Innovazione – in Italia performance moderate
Piemonte e Friuli sono le sole Regioni italiane considerate “hub innovativi” dall'Innovation Scoreboard 2016 della Commissione Ue.
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Pur migliorando le proprie capacità di innovazione, l'Italia è solo 17esima nella classifica stilata dalla Commissione europea nell'ultima edizione dell'Innovation Scorebard. Il ranking stilato annualmente dall'Esecutivo, che comprende l'Innovation Union Scoreboard, offre una panoramica dello stato dell'innovazione nei Paesi Ue, e un quadro di valutazione analogo sul rendimento in termini di innovazione delle Regioni europee.
Innovation Scorebard 2016: Italia fra gli innovatori moderati
E' la Svezia a guidare la classifica europea, in testa al gruppo dei leader dell'innovazione del Continente, seguita da Danimarca, Finlandia, Germania e Paesi Bassi.
Fra gli innovatori forti (quelli il cui tasso di innovazione è superiore alla media Ue) si piazzano invece Austria, Belgio, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Slovenia e Regno Unito.
A seguire, il terzo gruppo di Paesi di cui si compone lo Scoreboard stilato dalla Commissione europea è quello degli “innovatori moderati”, di cui fa parte l'Italia insieme a Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Portogallo, Slovacchia, Spagna e Ungheria, Slovacchia e Spagna.
In fondo alla classifica, gli "innovatori modesti", Bulgaria e Romania.
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I Paesi in cui l'innovazione registra un'espansione più rapida sono Lettonia, Malta, Lituania, Paesi Bassi e Regno Unito, anche se l'Italia ha accresciuto negli ultimi sette anni le proprie capacità di innovazione più della media europea (dal 2008 al 2015 tale capacità è cresciuta nel Bel Paese dell'1,5%, contro una media Ue dello 0,7%).
Distinguendo il livello di innovazione per categorie, la Svezia risulta leader per le risorse umane e la qualità della ricerca accademica; la Finlandia per le condizioni del quadro finanziario; la Germania per gli investimenti privati in innovazione; il Belgio per reti d'innovazione e l’Irlanda per l'innovazione nelle PMI.
Complessivamente, si legge in una nota della Commissione, si evince che nell'Unione europea l'innovazione guadagna terreno rispetto al Giappone e agli Stati Uniti.
Regional Innovation Scoreboard: Piemonte e Friuli leader in Italia
Poli innovativi regionali esistono anche in Paesi innovatori moderati, si legge nella nota diramata dall'Esecutivo Ue: Piemonte e Friuli-Venezia Giulia in Italia, País Vasco in Spagna e Bratislavský kraj nella Repubblica slovacca.
Sono le due Regioni italiane, infatti, le uniche ad essere classificate “Strong Innovators” nel Regional Innovation Scoreboard, che propone una fotografia dell'innovazione in 214 Regioni Ue e della Norvegia. Seppur annoverate fra le 65 Regioni forti, sia il Piemonte che il Friuli-Venezia Giulia segnano però una diminuzione delle performance d'innovazione negli ultimi due anni, rispettivamente dell'8% e del 10%.
Punti di forza sono, per entrambe le Regioni, le PMI che presentano innovazioni di prodotto o processo e l'export di prodotti di media ed alta tecnologia. Punti di debolezza per entrambe sono invece rappresentati dal livello della spesa pubblica in ricerca e sviluppo, dall'istruzione terziaria e dalle collaborazioni esterne delle PMI innovative.
La peggiore fra le Regioni italiane in termini di innovazione è la Sardegna, che si piazza fra gli innovatori modesti (con un calo delle performance d'innovazione negli ultimi due anni del 15%). Tutte le altre Regioni sono annoverate fra gli innovatori moderati.
Conclusioni e commenti
Nel complesso, nota la Commissione, il propulsore fondamentale per diventare un leader nell'innovazione è l'adozione di un sistema di innovazione equilibrato, che combini un livello adeguato di investimenti pubblici e privati, partnership efficaci per l'innovazione tra imprese e mondo accademico, una solida base di istruzione e la ricerca di eccellenza. Gli effetti economici dell'innovazione devono tradursi in vendite ed esportazioni di prodotti innovativi, da un lato, ed occupazione, dall'altro.
La specializzazione in tecnologie abilitanti fondamentali aumenta le rese innovative regionali, in particolare nel campo dei materiali avanzati, delle biotecnologie industriali, della fotonica e delle tecnologie di fabbricazione avanzate.
Secondo la Commissione, nel corso dei prossimi due anni vi sarà un miglioramento delle rese innovative dell'Ue. Per il prossimo anno la maggioranza delle imprese prevede di mantenere o aumentare il livello di investimenti nell'innovazione, mentre in Romania, a Malta e in Irlanda le imprese segnalano la propensione ad aumentarli.
“A livello europeo occorre semplificare il regolamento sull'IVA, adeguare le norme in materia d'insolvenza, rendere più accessibili le informazioni sulle prescrizioni normative e impegnarsi ad elaborare un quadro giuridico in materia di proprietà intellettuale che sia chiaro e tenga conto delle esigenze delle PMI. Dobbiamo inoltre continuare ad adattare il mercato unico, affinché servizi innovativi quali l'economia collaborativa vi trovino un proprio spazio”, dichiara la commissaria per il Mercato interno, l'industria, l'imprenditoria e le PMI Elzbieta Bienkowska.
“I Paesi e le Regioni leader sostengono l'innovazione in un'ampia gamma di ambiti, come per esempio gli investimenti e l'istruzione, le condizioni di lavoro flessibili e la capacità delle amministrazioni pubbliche di valorizzare l'imprenditorialità e l'innovazione. Anche la Commissione fa la propria parte promuovendo l'innovazione in vari campi. Ma non solo, stiamo anche migliorando l'accesso ai finanziamenti privati attraverso il piano di investimenti per l’Europa da 315 miliardi di euro, l'Unione dei mercati dei capitali e lavoriamo alla creazione di un nuovo Consiglio europeo per l'innovazione”, sottolinea il commissario per la Ricerca, la scienza e l'innovazione Carlos Moedas.
“Le strategie per la specializzazione intelligente aiutano gli Stati membri e le Regioni a far leva sulle loro potenzialità concorrenziali nell'ambito della ricerca e dell'innovazione e a trovare occasioni di collaborazione tra il mondo imprenditoriale e quello accademico. In quanto tali fungono da bussole degli investimenti a lungo termine, sostenute dai fondi SIE e, quando possibile, da altre fonti di finanziamento Ue. Ciò contribuisce in grande misura alla transizione dell’Europa verso un’economia basata sulla conoscenza”, nota la commissaria per la Politica regionale Corina Cretu.
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