Dl Rilancio: arrivano nuovi incentivi per i trasporti

 

Dl rilancio le misure per il settore trasportiNel corso della conversione in legge del dl Rilancio, il Parlamento ha messo mano al set di misure per i trasporti, prevedendo anche un nuovo incentivo per l'acquisto dell’auto, un ampliamento dell’incentivo per moto e scooter e un buono viaggio per le persone con mobilità ridotta. 

> Cosa prevede il decreto rilancio 

Il via libera definitivo del Senato alla legge di conversione del dl Rilancio conferma le novità introdotte nelle settimane passate alla Camera. Nel provvedimento, quindi, spuntano nuovi incentivi per cittadini e imprese, che si vanno a sommare alle misure - tutte confermate - già varate dal governo a maggio.

Arriva il buono viaggio per le persone con mobilità ridotta

Il Parlamento ha introdotto un nuovo articolo (il 200-bis) che prevede la concessione di un buono viaggio per gli spostamenti in taxi o in NCC, da parte di persone fisicamente impedite, con mobilità ridotta o con patologie accertate (anche se accompagnate) residenti nei comuni capoluoghi di città metropolitane o capoluoghi di provincia. 

Il valore del buono è pari al 50% della spesa sostenuta e, comunque, non oltre i 20 euro per ciascun viaggio effettuato dal 15 luglio 2020 al 31 dicembre 2020. I buoni non sono cedibili, non costituiscono reddito e non rilevano ai fini ISEE.

La finalità dell’intervento è di sostenere taxi e NCC, riducendo al contempo anche l’affollamento dei mezzi pubblici in un’ottica anti-contagio. 

In tutto ci sono a disposizione 5 milioni di euro che andranno agli enti locali. Spetterà quindi a loro il compito di individuare i beneficiari, dando priorità ai nuclei familiari più colpiti dalla crisi e privilegiando quelli che non sono già assegnatari di misure di sostegno pubblico.

Incremento del Fondo per acquisto di veicoli ecocompatibili

Per sostenere la mobilità green, invece, il decreto prevede un aumento della dotazione del Fondo per l'acquisto di autoveicoli a basse emissioni di Co2 g/km, pari a 100 milioni di euro nel 2020 e pari a 200 milioni di euro in più per il prossimo anno.

Durante il passaggio alla Camera sono stati stanziati 50 milioni in più, con cui concedere un contributo alle persone (fisiche o giuridiche) per l'acquisto di una nuova auto dal 1° agosto al 31 dicembre 2020. Misura che ieri è stata confermata anche dal Senato.

Si tratta di un nuovo incentivo cumulabile con l’ecobonus e che può essere usato per acquistare auto di massimo di 40mila euro, non per forza ibride o elettriche. L’unica condizione è che le auto siano omologate in una classe non inferiore ad Euro 6 di ultima generazione e che la soglia di emissioni inquinanti sia entro i 110 g/Km Co2. L’incentivo è di due tipologie:

  • Nel caso di rottamazione di un analogo veicolo immatricolato in data anteriore al 1° gennaio 2010 (o che nel periodo di vigenza dell'agevolazione superi i dieci anni di anzianità dalla data di immatricolazione) il contributo è di 2.000 euro (per l’acquisto di veicoli elettrici ed ibridi) e di 1.500 euro (per l’acquisto di veicoli con qualsiasi alimentazione). In entrambi i casi il contributo è condizionato ad uno sconto da parte del venditore pari ad almeno 2.000 euro; 
  • Senza rottamazione di un analogo veicolo, il contributo è pari a 1.000 euro (se si acquistano veicoli elettrici o ibridi) e a 750 euro (nel caso di acquisto di veicoli con qualsiasi alimentazione). Anche in questi casi il venditore deve applicare uno sconto pari ad almeno 1.000 euro.

Acquisto di motoveicoli elettrici e ibridi: gli incentivi diventano più vantaggiosi

Il passaggio in Parlamento ha messo mano anche al bonus per l’acquisto di veicoli a due, a tre ruote nonché di quadricicli elettrici o ibridi (30%, per un massimo di 3mila euro), estendendone l’applicazione anche in mancanza della rottamazione di un analogo veicolo inquinante.

Lo stesso bonus viene poi aumentato fino al 40% del prezzo di acquisto, con un massimo di 4.000 euro, nelle ipotesi in cui venga invece rottamato un qualsiasi veicolo di categoria euro 0, 1, 2 o 3.

Si consente infine che tali contributi siano riconosciuti anche a persone giuridiche, fino a un massimo di 500 veicoli acquistati nel corso dell'anno, intestati al medesimo soggetto, anche se appartenenti a società controllate.

500 milioni per il trasporto pubblico locale

Oltre alle novità prima elencate, cambiano anche alcuni aspetti delle altre misure già previste dal decreto.

Per quanto riguarda il Trasporto pubblico locale (TPL), il decreto prevede un Fondo da 500 milioni per sostenerne la tenuta. La misura, infatti, si è resa necessaria per evitare il collasso dei trasporti pubblici che, in questa fase di emergenza epidemiologica, non possono chiaramente viaggiare pieni e sono destinati, pertanto, a subire perdite. I fondi stanziati servono quindi a compensare la riduzione dei ricavi tariffari relativi ai passeggeri tra il 23 febbraio e il 31 dicembre 2020 rispetto alla media dei due anni precedenti, permettendo la tenuta di un servizio di pubblica utilità come appunto quello del trasporto TPL. 

