Regolamento STEP e Settori strategici del DL Coesione: lavori in corso sui Programmi 2021-27
Il 31 agosto si chiude la prima finestra per la riprogrammazione dei PR e dei PN 2021-2027 in ottica STEP e il Dipartimento per le Politiche di Coesione e il Sud è al lavoro per completare l'istruttoria delle proposte presentate dalle Regioni. L'opportunità di rimodulare i Programmi FESR e FSE+ a favore degli investimenti nelle tecnologie critiche funzionali a green e digital transition resta però aperta anche dopo l'estate, con l'opzione di inserire le nuove priorità STEP nell'ambito della revisione intermedia, quindi entro la deadline del 31 marzo 2025. Entro l'autunno, invece, dovrà avvenire l'identificazione degli interventi prioritari ricadenti nei sei settori strategici indicati dal decreto Coesione.
Riesame intermedio e obiettivi STEP: opportunità per ricalibrare i Programmi europei 2021-27
Il percorso di riesame intermedio, che deve concludersi entro il 31 marzo 2025 con la presentazione della valutazione dei Programmi da parte delle Autorità di gestione e della richiesta di assegnazione dell'importo di flessibilità, si intreccia infatti in questa programmazione con altri due processi: uno comune a tutti gli Stati membri, l'altro legato alla riforma della Coesione che il Governo ha inserito nel PNRR e concretizzato con il DL 60-2024.
Da una parte, c'è infatti la possibilità di modificare i Programmi per fare posto agli obiettivi dell'iniziativa STEP, la Strategic Technologies for Europe Platform, che non dispone di una dotazione propria, ma permette di indirizzare fondi europei già esistenti - compresi quelli della Coesione – sugli investimenti nelle tecnologie critiche pertinenti per le transizioni verde e digitale e per accompagnare questa transizione con investimenti per le competenze e l'occupazione. L'inserimento delle nuove priorità nei PN e nei PR comporta una serie di vantaggi in termini finanziari (cofinanziamento UE al 100%, prefinanziamento una tantum del 30%, apertura alle grandi imprese e finanziamento della formazione anche con risorse FESR), cui si aggiunge un'importante semplificazione del processo di riesame intermedio per le Autorità di gestione che richiedano la riprogrammazione STEP entro il 31 agosto. Non a caso a partire dal mese di luglio si sono susseguiti gli annunci di adesione a STEP da parte delle Regioni, con un valore delle richieste di modifica a favore dei nuovi obiettivi strategici che, secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, si aggirerebbe sui 3 miliardi di euro.
Dall'altra parte, il decreto Coesione 60-2024 ha previsto che, entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione n. 95-2024, Ministeri, Regioni e Province autonome titolari di Programmi cofinanziati dai fondi UE 2021-2027 individuino un elenco di interventi prioritari, collegati ai sei settori strategici identificati dal Governo: risorse idriche; infrastrutture per il rischio idrogeologico e il rischio idraulico e per la protezione dell’ambiente; rifiuti; trasporti e mobilità sostenibile; energia; sostegno allo sviluppo e all’attrattività delle imprese, anche per le transizioni digitale e verde. Interventi sottoposti a un monitoraggio rafforzato, con un meccanismo di premialità che, in caso di rispetto dei cronoprogrammi, permette di utilizzare risorse del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) per il cofinanziamento regionale, ma prevede anche poteri sostitutivi in caso di inerzia, di inadempimento o di mancato rispetto delle scadenze dei cronoprogrammi.
Obiettivi STEP nei Programmi 2021-27: fondi europei per gli investimenti in tecnologie strategiche
Partiamo dalla Piattaforma per le tecnologie strategiche per l'Europa che ha come fine generale il rafforzamento dell’autonomia strategica e della competitività dell’UE e, a questo scopo, permette di indirizzare fondi di Digital Europe, EU4Health, Horizon Europe, Innovation Fund, InvestEU, Recovery and Resilience Facility, European Defence Fund (unico programma potenziato alla luce di STEP con 1,5 miliardi aggiuntivi nell'ambito della revisione del QFP 2021-2027) e risorse della Politica di Coesione, quindi Fondo di Coesione, FESR, FSE+ e Just Transition Fund.
In base al Regolamento 2024/795 che istituisce la Piattaforma, STEP persegue due obiettivi specifici, in base ai quali è possibile rimodulare i Programmi FESR e i Programmi FSE Plus 2021-2027.
