Rome Investment Forum - investimenti pubblici e privati per la crescita
Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il vicepresidente della Commissione europea Jyrki Katainen intervengono al Rome Investment Forum 2016 organizzato dalla FeBAF.
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Investimenti pubblici, attrazione di capitali privati, diversificazione delle fonti di finanziamento a sostegno delle imprese. Sono alcune delle priorità individuate dal ministro dell'Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan e dal vicepresidente della Commissione europea responsabile per il lavoro, la crescita, gli investimenti e la competitività Jyrki Katainen intervenendo al Forum.
“In Italia, come in Europa, la crescita passa attraverso il sostegno agli investimenti pubblici”, ha dichiarato il ministro Padoan nel corso del panel dedicato alla finanza per la crescita. “La legge di bilancio - ha proseguito - continua a sostenere gli investimenti pubblici con un aumento del 2-3% stimato nel periodo 2016-2019”.
A promuovere gli investimenti interviene poi il Piano Juncker, di cui l’Italia è fra le maggiori beneficiarie. Se il primo anno di attività del EFSI ha portato complessivamente a mobilitare investimenti per un totale di 154 miliardi di euro in 27 Stati membri, in Italia, fino ad ottobre, sono state approvate 56 operazioni di finanziamento a sostegno dello sviluppo infrastrutturale, dell'innovazione e delle PMI, per un valore di 2,5 miliardi di euro e un totale di investimenti mobilitati pari a 21 miliardi.
EFSI Thematic Investment Platform for Italian SMEs
In questo contesto si inquadra anche la firma dell'intesa tra Cassa Depositi e Prestiti e Fondo europeo degli Investimenti per l'attivazione della piattaforma EFSI Thematic Investment Platform for Italian SMEs, che metterà a fattor comune le risorse nazionali ed europee per promuovere l’accesso al credito e la realizzazione di nuovi investimenti da parte delle PMI.
La piattaforma rappresenta il più importante accordo di garanzia siglato in Europa nell’ambito del Piano Juncker e pone le basi per l’implementazione di una serie di iniziative di risk sharing, grazie alle quali CDP rilascerà controgaranzie in favore delle istituzioni finanziare nell’ambito dei progetti di finanziamento delle PMI italiane. Con uno stanziamento complessivo di 225 milioni di euro messi a disposizione da FEI, Ministero dell’economia e CDP, l’iniziativa prevede di innescare un effetto moltiplicatore in grado di attivare investimenti da parte delle imprese per oltre 6 miliardi di euro.
“In generale, il sostegno agli investimenti va inquadrato nell'ambito di una strategia complessiva di crescita, che richiede di mettere l'innovazione al primo posto e la finanza al servizio della crescita”, ha sottolineato Padoan intervenendo al Forum. Strategia che, per il ministro, si dovrebbe sviluppare intorno a due pilastri: da un lato, l’Unione dei mercati dei capitali - progetto complesso che, per Padoan, deve procedere di pari passo con il completamento dell’Unione bancaria - dall’altro, quello che il ministro ha chiamato “Innovation Europe”, un sistema che “richiede l’impiego di tutti i fattori produttivi a servizio dell'innovazione, e che dovrebbe essere un obiettivo da mettere ai primi posti nell'agenda europea”.
Sulla stessa linea il suo omologo lussemburghese, Pierre Gramegna: “Gli investimenti non sono sufficientemente incoraggiati nel Patto di stabilità e crescita: le risorse investite in infrastrutture, ambiente, rinnovabili dovrebbero essere trattate diversamente dalle spese correnti".
Il ministro lussemburghese delle Finanze ha suggerito dunque di modificare il Patto in modo da garantire il giusto spazio agli investimenti: “Il settore privato investirà di più solo se ha fiducia nel futuro, dobbiamo assicurarci quindi che il contesto sia positivo”. E di fronte alla Brexit, che ha aumentato il clima di incertezza in Europa, é ancor più necessario realizzare “un'Europa più integrata, anche attraverso un’unione monetaria migliore e investimenti pubblici di qualità, in grado di per attirare investimenti privati”
Sulla necessità di stimolare gli investimenti privati è intervenuto anche il vicepresidente della Commissione europea Jyrki Katainen, che ha sottolineato: “Per molti settori, in particolare quelli legati alle attività di ricerca e sviluppo, che hanno vissuto cambiamenti dirompenti, è essenziale mobilitare gli investimenti privati”. Il Piano Juncker “si muove proprio in tal senso: la BEI ha approvato circa il 20% delle transazioni nel settore R&S. Ovviamente dobbiamo investire nel capitale umano, poiché le competenze rappresentano l'elemento catalizzante”, ha aggiunto.
“L'unione dei mercati dei capitali rappresenta uno dei nostri obiettivi principali, ma deve essere forte e realizzata anche a livello nazionale per attivare opportunità di diversificazione del credito, soprattutto per le PMI”, ha proseguito il commissario, ricordando l’Action Plan presentato dall'Esecutivo comunitario a settembre 2015. "Il Piano ha individuato una serie azioni per l’Unione dei mercati dei capitali: buona parte di esse sono già state attuate, le rimanenti verranno attuate nei prossimi mesi”, ha assicurato Katainen.
Fondo di fondi paneuropeo di capitali di rischio
Quindi, il vicepresidente della Commissione ha ricordato la proposta avanzata recentemente da Palazzo Berlaymont per startup, scaleup e crowdfunding, che prevede, tra le altre iniziative, il varo da parte di Esecutivo Ue e BEI di un fondo di fondi paneuropeo di capitali di rischio: l'Ue fornirà gli investimenti cardine mettendo a disposizione un bilancio massimo di 400 milioni di euro, mentre i gestori del fondo dovranno raccogliere almeno il triplo da fonti private, mobilitando così finanziamenti per almeno 1,6 miliardi di euro facenti capo a capitali di rischio.
“Stiamo cercando di migliorare il crowdfunding per migliorare accesso al credito per le nuove imprese e stiamo lavorando a una revisione del funzionamento del credito alle imprese” sottolinea Katainen.
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