Recovery Fund: ridotta la task force del Piano nazionale ripresa e resilienza
Prosegue il lavoro del Governo in vista della presentazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, finanziato dai fondi europei del Recovery Fund. Ridimensionata la task force tecnica: secondo quanto anticipato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, passa da 300 a 90 membri.
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Quei 209 miliardi sono per il nostro Paese la sfida della vita, sarebbe doloroso non arrivare fino in fondo, ha affermato il premier Giuseppe Conte, in un colloquio con il Corriere della Sera, in merito alle risorse del Recovery Fund, il più importante tassello nella cornice del pacchetto UE per la ripresa dal Covid-19 Next Generation EU.
Dopo le proteste dei partiti della maggioranza, e non solo, la maxi struttura tecnica che si occuperà del monitoraggio dell’attuazione dei progetti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) - una volta incassato il via libera alle risorse da parte della Commissione europea - si avvia verso una drastica riduzione dei suoi componenti: da 300 a 90, con un supervisore unico e sei manager.
Recovery plan: sei manager a capo del PNRR
Al netto del taglio dei membri del team di supporto, l’impianto della governance resta quello proposto dal premier Giuseppe Conte.
Nello specifico, l’ipotesi è che a coordinare i lavori sia il Comitato interministeriale per gli affari europei (CIAE), che ha già giocato un ruolo fondamentale nel definire le linee guida definitive del Recovery plan nazionale, coadiuvato da un nuovo organo politico: un comitato esecutivo composto dallo stesso premier, dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e dal ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli.
Parallelamente a questo organo, le redini dei singoli progetti sarebbero in mano a un comitato composto da sei manager, uno per ogni progetto del Piano di ripresa e resilienza, con poteri speciali. Un modo per evitare che la burocrazia rallenti i lavori e per permettere ai manager di sostituirsi ai soggetti attuatori (enti, istituzioni, imprese), laddove necessario. "Persone con forti competenze e capacità di coordinamento, dobbiamo coinvolgere il meglio del Paese, individuando 50 nomi per ognuno dei sei team. Non per assegnare centinaia di incarichi, ma per selezionare esperti in grado di seguire passo dopo passo la realizzazione dei lavori", ha spiegato Conte.
La loro azione sarà supportata dalla già citata task force di 90 persone, mentre il ministro per gli Affari europei Enzo Amendola avrà il compito di gestire i rapporti con Bruxelles per aggiornare la Commissione sull’andamento dei lavori. Lo stesso Amendola ha ricordato come siano le linee guida europee a ritenere "indispensabile un meccanismo non ordinario di attuazione e gestione dei progetti" del Recovery Fund e ha inoltre rassicurato sul "costante coinvolgimento del Parlamento".
Fonti di governo spiegano che l’intero assetto dovrà essere definito con una norma da inserire nella legge di Bilancio. Tuttavia, occorre accelerare le tempistiche per poter stilare l’emendamento prima dell’approvazione della Manovra 2021 in commissione alla Camera.
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Recovery Fund, un'occasione unica per l'Italia
Sempre nel suo intervento al Corriere, il premier Conte ha smentito le voci a proposito del ritardo italiano sul fronte Recovery Fund, dichiarando che "con l'Europa abbiamo studiato un percorso a scorrimento veloce del Recovery. Stiamo facendo tantissimo, nonostante il clima di confusione che ogni tanto si alza".
Poi Conte ha aggiunto: "L'UE, con la presidente Ursula von der Leyen, ha messo su una struttura con la quale giorno per giorno ci confrontiamo. Il prossimo passaggio richiederà il coraggio di selezionare i progetti migliori e quando arriveremo alla fine saranno già stati esaminati".
La stessa presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, durante il suo intervento all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Bocconi, ha colto l'occasione per ricordare la via maestra per il piano nazionale a cui Roma sta lavorando a stretto contatto con i servizi di Bruxelles, in vista della scadenza di gennaio.
Per von der Leyen, il Recovery Fund rappresenta "un'occasione unica per l'Italia, per riprendere in mano il proprio futuro reinventandosi ancora una volta" e porterà "un'ondata di investimenti pubblici senza precedenti per l'economia italiana", ma sarà un successo "solo se l'Italia farà la sua parte, con riforme giuste e un approccio strategico agli investimenti".
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