Il primo è sostenere lo sviluppo o la fabbricazione di tecnologie critiche in tutta l'Unione, o salvaguardare e rafforzare le rispettive catene del valore, con riferimento ai settori delle tecnologie digitali e all'innovazione delle tecnologie deep tech, delle tecnologie pulite ed efficienti sotto il profilo delle risorse, incluse le tecnologie a zero emissioni nette quali definite nel regolamento sull'industria a zero emissioni nette, delle biotecnologie, medicinali critici inclusi. Il secondo è affrontare le carenze di manodopera e di competenze essenziali per tutti i tipi di posti di lavoro di qualità a sostegno dello sviluppo e della fabbricazione di tecnologie critiche.
Per approfondire: Piattaforma STEP, arriva la nota di orientamento
Nello specifico, come illustrato in un webinar IFEL da Antonio Bonetti, con riferimento ai PR FESR si hanno due nuovi Obiettivi Specifici - OS 1.6 “Investimenti nelle tecnologie strategiche critiche ex Reg. STEP” e OS 2.9 “Investimenti nelle tecnologie pulite ed efficienti sotto il profilo delle risorse ex Reg. STEP” - a cui fanno capo sei nuovi campi di intervento (188-193), che permettono di finanziare gli investimenti produttivi relativi alle tre categorie di tecnologie strategiche al centro di STEP, quindi tecnologie digitali e deep tech, tecnologie green e biotecnologie, realizzati, rispettivamente, da PMI e da grandi imprese.
Per quanto riguarda i Programmi FSE+, gli investimenti per lo sviluppo delle competenze e per l'occupazione possono essere introdotti con riferimento a due nuovi campi di intervento: 145 bis “Sviluppo di competenze e dell'occupazione nei settori delle tecnologie critiche” e 145 ter “Sviluppo di competenze e dell'occupazione nel campo delle tecnologie pulite”. Attraverso i due nuovi OS 1.6 e 2.9, tuttavia, gli investimenti diretti al finanziamento di progetti di apprendimento permanente, di istruzione e formazione, possono essere inseriti anche nei Programmi FESR.
L'adesione alle opportunità offerte dal Regolamento STEP non è obbligatoria, ma volontaria. I vantaggi tuttavia sono notevoli, a livello finanziario e, in caso di richiesta di modifica entro il 31 agosto, anche in termini di semplificazioni amministrative connesse al tema del riesame intermedio.
A livello finanziario, per gli OS 1.6 e 2.9 sono previsti: il cofinanziamento UE al 100%, un prefinanziamento del 30%, l'apertura alle grandi imprese e il finanziamento di attività di formazione e riqualificazione anche con copertura FESR.
In più, grazie alla revisione degli Orientamenti sugli Aiuti di Stato a finalità regionale per la programmazione 2021-2027, l'intensità del finanziamento per gli interventi a sostegno delle tecnologie STEP può essere elevata di 10 punti percentuali per le zone che soddisfano le condizioni di cui all'articolo 107, paragrafo 3, lettere a) del TFUE (in Italia le sette regioni meno sviluppate - Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia - della programmazione 2021-2027) e di 5 punti percentuali per le zone c). L'aumento del massimale passa, tuttavia, per la modifica della Carta degli Aiuti a finalità regionale, che gli Stati membri devono richiedere a Bruxelles entro metà settembre 2024.
Per approfondire: Bruxelles aumenta gli aiuti a finalità regionale per i progetti STEP
A ciò si aggiunge la possibilità di inserire le Priorità dedicate agli OS 1.6 e 2.9 con procedura semplificata entro il 31 agosto 2024: in questo caso la modifica non viene presa in considerazione ai fini della revisione intermedia e, una volta approvata, comporta l'assegnazione definitiva dell'importo di flessibilità. Laddove l’intero importo di flessibilità di un Programma venga assegnato alle nuove Priorità STEP, a seguito dell'approvazione di una sua proposta di modifica presentata entro il 31 agosto, il Programma è del tutto esonerato dal riesame intermedio.
