Efficienza energetica – Confindustria, leva per crescita e PIL
Per ogni euro di spesa pubblica in efficienza energetica si possono ottenere 1,5 euro.
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I dati contenuti nel quarto Rapporto sull’efficienza energetica realizzato da Confindustria, in collaborazione con Rse ed Enea, parlano chiaro. Efficienza e sostenibilità ambientale sono le parole d’ordine per far ripartire il sistema industriale italiano, e non solo.
I ricercatori spiegano che “la mappatura delle tecnologie e delle filiere italiane per l’efficienza è stata operata partendo dall’analisi del contesto e delle soluzioni, esistenti o previste al 2030, per individuare le potenzialità e le eccellenze, spesso nascoste, del nostro Paese”.
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IV Rapporto sull’efficienza energetica
Nel periodo 2020-2030 si potrebbero ottenere riduzioni cumulate della fattura energetica per 85,8 MTep e delle emissioni climalteranti per 337 Mton CO2 con un complessivo impatto positivo sul sistema economico per circa 106,8 miliardi di euro. Ciò equivale a dire che, per ogni euro di spesa pubblica investito in efficienza, si possono ottenere 1,5 euro in termini di aumento dell’occupazione, investimenti privati, energia risparmiata e benefici ambientali.
Inoltre, le politiche attive per la decarbonizzazione potrebbero far crescere la domanda finale al 2030 di 543 miliardi di euro. Ciò implicherebbe un incremento del valore della produzione industriale italiana di 1.019 miliardi di euro (1,9% medio annuo, 867 miliardi al netto dei beni intermedi importati), un’occupazione più elevata di 5,7 milioni di unità lavorative anno (+1,4% annuo) e un incremento del valore aggiunto di 340 miliardi di euro (+1,4% medio annuo).
Il rapporto tiene poi conto degli effetti positivi che gli investimenti in efficienza energetica avrebbero sul bilancio statale (per 69,1 miliardi di euro) e sul sistema energetico (37,7 miliardi). Complessivamente, stima il rapporto, l’aumento della domanda comporterebbe un impatto complessivo positivo sul sistema economico per circa 106,8 miliardi di euro cumulati nel periodo 2016-2030.
L’efficienza energetica può dunque rappresentare un irrinunciabile volano per la crescita, a patto che, suggerisce Confindustria, si adotti un approccio strutturale sul tema, si integrino maggiormente le politiche ambientali di sostenibilità con quelle energetiche e si effettui una scelta precisa sui vincoli di spesa che bloccano molti investimenti ad alto potenziale.
Estratto dal IV Rapporto sull'efficienza energetica
Confindustria, con l’affiancamento di partner scientifici quali RSE ed Enea, e l’ausilio del CSC in questo nuovo studio, il quarto dal 2006, intende identificare le tecnologie per l’efficienza energetica di maggiore interesse per il Paese (sulla base di dati specifici forniti da Associazioni e Aziende coinvolte) valutandone gli odierni potenziali, i possibili scenari evolutivi in relazione ai nuovi target ambientali e agli effetti economici, sia a livello macro che di microanalisi. A valle di una sintetica rappresentazione del quadro normativo, il lavoro è composto da quattro sezioni fondamentali:
1) Mappatura delle tecnologie e delle filiere italiane per l’efficienza. Analisi del contesto e delle soluzioni, esistenti o previste al 2030, per individuare le potenzialità e le eccellenze, spesso nascoste, del nostro Paese.
2) Assessment delle tecnologie, analisi del potenziale teorico e delle relative barriere. Nell’assessment si propone una valutazione comparativa fra soluzioni “baseline di mercato” e “top di gamma” per comprendere le esternalità ambientali ottenibili e la sostenibilità economica per gli utenti a livello di singolo intervento. In base ai costi e ai benefici sottesi, le soluzioni analizzate vengono quindi replicate su scala nazionale per ottenere i risparmi energetici potenziali, considerati teorici a causa delle attuali barriere alla diffusione dei sistemi efficienti.
3) Scenari energetici e proposte di policy. Applicazione alla “tendenziale” evoluzione dei consumi al 2030 - dettata dalle politiche per la lotta ai cambiamenti climatici attualmente in campo - di apposite proposte di policy, atte ad incrementare l’efficienza energetica italiana.
