Decreto Coesione, Svimez: attenzione ai meccanismi di attuazione e monitoraggio

 

Direttore Svimez Luca Bianchi - Photo Credit: SvimezIl decreto Coesione n. 60/2024 all'esame del Senato ha il merito di aver posto con forza il tema del coordinamento tra la Politica di Coesione europea, quella nazionale e il PNRR, identificando una serie di settori strategici attorno ai quali focalizzare gli interventi. Diverse delle novità previste - dalla premialità per l'utilizzo delle risorse FSC ai fini del cofinanziamento dei Programmi UE, fino all'aumento della quota di fondi ordinari da destinare al Sud - richiederanno però meccanismi di attuazione e monitoraggio più cogenti. Il punto di vista dello Svimez.

Decreto Coesione in Gazzetta ufficiale: la riforma della governance e i nuovi incentivi

I rilievi dell'Associazione per lo sviluppo del Mezzogiorno arrivano nel contesto del ciclo di audizioni organizzate dalla commissione Bilancio in vista della conversione in legge del decreto Coesione, che dà attuazione alla riforma 1.9.1 del PNRR e introduce anche una serie di nuovi incentivi rivolti a imprese e aspiranti imprenditori.

Primo punto di attenzione segnalato dallo Svimez è il nuovo meccanismo di premialità introdotto dal dl 60/2024 per le amministrazioni regionali che rispettano le tempistiche e gli obiettivi collegati agli interventi strategici cofinanziati dai fondi UE e i cronoprogrammi degli Accordi di Coesione finanziati dal FSC. Premialità che permette di utilizzare le eventuali economie del Fondo Sviluppo e Coesione maturate nell'ambito degli Accordi di Coesione per coprire integralmente la parte di cofinanziamento dei Programmi europei FESR e FSE+ a carico delle Regioni e a cui fa da contraltare la previsione di poteri sostitutivi nei casi di inerzia, inadempienza o mancato rispetto dei cronoprogrammi.

Ora questo meccanismo, secondo lo Svimez, presenta due aspetti critici.

Da una parte, si pone una doppia sfida attuativa alle amministrazioni titolari dei Programmi - “rispettare le tempistiche europee di certificazione della spesa e quelle nazionali di raggiungimento dei risultati fissati dai cronoprogrammi” -, per cui non è scontato che queste valutino “l’incentivo finanziario commisurato allo sforzo amministrativo aggiuntivo richiesto per accedervi”. Dall'altra, il meccanismo di premialità presuppone una verifica tempestiva dell'avanzamento e del completamento degli interventi FSC, “storicamente caratterizzati da procedure complesse e tardive”, e quindi maggiori capacità di verifica e controllo da parte del presidio politico centrale che, per verificare l’efficacia del nuovo modello dovrebbe anche prevedere nuovi obiettivi di spesa di breve e medio termine. “Nel caso dei fondi europei, ad esempio, per valutare in itinere quanto il nuovo modello sia in grado di conseguire l’obiettivo dell’accelerazione, gli obiettivi andrebbero fissati rispetto ai dati di attuazione del ciclo di programmazione 2014-2020. Analogamente, si potrebbe procedere nel caso dell’FSC”, suggerisce lo Svimez.

Secondo tema attenzionato dall'Associazione è il passaggio della clausola di salvaguardia dal 34 al 40%, che va a incrementare la quota di risorse in conto capitale che le amministrazioni centrali dello Stato sono tenute a destinare agli interventi da realizzare nelle regioni del Mezzogiorno con riferimento ai fondi ordinari. Un obiettivo condivisibile, ma che, anche in questo caso, alla luce dell'esperienza degli ultimi anni, in cui già la quota del 34% è risultata fortemente disattesa, richiede adeguati meccanismi di monitoraggio degli stanziamenti. Senza verifiche cogenti, e anche forme di penalizzazione per le amministrazioni che non rispettano la quota, la nuova soglia del 40% rischia di rimanere sulla carta.

Infine, un cenno al Fondo Perequativo Infrastrutturale Mezzogiorno, ridenominazione del precedente strumento in attuazione della legge 42/2009. Positiva per lo Svimez la destinazione esclusiva al Sud, ma va segnalato che il Fondo ha subito un taglio da 3,5 miliardi ad opera della legge di Bilancio 2024, finendo per tarare 700 milioni di euro, 100 milioni all'anno dal 2027 al 2033.

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