Vantaggi notevoli che hanno accelerato il processo di rimodulazione da parte delle Regioni, che tra giugno e agosto hanno annunciato una dietro l'altra l'adesione alla piattaforma STEP. Alle modifiche dei PR si aggiungono le rimodulazioni di due Programmi nazionali, il PN Ricerca innovazione e competitività e il PN Giovani donne lavoro, per un importo complessivo che - secondo le cifre divulgate da Il Sole 24 Ore - supererebbe i 3 miliardi euro. Per conoscere il valore dell'intera operazione, in relazione alla prima finestra di adesione a STEP, bisognerà tuttavia attendere la conclusione del processo di istruttoria da parte del Dipartimento per la coesione, ancora in corso. L'ok della Commissione europea alla riprogrammazione, invece, dovrebbe arrivare entro due mesi dalla deadline del 31 agosto.
Cosa prevede il decreto Coesione per i Programmi 2021-27
L'altro processo imminente riguarda l'attuazione delle disposizioni del decreto 60-2024, che nel riformare la governance della Politica di Coesione ha fissato a 90 giorni dalla data di entrata in vigore dalla legge di conversione, avvenuta il 7 luglio scorso, il termine per l’individuazione da parte delle amministrazioni titolari di Programmi della Politica di Coesione 2021-2027 di un elenco di interventi prioritari ricadenti nei sei settori strategici identificati dal provvedimento:
- risorse idriche
- infrastrutture per il rischio idrogeologico e il rischio idraulico e per la protezione dell’ambiente
- rifiuti
- trasporti e mobilità sostenibile
- energia
- sostegno allo sviluppo e all’attrattività delle imprese, anche per le transizioni digitale e verde.
Questi interventi prioritari, da segnalare al Dipartimento per le politiche di coesione e per il Sud della Presidenza del Consiglio dei ministri, possono essere sia già selezionati per il finanziamento che in fase di pianificazione. I criteri per la loro individuazione comprendono: la complementarietà con gli interventi previsti nell'ambito degli Accordi di Coesione, del PNRR e del PNC, la coerenza con quelli del Piano strategico ZES Unica e della Strategia nazionale per le aree interne, ma anche “l'effettiva attuazione, mediante gli interventi prioritari, delle pianificazioni di settore nazionali e regionali, con particolare riguardo agli investimenti connessi al soddisfacimento delle condizioni abilitanti nel settore idrico, nel settore dei rifiuti e nel settore dei trasporti”. Anche investimenti che sono già stati oggetto di valutazione ma non finanziati, eventualmente anche per esaurimento delle risorse, possono rientrare tra gli interventi prioritari, così come i progetti non completati nel periodo 2014-2020 da concludere nel settennato 2021-2027.
Per questi interventi prioritari le amministrazioni devono presentare un cronoprogramma procedurale e finanziario, che indichi obiettivi iniziali, intermedi e finali in relazione alle principali fasi di realizzazione degli investimenti, e si prevede un monitoraggio rafforzato con relazioni ogni sei mesi sullo stato di avanzamento.
Che impatto avrà questo processo per le amministrazioni titolari dei Programmi? Da una parte, il decreto Coesione fa scattare poteri sostitutivi in caso di inerzia, di inadempimento, di mancato rispetto delle scadenze dei cronoprogrammi degli interventi prioritari; dall'altra introduce un meccanismo di premialità per le Regioni e Province autonome che centrano i target intermedi e finali. Dove il premio consiste nel poter chiedere al DIPCoe di utilizzare le risorse del Fondo sviluppo e coesione per coprire interamente la quota di cofinanziamento regionale dei Programmi FESR e FSE+ (quindi il 30% dell’importo degli interventi e non fino ad un massimo di 15 punti percentuali come previsto dal DL n. 152-2021).
Ma attenzione: si tratta delle eventuali economie FSC maturate in relazione all’attuazione di interventi inseriti negli Accordi per la coesione che risultino già conclusi in base alle risultanze del Sistema nazionale di monitoraggio. Accordi che sono stati firmati prevalentemente nella prima metà di quest'anno, con Campania, Puglia e Sardegna che ancora mancano all'appello, e che vertono in buona parte sul finanziamento di grandi progetti (infrastrutture, trasporto pubblico locale, rigenerazione urbana, bonifiche, valorizzazione di beni culturali, ecc). I tempi per reperire queste economie ed eventualmente dirottarle sul cofinanziamento dei PR, così da svincolare le risorse regionali per altri fini, potrebbero essere lunghi. Nel mentre, l'opportunità offerta dalla modifica dei Programmi in relazione al regolamento STEP permette di accedere al cofinanziamento UE al 100% per quegli interventi e di liberare risorse regionali per altri fini ben più rapidamente.
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