Rome Investment Forum 2018: priorita' ad investimenti e competitivita' globale

 

Rome Investment ForumL'Europa è al crocevia tra status quo e progresso: è il momento di agire con giudizio e coraggio. E' la sollecitazione con cui il presidente della FeBAF, Federazione Banche Assicurazioni Finanza, Luigi Abete, ha aperto i lavori del Rome Investment Forum.

Infrastrutture e finanza sostenibile al centro del Rome Investment Forum

La quinta edizione del Rome Investment Forum si apre all'indomani della conferma della fine del Quantitative easing da fine 2018, da parte del numero uno della BCE Mario Draghi, e della rinuncia dei leader UE a raggiungere un accordo di massima sul bilancio europeo post 2020 prima delle elezioni europee che determineranno i nuovi equilibri delle istituzioni comunitarie nell'era post Brexit. Sullo sfondo la trattativa in corso tra Roma e Bruxelles sulla legge di Bilancio 2019 e il cordoglio per l'attentato di Strasburgo.

Le sfide europee e globali

La convergenza tra i relatori sulle sfide e sulle proposte può essere la cifra di questo Forum, ha dichiarato Maria Bianca Farina, presidente dell'Associazione nazionale delle imprese assicuratrici (ANIA) intervenendo alla sessione plenaria di apertura di venerdì mattina.

Sul fronte sfide, ci sono anzitutto i grandi cambiamenti mondiali: digitalizzazione, cambiamento climatico, nuovi equilibri geopolitici globali.

La digitalizzazione sta trasformando molti settori dell'economia, anche tradizionali, e il settore assicurativo non fa eccezione, ha sottolineato Valter Travisani, general manager di Cattolica Assicurazioni. Blockchain, Intelligenza artificiale, Internet of Things hanno profondi impatti sull'intero mondo della finanza, ha spiegato Greg Medcraft, direttore generale OCSE per affari finanziari e imprese, e impongono di ripensare l'organizzazione del lavoro e la regolamentazione.

Dall'altra parte, ci sono le sfide collegate agli interrogativi sul futuro dell'Unione, dalla necessità di gestire la Brexit con una transizione ordinata, ha osservato il presidente dell'AFME, Association for Financial Markets in Europe, Michael Cole-Fontayn, fino all'esito delle elezioni europee, che secondo il direttore del CEPS Daniel Gros, non porteranno ad un'ascesa dei partiti populisti: il prossimo Parlamento europeo sarà più frammentato, ma non sarà dominato dagli euroscettici.

Infine, i dossier in sospeso a Bruxelles. La Commissione europea punta a portare a casa gli ultimi dividendi prima della fine del mandato, come il Piano di investimenti per l'Africa, il Pilastro sociale, il Fondo europeo per la difesa, ha spiegato Beatrice Covassi, capo della Rappresentanza in Italia della Commissione UE, ma temi importanti, a cominciare dall'approfondimento dell'Unione economica e monetaria, passeranno inevitabilmente alla prossima legislatura.

Aumentare investimenti per infrastrutture e imprese

Trasversale il richiamo alla necessità di rilanciare gli investimenti, a cominciare da quelli nelle infrastrutture, ma anche al completamento dell'Unione bancaria e dell'Unione dei mercati dei capitali, oltre che al rafforzamento del ruolo dell'Europa come attore globale.

Dobbiamo andare oltre i risultati del Piano Juncker, che ha mobilitato 360 miliardi, ma ha visto un coinvolgimento limitato degli investitori istituzionali, dal momento che i fondi privati erano stati in gran parte già raccolti, ha osservato la presidente dell'ANIA Farina. Nell'ambito del nuovo fondo InvestEU occorre rafforzare l'addizionalità dello schema, ha aggiunto, e aumentare il numero dei progetti che senza il piano non sarebbero realizzati.