Questi i due diversi scenari presi in considerazione:
- Lo Scenario di “riferimento” è una simulazione cost based che mostra lo sviluppo delle tecnologie in esame nel caso venissero traguardati gli obiettivi previsti dalla Strategia Energetica Nazionale al 2020 (riduzione del 21% delle emissioni rispetto al 2005, riduzione dei consumi finali previsti del 24% e incremento del 21% delle fonti rinnovabili sul consumo finale), ma non venissero posti ulteriori target vincolanti;
- Lo Scenario di “policy” è una proiezione che vede nell’efficienza energetica una risposta alla decarbonizzazione del sistema energetico in presenza di un vincolo alle emissioni nazionali al 2030, come previsto dalla Commissione Europea. Indica il possibile sviluppo delle tecnologie in esame grazie ad apposite policy per il sostegno dell’efficienza energetica. Le proposte di policy di Confindustria sono calate all’interno di uno scenario energetico nazionale con l’intento di bilanciare i tre pilastri della sostenibilità. Confindustria prevede notevoli benefici economici, ambientali e sociali dallo sviluppo di un quadro regolatorio favorevole e di oculate politiche per il sostegno dell’efficienza energetica atte a sviluppare le tecnologie nazionali; dare maggiore attenzione alle ricadute interne (occupazione, domanda e sviluppo settoriale); contenere qualitativamente gli inquinanti locali; e superare le criticità che attualmente impediscono la diffusione di best practice e l’effettiva ripresa delle filiere.
4) Effetti economici e ricadute per il sistema Italia nel mercato globale. Valutazione dei potenziali impatti economici delle proposte di policy sia a livello nazionale (prodotto interno lordo, valore aggiunto, occupazione, ecc.) che internazionale (competitività settoriale, scambi commerciali, ecc.).
Sono individuate, in particolare, due possibili stime in relazione alla crescita economica correlata dello scenario di policy:
- La prima considera gli effetti economici dell’incremento dell’efficienza energetica in caso di soddisfacimento della domanda nazionale di tecnologie per l’efficienza attraverso l’attivazione dell’industria italiana;
- La seconda valuta gli effetti economici dell’incremento dell’efficienza energetica in relazione ai rapporti competitivi transnazionali, considerando gli impatti macroeconomici della lotta ai cambiamenti climatici.
L’approccio utilizzato nell’assessment tecnologico e nell’analisi del potenziale teorico valuta le soluzioni dal punto di vista dell’utente, mentre l’approccio utilizzato nella definizione degli scenari energetici e delle ricadute economico-occupazionali, analizza il tema dal punto di vista del sistema Paese, calcolando i potenziali effetti derivanti dall’attuazione delle proposte di policy dei settori industriali. Se la “vision” è rappresentata dal contenimento del riscaldamento globale, come sancito dall’accordo internazionale di Parigi, e dall’incremento della produzione industriale, come sancito nell’industrial compact, questo studio vuole esprimere la “mission”, ovvero il duro percorso di avvicinamento all’ambizioso obiettivo ambientale, garantendo al contempo una crescita economica e occupazionale per il Sistema Italia.
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Il quarto rapporto sull’Efficienza Energetica di Confindustria va ad inserirsi nella discussione comunitaria sul Clean Energy Package proposto dalla Commissione il 30 novembre 2016 all’interno del quale è prevista una nuova proposta di direttiva sull’efficienza energetica. Il lavoro assume quindi particolare rilevanza non solo come proposta di policy ma anche come contributo costruttivo in termini di analisi di impatto economico ed ambientale delle nuove strategie per l’efficienza energetica nel nostro paese.
L’analisi, in continuità con i precedenti rapporti, è stata condotta sia sul piano micro-economico con riferimento alle singole tecnologie, sia con riferimento agli impatti macro-economici sul sistema complessivamente considerato.
L’analisi micro focalizza l’attenzione sull’efficienza energetica prendendo in considerazione investimenti finalizzati a ridurre i consumi energetici nei settori residenziale, terziario, industriale, trasporti ed elettrico.
L’analisi svolta ha dato continuità ad una visione olistica del tema efficienza energetica attraverso un approccio globale partendo da un’analisi e da una mappatura delle diverse tecnologie disponibili e del relativo potenziale per la filiera industriale italiana, completando l’analisi attraverso approfondimento sullo sviluppo di servizi energetici con una particolare attenzione alla valorizzazione della domanda e identificando le soluzioni di policy in grado di superare le criticità che attualmente impediscono l’effettiva ripresa del mercato.
Le strategie UE per l’efficienza energetica hanno già prodotto sostanziali benefici, ad esempio:
- I nuovi edifici consumano la metà di quelli costruiti negli anni ’80 e si sta procedendo verso la diffusione di strutture a energia “quasi zero”;
- L’intensità energetica dei paesi europei è scesa di oltre il 21% tra il 2000 e il 2014, trainata dal decoupling tra l’andamento della produzione industriale ed i consumi energetici delle imprese;
- Gli apparecchi di nuova generazione, grazie al miglioramento tecnologico e alla sempre maggiore attenzione all’efficienza e al risparmio energetico, si prevede possano far risparmiare annualmente ai consumatori 100 miliardi di euro – circa 465 € per ogni casa – nelle bollette energetiche al 2020;
- I Paesi europei hanno assunto impegni per mettere in esercizio 200 milioni di smart meters per l’energia elettrica e 45 milioni per il gas naturale entro il 2020, così da fornire maggiore contezza agli utenti dei propri consumi.
