Ance - nel 2017 investimenti ancora in negativo
Secondo l'Ance, anche il 2017 presenterà un segno negativo per le costruzioni.
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Secondo i dati dell’osservatorio dell’Ance, l’associazione dei costruttori, presentati oggi a Roma, il ciclo negativo del settore non accenna a fermarsi. E l’anno in corso ha davvero il sapore dell’occasione mancata. Gli stanziamenti per le opere pubbliche, infatti, sono decisamente ripartiti: l’aumento nel 2017 è stato di 23 punti. Il problema è che risulta ancora difficile tradurre queste risorse in cantieri. Come sta avvenendo, ad esempio, per il fondo investimenti da 47 miliardi.
L'andamento degli investimenti
Partiamo dalle stime sull’andamento degli investimenti in costruzioni. Se a inizio 2017 si ipotizzava una crescita dello 0,8% in termini reali, al netto dell’inflazione, quest’anno assisteremo invece a un calo. In pratica, la svolta ipotizzata pochi mesi fa non riuscirà a decollare.
La situazione del 2016
Un fenomeno avvenuto anche nel corso del 2016. L’anno scorso l’Ance aveva ipotizzato un aumento degli investimenti all’1%. Questa stima, nella versione finale, non andò oltre lo 0,3%. Fu il segno che molte delle politiche che erano state immaginate dal Governo lo scorso anno non hanno portato gli effetti desiderati.
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Crisi ancora in atto
Spiega il vicepresidente dell’associazione con delega al Centro Studi, Rudy Girardi: “Per le costruzioni la crisi non è ancora finita. Seppure gli ultimi dati sull’andamento dell’economia mostrino un quadro migliorativo rispetto alle attese, nel nostro Paese si assiste a una crisi di investimenti, soprattutto da parte dell'amministrazione pubblica in tutte le sue articolazioni”.
Stanziamenti in crescita
Il problema, però, stavolta non riguarda gli stanziamenti ma l’impossibilità di tramutare le risorse in cantieri. Nel 2017, infatti, è stata invertita la tendenza ormai in atto da tempo a tagliare costantemente il denaro a disposizione del settore. Quindi, in teoria gli stanziamenti per le opere pubbliche sarebbero anche molti.
L'inversione di tendenza
Se nel corso del 2016 eravamo arrivati al +9%, nell’anno in corso c’è stato un aumento del 23,4%. L’aumento cumulato si avvicina al 33% e cambia di molto la situazione, dal momento che tra il 2009 e il 2015 c’era stato un taglio costante delle previsioni di bilancio per investimenti pubblici.
Il fondo investimenti del Governo
In questa chiave, ha avuto un ruolo positivo il Dpcm sul Fondo investimenti da 47 miliardi di euro, firmato dal premier Paolo Gentiloni, che ha avviato una programmazione di lungo periodo, per la prima volta, con un orizzonte fino al 2032. In quel plafond, soprattutto, sono state destinate moltissime risorse alle infrastrutture: più del 70% del totale.
Terremoto, Anas, Ferrovie e Fondo coesione
Accanto a questo, hanno dato una spinta decisiva gli stanziamenti per i contratti di Anas e Ferrovie dello Stato, i finanziamenti per la ricostruzione seguita al terremoto del Centro Italia di un anno fa e i Fondi di coesione. Complessivamente, siamo a circa 100 miliardi previsti nel giro dei prossimi quindici anni.
Difficoltà a spendere
Molto di questo denaro, però, non viene speso. E’ il caso del contratto di programma dell’Anas, fermo da tempo per problemi interni al Governo. O dello stesso Fondo investimenti che, a mesi di distanza dal suo varo, non ha ancora completato il suo iter e che, quindi, non avrà alcun effetto nel corso del 2017. Anziché produrre un impatto da 600 milioni di euro nell’anno in corso, come ipotizzato all’inizio, non dovrebbe andare oltre i 150 milioni.
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