Come migliorare InvestEU: intervista a Andrea Benassi, ICCREA Banca
Inclusione delle mPMI nella finestra Innovazione, coperture più elevate per gli strumenti di garanzia dedicati a specifici clienti target, soglia a 50 mila euro per il microcredito. Sono alcune delle modifiche da apportare al nuovo fondo InvestEU secondo il Responsabile Public Affairs & Sustainability di ICCREA Banca, Andrea Benassi.
> Il futuro degli strumenti finanziari con il fondo InvestEU
L'idea di un unico Fondo per riunire tutti gli strumenti finanziari sostenuti dal bilancio dell'Unione è una delle novità più interessanti della proposta della Commissione per il Quadro finanziario pluriennale 2021-2027. Perchè il nuovo programma InvestEU sia realmente efficace - spiega però Andrea Benassi, Responsabile Public Affairs & Sustainability di ICCREA Banca - servono alcuni miglioramenti.
> La proposta della Commissione per il bilancio UE 2021-2027
Qual è il giudizio di ICCREA Banca sul nuovo programma InvestEU?
Il gruppo bancario ICCREA condivide l'approccio della proposta della Commissione, cioè l'idea di avere un punto di accesso unico per tutti gli strumenti finanziari a carico del bilancio UE finora separati, facilitando anche il dialogo con le istituzioni europee.
In linea generale, noi incoraggiamo l'attivazione di strumenti finanziari flessibili, con la possibilità di riallocare facilmente le risorse da uno strumento all'altro, e che supportino anche l'orientamento di capitali privati verso investimenti sociali e sostenibili. A questo proposito, la finanza sostenibile è già, e sarà anche nel futuro, uno dei valori alla base del costituendo gruppo bancario cooperativo ICCREA.
In termini di fruibilità dei programmi, sia da parte dei destinatari finali (le mPMI) sia degli intermediari finanziari che operano a loro favore, ci sarebbero a nostro avviso alcuni aspetti da migliorare.
Siamo ad esempio molto critici sull’esclusione delle mPMI dalla finestra Innovazione. Il fatto di averne dedicata una alle mPMI non dovrebbe infatti comportare l’esclusione delle piccole imprese dalle altre finestre, soprattutto da quella relativa all’Innovazione, un tema trasversale e nel quale soprattutto le piccole imprese hanno bisogno di essere accompagnate.
Quali sono le vostre proposte?
Visto che l’assorbimento di capitale è il tema principale per le banche in questa fase, suggeriamo di valutare l'introduzione di percentuali più elevate di copertura per gli strumenti di garanzia dedicati a specifici clienti target - ad esempio le mPMI che investono in ricerca e sviluppo, agricoltura, soluzioni ICT - maggiormente esposti alla carenza di finanziamenti.
L'introduzione di un approccio basato sulla valutazione di impatto per misurare gli investimenti è benvenuta, ma sarebbe importante adottare anche un reporting dall'alto verso il basso che aiuterebbe sia gli intermediari finanziari che le istituzioni europee, fornendo, attraverso la raccolta e l'aggregazione dei dati, una visione complessiva dell'impatto di ogni iniziativa. Tra l'altro sarebbe opportuno condividere una metodologia comune per la misurazione dell'impatto, facendo esplicito riferimento ai fattori ESG (Environmental, Social, Governance).
Come giudicate le proposte della Commissione in tema di microfinanza?
Sicuramente condividiamo la scelta di confermare il microcredito come strumento chiave per contrastare la disoccupazione e promuovere l'inclusione sociale e finanziaria in Europa. Alcuni aspetti della proposta, però, potrebbero essere migliorati, partendo dalla consapevolezza che il mondo della microfinanza è molto cambiato nell'ultimo decennio e che ci sono nuove sfide da affrontare.
Ad esempio, importanti gruppi bancari europei stanno investendo fortemente nella microfinanza, direttamente o indirettamente. Questi progetti possono essere supportati dai fondi europei e replicati, consolidando la tendenza al crescente ruolo delle banche nel settore.
Sarebbe molto utile anche poter disporre di contributi a beneficio di coloro che forniscono Business Development Services; si tratta di servizi importanti per aumentare il tasso di successo dei microimprenditori, ma che comportano costi aggiuntivi che non possono essere completamente coperti dal tasso di interesse e dalle commissioni dei prestiti.
Anche il tetto massimo di 25 mila euro dovrebbe essere rivisto, alla luce delle esigenze reali delle microimprese. A nostro avviso sarebbe opportuno portare la soglia a 50 mila euro.
In conclusione qual è il valore aggiunto che questo programma, ancora in costruzione, potrebbe apportare sull’esperienza di Horizon 2020 e del Piano Juncker?
Innanzitutto, per disporre di maggiori risorse nell'ambito di InvestEU e incentivarne la combinazione con i fondi nazionali, sempre di derivazione comunitaria, è fondamentale che gli Stati membri siano supportati nel fornire il loro contributo finanziario. Da parte loro però, gli Stati membri dovrebbero pianificare con chiarezza dove e in che misura intervenire in ciascun ambito tematico. In questo modo sarebbe possibile ottenere risultati migliori e il c.d. blending non sarebbe più un'eccezione ma una formula di successo come dimostrato appunto dai numeri del Piano Juncker.
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