Il Parlamento europeo ha già votato proprio in questi giorni il regolamento di InvestEU, ha ricordato il presidente della commissione Affari economici e monetari Roberto Gualtieri, sottolineando che nella programmazione 2021-2027 il nuovo fondo permetterà di rafforzare e migliorare l'esperienza del Piano Juncker nel sostegno agli investimenti, consentendo ad esempio alle banche di promozione nazionali di usufruire direttamente della garanzia. 

Il completamento dell'Unione dei mercati dei capitali è una straordinaria opportunità per la crescita e l'attrazione degli investimenti, ha osservato poi il presidente dell'AFME, Cole-Fontayn, sottolineando l'importanza delle interconnessioni con i mercati globali. Bisogna però cambiare l'assetto del finanziamento delle imprese piccole e medie, ha osservato Abete, aumentando i processi di garanzia misti e facendo in modo che i capitali vadano alle medie imprese per farle più grandi.

Sullo sfondo l'esperienza dei PIR: oltre dieci miliardi raccolti nel primo anno andati prevalentemente ad obbligazioni di imprese quotate, mercato secondario e supporto alle forme di coinvolgimento in borsa delle medie imprese, ha ricordato Abete. Sulla stessa linea Farina: i nuovi veicoli hanno favorito l'arrivo al mercato di borsa di molte società, ora sarebbe importante convogliare risorse, anche attraverso le imprese assicurative, verso investimenti tendenzialmente liquidi

Infine, i temi della competitività industriale e del commercio mondiale: nel 2035 nessun paese europeo farà parte del G7, ma come Europa ci saremo, ha ricordato il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, sottolineando che solo a livello UE possiamo affrontare le spinte isolazionistiche che vengono dagli Stati Uniti e l'ambizione della Cina a diventare il più grande esportatore del mondo.

L'Europa è il primo mercato del mondo, il più grande esportatore e importatore mondiale, presa nel suo insieme è in grado di determinare le regole del commercio mondiale, mentre oggi siamo solo spettatori di una grande minaccia che avrebbe grandi conseguenze su di noi, ha avvertito il presidente del CdA di Intesa San Paolo Gian Maria Gros-Pietro, che ha indicato anche una possibile via per saldare sfide e priorità. Il cambiamento climatico ci impone di rivedere radicalmente produzione, logistica, trasporti, consumo di energia, e richiede un volume di investimenti capace di sostituire quella spinta esogena alla crescita che in passato sono state le due guerre mondiali e che non vorremmo più vedere.

Il futuro degli strumenti finanziari con il fondo InvestEU

Completare l'Unione bancaria

L'analisi delle sfide e delle priorità rende evidente che l'Europa ha sia i motivi che le capacità per investire, oltre che attori in grado di agire come investitori a lungo termine, le imprese assicurative, ma anche le banche.

L'Unione bancaria, anche se non completata, è uno dei punti più avanzati dell'Europa, ha osservato Gros-Pietro. Contrariamente alla percezione comune, ha convenuto il ministro delle Finanze del Lussemburgo Pierre Gramegna, l'Unione continua ad avanzare. Abbiamo deciso di rafforzare l'Unione economica e monetaria, di aumentare la capitalizzazione dei gruppi bancari, di consolidare il ruolo dell'Esm, che avrà anche un ruolo preventivo non più solo in periodo di crisi, e potrà mobiitare 500 miliardi di euro, dieci volte più del Fondo di risoluzione.

Allo stesso tempo, ha evidenziato Ignazio Angeloni, membro del Supervisory board della BCE, in tema di vigilanza dobbiamo muovere verso una maggiore uniformità, semplificazione e armonizzazione. Teniamo presente che l'attuale legislazione bancaria è stata scritta in larga parte prima che l'Unione bancaria venisse anche solo ipotizzata ed è fatta su misura di Autorità di vigilanza distribuite tra i diversi Paesi europei, ha ricordato. 

Di conseguenza, la normativa andrà applicata facendo un'analisi banca per banca dei rischi specifici. Una prassi che tra l'altro non agevola la comunicazione e la trasparenza che sono la nuova frontiera della vigilanza, ha concluso Angeloni.

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