Rome Investment Forum - finanza sostenibile con servizi integrati nell'Unione
Completare l'Unione bancaria per rilanciare gli investimenti in Europa, è la raccomandazione del ministro per la Coesione Territoriale Claudio De Vincenti durante il Rome Investment Forum 2016
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La finanza sostenibile come strumento per promuovere interventi responsabili, inclusivi e solidali.
Questo l'argomento dell'ultima sessione del Rome Investment Forum 2016, promosso dalla Federazione Banche Assicurazioni e Finanza - FeBAF. Negli ultimi 20 anni la comunità internazionale si è impegnata nell’incorporare la gestione dei rischi legati alle calamità naturali nei Paesi più poveri, ha spiegato Robert Glasser, rappresentante speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite.
I disastri ambientali hanno implicazioni economiche sui Paesi in via di sviluppo, dove le popolazioni pagano un prezzo sproporzionato a seguito di eventi come siccità, inondazioni e tsunami. Il settore privato svolge un ruolo essenziale nel ridurre i livelli di rischio nelle aree più vulnerabili, ha proseguito Glasser, sottolineando come il mondo delle imprese debba supportare l’implementazione dell’accordo di Parigi per contrastare il cambiamento climatico.
Ripensare i criteri di investimento e gli incentivi in agricoltura
Gli investimenti privati devono essere rafforzati anche in ambito agricolo per ridare impulso ai redditi dei piccoli agricoltori, i più colpiti dagli effetti del cambiamento climatico sulla produzione agricola, ha continuato Kostas Stamoulis della FAO. Le imprese, insieme ai governi, hanno il compito di collaborare per ripensare i criteri di investimento e gli incentivi in agricoltura, affinché vengano rispettati gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Per garantire le condizioni socio-economiche necessarie allo sviluppo del potenziale umano occorrono istituti finanziari al servizio delle persone, ha commentato l’arcivescovo Silvano Maria Tomasi. La finanza necessita di un’etica incentrata sulle persone per creare condizioni appropriate allo sviluppo della società nel suo complesso.
La finanza sostenibile è al centro di un dialogo che a livello nazionale coinvolge sia il settore privato che la società civile, ha proseguito Davide Dal Maso, coordinatore del dialogo nazionale sulla finanza sostenibile, UNEP Inquiry. Il Ministero dell’Ambiente ha istituito un gruppo di lavoro, con esponenti del mondo finanziario, che a febbraio presenterà alla Banca d’Italia una relazione sulle problematiche legate alla finanza sostenibile nel Paese, con l’obiettivo di delineare politiche e strategie pubbliche congiunte.
A livello europeo ed internazionale lo sviluppo sostenibile è divenuto oramai un nuovo modello di governance, ha dichiarato Pier Virgilio Dastoli, presidente del Consiglio italiano del movimento europeo (CIME). In questo contesto il CIME ha proposto la creazione di una piattaforma europea per favorire il dialogo tra settore pubblico e privato a sostegno di un’economia verde e circolare, con l'obiettivo di contrastare il cambiamento climatico.
Il dialogo politico, infatti, è essenziale per dare impulso agli investimenti sostenibili, ha evidenziato Flavia Micilotta, direttore dell'associazione pan-europea dedicata alla promozione della sostenibilità attraverso i mercati finanziar (Eurosif), che per essere tali devono integrare tre elementi - governance, società e ambiente - in un approccio a lungo termine. Un esempio di finanza sostenibile è rappresentato dagli investimenti in strutture resilienti e flessibili, che prevedono la collaborazione tra attori privati e pubblici nel rispondere ai bisogni del territorio, ha commentato Jonathan Watson, cofondatore del think tank Integrate.
Il problema della mancanza di servizi finanziari integrati nell’Unione
Per evitare la stagnazione economica iniziata con la crisi finanziaria, l’Europa deve investire di più, ha commentato Robert Ophèle, di Banque de France. Per avviare investimenti a lungo termine, però, l’Eurozona dovrebbe avere un’unica giurisdizione e completare l’Unione bancaria, affinché i rischi vengano gestiti su base diversificata in un mercato finanziario efficiente.
L’Europa può guidare la ripresa degli investimenti anche a livello globale, adottando riforme a 360 gradi che coinvolgono diversi settori, dal mondo delle imprese al quello della finanza, ha sottolineato il segretario generale della FEBAF Paolo Garonna, a condizione di affrontare il problema della mancanza di servizi finanziari integrati nell’Unione che crea incertezza nel mercato.
Anche il ministro per la Coesione Territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti, chiudendo i lavori del Forum, ha ribadito la necessità di concludere il processo di integrazione dei servizi finanziari in Europa, adottando una governance moderna e trasparente, con strumenti forti e comprensibili anche ai cittadini, non solo agli addetti ai lavori.
In questo contesto, ha concluso De Vincenti, lo Stato ha il dovere democratico di affrontare i fallimenti del mercato, avviando investimenti infrastrutturali e politiche industriali market-oriented. Si tratta di interventi che possono favorire la creazione di un ambiente in cui il ruolo della finanza è facilitato, sia nella gestione delle asimmetrie che nella definizione degli investimenti a lungo termine.
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Photo credit: Palazzochigi via Foter.com / CC BY-NC-SA
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