Acqua - investimenti fermi e manca il fondo di garanzia
Secondo gli operatori del settore gli investimenti nelle infrastrutture idriche ancora troppo bassi.
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E’ questa la sentenza che arriva dal Blue book, il documento di approfondimento sul servizio idrico integrato nel nostro paese, elaborato da Utilitalia, la sigla che riunisce gli operatori del settore. Nonostante questo trend vada avanti da anni, siamo ancora lontani dagli obiettivi: l’Italia adesso viaggia a circa 1,5 miliardi di euro l'anno contro i 5 miliardi che sarebbero necessari per allinearci alla media del resto d’Europa. Manca, soprattutto, il fondo di garanzia per le opere idriche, promesso dal collegato ambientale e ancora fermo.
Investimenti a quota 1,5 miliardi
I dati sugli investimenti descrivono molto bene la situazione. Al momento la previsione per il 2016 è che si arrivi intorno a quota 1,5 miliardi finanziati tramite la tariffa. A questi c’è da aggiungere una quota, piuttosto piccola, di contributi pubblici. I numeri, insomma, dicono che siamo lontanissimi dal livello che, secondo i calcoli di Utilitalia, sarebbe ottimale: 5 miliardi l’anno.
I dati pro capite
Riportando queste cifre sui dati pro capite si capisce ancora meglio il trend. Gli investimenti programmati tra il 2014 e il 2017 hanno un valore di 32 euro per ogni abitante, che arrivano a 41 euro con i fondi pubblici. In Europa questa cifra è di 80 euro, più o meno il doppio. Siamo, insomma, molto indietro.
Lontani dalla media europea
Il motivo di questa situazione, nell’analisi delle aziende del settore, è legato principalmente al basso livello delle tariffe: l’Italia è il fanalino di coda d’Europa. A Roma e Milano un metro cubo d’acqua costa circa un dollaro, mentre a Berlino arriva a 6, a Parigi costa poco meno di quattro e a Londra 3,66 dollari. Tramite questa componente, quindi, si fa ancora troppo poco.
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L'apporto positivo dell'Autorità
Anche se qualche movimento comincia ad esserci. L’Autorità per l’energia, a partire dal 2011, ha incassato la competenza sui servizi idrici. E, da allora, ha iniziato un lavoro sistematico di riordino del sistema tariffario del settore. Ne è venuta fuori una stabilizzazione che sta giovando agli investimenti.
Ripresa prevista nel 2018
Guardando alla programmazione dei prossimi anni, infatti, dovrebbe esserci una leggera ripresa. La previsione è che nel 2018 si arrivi a quota 2 miliardi di euro di investimenti, circa mezzo miliardo in più degli standard attuali. La maggiore stabilità, in sostanza, favorisce la programmazione.
Mancano i costi standard
Manca, però, ancora qualcosa. In primo luogo, sul fronte tariffario non è stato avviato il lavoro sui costi standard, la modulazione delle tariffe su parametri di efficienza misurati a livello nazionale per tutti gli operatori. Partiranno solo nei prossimi anni, probabilmente con il nuovo metodo tariffario, nel 2020.
Fondo di garanzia fermo al Mit
Attesa anche per il fondo di garanzia per le opere idriche: si tratta di un plafond regolato dal Ministero delle Infrastrutture, che avrebbe dovuto consentire alle imprese del settore di ottenere per i loro investimenti una garanzia pubblica. Il provvedimento è fermo negli uffici del Mit.
Plafond da mezzo miliardo
Un peccato, perché avrebbe potuto sbloccare molti investimenti. Le stime fatte in fase di definizione del fondo parlavano di una capienza da mezzo miliardo di euro: una cifra in grado di movimentare circa cinque miliardi di investimenti.
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