Il lavoro intende considerare soprattutto l’ulteriore potenziale di benefici incrementali che si prevede di ottenere nel prossimo futuro, tra cui:
- La diminuzione della dipendenza dalle importazioni di combustibili dall’estero, stimando che per ogni punto percentuale ottenuto in efficienza energetica, le importazioni europee scenderanno del 2,6%;
- Minori costi energetici, maggiore qualità dell’aria e protezione dal rumore esterno per chi abita o lavora in edifici ad alta efficienza;
- Opportunità di lavoro per le aziende europee che lavorano nel campo delle costruzioni o della produzione di apparecchi efficienti;
- Nuovi posti di lavoro nei settori delle costruzioni, della manifattura e della ricerca in campo ambientale.
Per la presente panoramica sul contesto tecnologico e sull’assessment tecnologico delle principali tecnologie che interessano i settori residenziale, terziario, industria e smart grids nel rapporto sono riportate le informazioni fornite dalle associazioni di categoria e, dove non disponibili, integrate con documenti e/o informazioni interne RSE e ENEA. Per quanto riguarda il settore residenziale, come si può vedere dai risultati contenuti nei capitoli precedenti, le sostituzioni dirette consentono all’utente finale di ottenere dei risparmi energetici, ma il conseguente beneficio economico non è tale da rendere l’acquisto di una tecnologia “efficiente” più profittevole rispetto a quella di baseline.
Gli interventi sull’illuminazione, invece, consentono di ottenere dei tempi di ritorno interessanti per un utente residenziale, mentre per le altre tecnologie analizzate il costo delle tecnologie “efficienti” rimane ancora troppo elevato rispetto alle tecnologie “baseline”, per cui assumono una grande importanza le varie azioni di supporto alla loro diffusione in ambito residenziale, in modo che vengano rese più profittevoli per l’utente finale.
Fondamentale è inoltre proseguire verso una maggiore connettività e consapevolezza energetica da parte dell’utente finale, che gli consentano di avere un ruolo più attivo all’interno del sistema energetico.
Il ruolo dell’ICT a tale proposito è fondamentale: un esempio è rappresentato dai moderni dispositivi di controllo e telegestione che, se opportunamente promossi, garantirebbero l’ottenimento di quei risparmi conseguibili solo attraverso una maggiore attenzione negli usi quotidiani dei vari impianti. La maggiore efficienza nel settore energetico consentirebbe alle imprese di migliorare i propri bilanci aiutando a rendere, nel medio periodo, le aziende italiane più competitive sui mercati internazionali. Inoltre gli investimenti finalizzati al conseguimento di una maggiore efficienza energetica rappresenterebbero un’opportunità di crescita per il sistema Paese e per le sue industrie. Abbiamo ritenuto inoltre opportuno validare l’intero studio dal punto di vista dell’impatto socioeconomico. Confindustria ha sempre ritenuto che un corretto sviluppo della green economy debba essere accompagnato dalla creazione di opportunità di sviluppo per le imprese italiane, di nuovi mercati e di nuovi investimenti. Nel settore delle tecnologie per l’efficienza energetica le competenze italiane non mancano, come già nei lavori precedenti avevamo avuto occasione di verificare. L’analisi di impatto macroeconomico delle politiche per l’efficienza energetica si conferma particolarmente rilevante anche in questo caso.
> IV Rapporto sull’efficienza energetica
ENEA lancia il portale dedicato all’efficienza energetica degli edifici
Si chiama 4E, ed è il portale messo a punto da Enea per supportare proprietari, progettisti, operatori, investitori e pianificatori nelle azioni e nelle decisioni relative al recupero energetico. 4E contiene informazioni su metodologie, software e politiche nazionali nel settore e si basa su strumenti portanti:
- il test interattivo 4ECAsa che permette a tutti di confrontare con pochi click i consumi della propria abitazione con quelli di un edificio di recente costruzione, con le medesime caratteristiche e ubicato nella stessa località, ma edificato con criteri di efficienza energetica. Il test suggerisce inoltre i passi da compiere per rendere l’abitazione più efficiente nel rispetto dell’ambiente. Attraverso la registrazione, il cittadino contribuirà a fornire a ENEA dati utili sui consumi reali e riceverà una sintesi qualitativa del potenziale risparmio energetico ed economico in virtù dei lavori di riqualificazione ipotizzati;
- il sistema DIPENDE (Database Integrato per la Pianificazione ENergetica dei Distretti Edilizi) che consente di accedere con facilità ai dati del patrimonio edilizio residenziale locale e regionale. L’applicazione è dotata di una visualizzazione georeferenziata per la Lombardia, consentendo analisi innovative rispetto agli usi abituali del catasto degli attestati di prestazione energetica (APE). Attualmente contiene oltre 100mila dati geografici e sociali dei 1.500 comuni lombardi riguardanti tipologie e componenti edilizie, impianti termici, certificazioni energetiche e incentivi per il recupero energetico.
Photo credit: Foter.com
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