Dl Rilancio: fondi per tessile/moda, Camere all’estero e fiere
Tra le modifiche al dl Rilancio approvate in Parlamento, ci sono anche quelle in tema di export e Made in Italy, con interventi per il Fashion, come un credito d’imposta del 30% per le rimanenze in magazzino causa lockdown e contributi a fondo perduto per startup e giovani talenti del settore. In arrivo anche fondi per le Camere di commercio italiane all’estero e per la mancata partecipazione alle fiere.
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La legge di conversione del dl Rilancio, approvata ieri in via definitiva dal Senato (dopo l'ok del 9 giugno da parte della Camera), ha introdotto alcune novità sul fronte dell’export e del Made in Italy e che riguardano il settore del tessile e della moda, le fiere e le Camere di commercio all'estero.
Non subiscono cambiamenti, invece, gli altri tasselli del pacchetto di misure per l’internazionalizzazione previsti dal decreto e che prevedono un incremento dei fondi destinati alla proiezione del sistema Italia sui mercati esteri, un aumento dei massimali dei contributi concedibili ed un ampliamento sostanziale della platea di imprese che ne possono beneficiare.
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Moda e tessile: credito d'imposta e contributi a fondo perduto
Nel corso del passaggio in Parlamento sono state inserite due nuove misure a tutela del settore del Fashion (moda, tessile, calzaturiero e pelletteria), una delle tre “F” del Made in Italy assieme al Food e al Forniture. Si tratta in particolare di:
- 5 milioni di euro di contributi a fondo perduto al 50% a sostegno del settore, con particolare riferimento alle startup che investono nel design e nella creazione e per la promozione di giovani talenti. Le modalità per la presentazione delle domande saranno definite in un successivo decreto del Ministero dello sviluppo economico (MISE);
- Un credito d'imposta (utilizzabile solo in compensazione) per contenere gli effetti negativi della pandemia sulle rimanenze in magazzino. La misura si è resa necessaria considerando la stagionalità del settore moda che porta ad una rapida obsolescenza dei prodotti. Per questo è stato previsto un credito d’imposta del 30% del valore delle rimanenze finali di magazzino (eccedente la media dello stesso valore registrato nei tre periodi d'imposta precedenti a quello in corso al 10 marzo 2020) e per il quale vengono stanziati 45 milioni di euro. Le modalità e i criteri di attuazione saranno indicati in un decreto del MISE.
Rimborsi per la mancata partecipazione alle fiere
Il Parlamento rafforza anche, con altri 30 milioni di euro, il credito d’imposta al 30% per la mancata partecipazione a fiere e manifestazioni commerciali, disdette a causa della pandemia.
Le risorse aggiuntive sono destinate alle “imprese diverse dalla PMI e agli operatori del settore fieristico, con riferimento al ristoro dei danni prodotti dall’annullamento o dalla mancata partecipazione a fiere e manifestazioni commerciali in Italia”.
Contributi alle Camere di commercio all’estero
Un'altra novità sul fronte export contenuta nella legge di conversione del dl Rilancio riguarda le Camere di commercio italiane all’estero (CCIE). Per loro, infatti, è stato approvato un emendamento che stanzia 5 milioni di euro con cui la rete delle CCIE potranno sviluppare servizi di informazione, l’export management e la promozione di contatti commerciali per PMI, anche attraverso l’impiego di piattaforme digitali.
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Più fondi ai connazionali all'estero
Durante il passaggio al Parlamento, infine, è stato approvato anche l'aumento di 2 milioni di euro per la messa in campo di misure di assistenza ai cittadini italiani all'estero e che si trovano in condizioni di indigenza o di necessità.
La misura era stata prevista dal dl Cura Italia e adesso, grazie all'intervento dei parlamentari, le risorse in tutto stanziate per far fronte alla crisi causata dalla pandemia anche su questo fronte ammontano a 6 milioni di euro in totale.
Più soldi al Fondo SIMEST e al Fondo di promozione integrata
Per il resto l'impostazione del dl Rilancio sul fronte export rimane la stessa. Il decreto infatti incrementa le dotazioni dei due fondi attraverso i quali il governo intende far passare il sostegno per la proiezione delle imprese italiane sui mercati esteri.
L’Art. 48 del decreto, infatti, stanzia 250 milioni di euro in più per il Fondo di promozione integrata, il fondo creato dal Cura Italia e che adesso arriva ad avere una dotazione complessiva di 400 milioni di euro per il 2020.
A questo si aggiunge poi un aumento anche della dotazione del Fondo rotativo 394-81 gestito da SIMEST, per il quale vengono stanziati 200 milioni di euro in più. Nuova linfa, quindi, per uno strumento che negli anni si è dimostrato capace di venire incontro alle richieste delle imprese e che ormai è ben conosciuto da quella parte di tessuto produttivo italiano che opera anche all’estero.
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Contributi più alti e niente garanzie
Il sostegno all’internazionalizzazione, però, non si limita all’aumento dei soldi disponibili. Con il decreto Rilancio, infatti, il governo sfrutta anche le possibilità offerte dal quadro temporaneo europeo sugli aiuti di stato, prevedendo la possibilità di elevare fino al doppio i limiti massimi dei finanziamenti agevolati a valere sul Fondo 394-81.
Inoltre il decreto prevede che i finanziamenti agevolati concessi sul Fondo 394-81 siano estentati - su richiesta dell'impresa - dalla prestazione della garanzia solitamente necessaria. Questa forma di agevolazione si applica alle domande presentate entro il 31 dicembre 2021.
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Come cambia il Fondo 394-81
Il perno su cui, comunque, il governo intende far ruotare il sostegno all’export resta in definitiva il Fondo SIMEST, sul quale recentemente il sottosegretario agli esteri Manlio Di Stefano ha annunciato che è in dirittura d’arrivo il decreto attuativo (previsto dal dl crescita lo scorso anno).
Una volta approvato il decreto, il Fondo rotativo amplierà il proprio range d’azione, includendo anche interventi all’interno dei mercati UE (e non più solo quelli extra comunitari). Le altre novità saranno poi:
- La possibilità di accedere ai finanziamenti agevolati anche per le imprese a media capitalizzazione (le c.d mid-cap), quelle cioè con 250-3mila dipendenti;
- Una riformulazione dei requisiti di fatturato estero minimo per accedere ai finanziamenti agevolati;
- La possibilità per le imprese più grandi (quelle con oltre 3mila dipendenti) di accedere alle agevolazioni per il marketing e la promozione del marchio italiano attraverso la partecipazione a fiere internazionali, incluse quelle che si svolgono in Italia.
A beneficiare delle nuove misure ancorate al Fondo rotativo saranno anche le fiere. L’approvazione delle disposizioni attuative del decreto crescita 2019, infatti, porterà un beneficio anche a questi player, dato che una delle grandi novità varate l’anno scorso è stato proprio l’inserimento delle fiere internazionali che si svolgono in Italia, tra le manifestazioni fieristiche per le quali le imprese possono chiedere un credito d’imposta del 30% a valere sul Fondo.
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