categoria, il 24% da associazioni ambiente e consumatori e il 10% da mondo accademico, autorità pubbliche e società di ricerca.
838 i contributi tematici e 805 i commenti, con particolare interesse per rinnovabili, efficienza, sicurezza e mercati energetici.
Cosa chiedono imprese, associazioni di categoria e ambientalisti sulle rinnovabili
Il tema rinnovabili, insieme a quello efficienza energetica, è stato il più commentato della consultazione. Molti dei contributi sostengono che sia necessario prevedere un obiettivo al 2050.
Per quanto riguarda l’obiettivo al 2030, la maggior parte delle associazioni ambientaliste richiede obiettivi più ambiziosi, come la quota del 30% di rinnovabili e del 55% per le rinnovabili elettriche. A richiedere un obiettivo al 55% sull’elettrico vi è anche uno fra i principali operatori energetici nazionali. Associazioni di categoria e aziende mostrano generalmente maggiore prudenza, richiedendo, in alcuni casi, una più accurata valutazione costi-benefici delle specifiche azioni.
Quanto agli strumenti di promozione delle rinnovabili, il focus dei contributi è principalmente sulle aste per il triennio 2018-2020. Diffusa la richiesta di continuità con l’attuale schema di incentivazione in capo al GSE per il prossimo triennio; dunque, con meccanismi d’asta per i grandi impianti, registri per piccoli impianti e meccanismi di accesso diretto per i micro-impianti.
Altrettanto diffusa la condivisione del passaggio a tariffe per differenza a due vie, ovvero con restituzione alla parte pubblica nel caso il prezzo di mercato dell’energia elettrica salga oltre al valore della tariffa assegnata.
Più dibattuta la questione della neutralità tecnologica nei meccanismi d’asta: sebbene alcune importanti associazioni di categoria delle imprese si dicano favorevoli al principio, sono sempre presenti richieste di “eccezioni” per le tecnologie più costose. L’orientamento prevalente di molti operatori è invece quello di richiedere esplicitamente aste settoriali.
E ancora, sempre sul fronte dei meccanismi di promozione, quasi tutti i produttori richiedono il mantenimento di tariffe settoriali per i piccoli impianti, anche dopo il 2020, sostenendo le ragioni della categoria di riferimento e le collegate ricadute positive su territorio e occupazione.
Efficienza energetica: dall'ecobonus agli ecoprestiti
Tutti i contributi alla consultazione pubblica sulla SEN concordano sulla necessità di promuovere l’efficienza energetica nel panorama degli impegni ambientali assunti in tema energetico, potenziando e stabilizzando gli strumenti a supporto.
Come? Per il settore residenziale, ad esempio, molti evidenziano la necessità di dotarsi di una strategia per la riqualificazione del parco immobiliare che preveda degli obiettivi intermedi e finali.
Quasi tutti chiedono la stabilizzazione dell’ecobonus, alcuni sono contrari all’introduzione di massimali di costo specifici, molti concordano sulla graduazione del beneficio rispetto al risparmio ottenibile.
Unanime l'appoggio all'istituzione di un fondo di garanzia per gli ecoprestiti.
Possibili incentivi alle auto elettriche e a metano
"Stiamo ragionando sulla possibilità di incentivare il passaggio all'auto elettrica e a metano soprattutto per famiglie che hanno redditi bassi e macchine vecchie". L’annuncio viene da Calenda, a margine della presentazione del rapporto Greentaly poche ore prima della presentazione della Strategia.
Il ragionamento portato avanti dal ministro nel presentare i risultati della consultazione sulla SEN parte da un assunto: mentre grazie a misure incentivanti quali il super ammortamento le flotte aziendali hanno subito uno svecchiamento, nel caso dei privati, e in particolare delle famiglie a basso reddito, è vero il contrario.
Quella proposta da Calenda in audizione è ancora solo la bozza di una proposta: una misura che stanzi risorse per incentivare la mobilità sostenibile. Risorse che potrebbero liberarsi dalla quota a3 della bolletta, idea che però si è già scontrata con le prime critiche da parte di alcuni dei deputati e senatori presenti all’audizione.
Ma come dovrebbero essere impiegate tali risorse? Calenda ipotizza tre scenari: per aiutare le famiglie a basso reddito a cambiare le vetture inquinanti e pericolose, o ancora per incentivare l’uso del car sharing, o per sostenere l’elettrificazione e lo sviluppo di carburanti alternativi.
Qualsiasi sia la strada che il Governo deciderà di percorrere, Galletti ci tiene a sottolineare che “l’obiettivo, oltre a svecchiare il parco macchine e renderlo più efficiente sotto il profilo ambientale, è quello di diminuire l’utilizzo dell’auto”.
Il nodo rigassificazione
“Non ci sarà una nuova capacità di rigassificazione” nella Strategia energetica nazionale. “Al momento riteniamo di lasciare un punto di sospensione” su questo tema: “faremo un monitoraggio sul tema, se ci sarà un’opportunità per aumentare la capacità”, afferma Calenda.
Necessaria una cabina di regia
“Il tema della governance è determinante al fine degli effetti che saranno prodotti dalla Strategia energetica nazionale. Oltre ai ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente, la SEN tocca anche i ministeri dell’Agricoltura, dei Trasporti e dell’Economia”. Proprio per questo “è indispensabile una cabina di regia”, nota Galletti.
“La SEN – aggiunge - deve parlare con le altre strategie ambientali che stanno venendo avanti. Tutte queste strategie dovranno parlare fra loro. E’ importante istituire una cabina regia per metterle a sistema, è importante per lo sviluppo economico del Paese non solo per la salvaguardia dell’ambiente”.
Photo credit: Dllu
o