L’articolo 200, inoltre, prevede che le autorità statali e locali titolari dei contratti di servizio eroghino alle imprese di trasporto pubblico di passeggeri, entro il 31 luglio 2020, un importo non inferiore all’80% dei corrispettivi contrattualmente previsti al 31 agosto 2020. Un anticipo di cassa, insomma, al fine di garantire l’operatività. 

Fino al 31 dicembre 2024, inoltre, viene sospesa l’applicazione per le regioni, gli enti locali e i gestori di servizi TPL, dell’obbligo di cofinanziamento (previsto per i soggetti beneficiari di fondi statali) nell’acquisto dei mezzi per il rinnovo del parco autobus. Sospeso anche l’obbligo di utilizzo di mezzi ad alimentazione alternativa, per tutte le risorse attribuite con stanziamento di competenza sino al 30 giugno 2021.

Su questi 500 milioni pesa anche la misura sul rimborso degli abbonamenti ferroviari o di trasporto pubblico locali per i mesi di lockdown. 

Durante l’esame nei due rami del Parlamento sono stati modificati o introdotti alcuni commi. In particolare:

  • Viene decisa l’anticipazione alle Regioni dell’80% delle risorse per i contratti collettivi di trasporto pubblico locale, a decorrere dal 2019 nonché per gli anni 2014-2018;
  • Viene stabilito di destinare ai servizi di linea per trasporto di persone, anche le autovetture destinate ad uso Taxi e noleggio con conducente, fino al 30 giugno 2021. La finalità della misura risiede nella necessità di contemperare le esigenze di mobilità con le misure di contenimento del virus;
  • Si prevede che fino al 30 giugno 2021, il 5% delle risorse statali per il rinnovo del materiale rotabile automobilistico e ferroviario destinato al TPL possa essere usato per l'installazione di dotazioni per contenere il rischio contagio. Alla Camera (e poi al Senato) la disposizione è stata ampliata, prevedendo adesso la possibilità di usare queste risorse anche per l'acquisto (pure in leasing) da parte degli esercenti i servizi TPL di mezzi per il bike sharing da usare come integrazione dei servizi di mobilità.

Sostegno alle imprese portuali

Qualche novità anche per le imprese portuali. Per loro, infatti, il decreto prevede che le autorità portuali possano ridurre (ed eventualmente anche azzerare) i canoni concessori per i beni demaniali, i servizi portuali, la gestione di stazioni marittime e i servizi di supporto a passeggeri, allievando quindi i costi a carico delle imprese.

Delle riduzioni, però, potranno beneficiare solo i concessionari che hanno subito un calo del 20% del fatturato rispetto allo scorso anno.

Inoltre le autorità portuali possono anche corrispondere al fornitore di lavoro portuale un contributo, nel limite massimo di 4 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021, pari a 90 euro per ogni dipendente e in relazione a ciascuna minore giornata di lavoro rispetto al 2019. Gli importi sono stati incrementati dai parlamentari. Originariamente, infatti, erano stati previsti 2 milioni di euro e solo nel 2020 e 60 euro per ogni giornata/uomo persa. Al contempo, però, è stato introdotto il divieto di cumulo di tale contributo con l’IMA (indennità di mancato avviamento al lavoro).

Per mitigare gli effetti economici causati dalla pandemia il decreto prevede anche un indennizzo per le ridotte prestazioni di ormeggio rese dalle società di ormeggiatori (Art- 14, comma 1-quinquies della L. 84-1994).

Per tutti questi interventi vengono stanziati 30 milioni di euro che saranno assegnati con decreto del ministro dei trasporti (da emanarsi entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto).

Oltre all'aumento degli importi dei contributi sul lavoro, durante i lavori parlamentari soo state introdotte anche altre novità. In particolare:

  • La possibilità di inviare documenti, certificazioni, titoli di credito etc. anche in formato digitale;
  • L'istituzione di un Fondo da 10 milioni di euro per l'anno 2020, di cui 5 milioni sono destinati a compensare le Autorità portuali dei mancati introiti derivanti dai diritti di porto (dovuti al calo del traffico dei passeggeri e dei crocieristi). Gli altri 5 milioni, invece, vanno come compensazione per le imprese di navigazione operanti con navi minori nel settore del trasporto turistico di persone (via mare e per acque interne) che hanno subìto, nel periodo compreso tra il 1° febbraio e il 31 luglio 2020, una diminuzione del fatturato pari o superiore al 20% del fatturato registrato nel 2019.
  • Infine il Parlamento ha introdotto un nuovo articolo (il 199-bis) che dà il via libera all'autoproduzione delle operazioni portuali, quando non è possibile soddisfare la domanda di svolgimento di operazioni portuali, né mediante le imprese autorizzate né tramite il ricorso all'impresa o all'agenzia per la fornitura di lavoro portuale temporaneo.  

Stanziati 20 milioni per sostenere le imprese dell'autotrasporto

Il decreto, inoltre, stanzia 20 milioni di euro in più nel Fondo per l'autotrasporto su gomma per abbattere il costo dei pedaggi autostradali. In questo modo adesso il Fondo, aveva illustrato nelle settimane passate la ministra De Micheli, "ha risorse per 260 milioni di euro, che serviranno anche per gli investimenti per la sostituzione dei camion più inquinanti con mezzi più compatibili con l'ambiente''.  

L’intervento mira quindi a sostenere un settore che, nel pieno della pandemia, ha rivestito un ruolo centrale per garantire le connessione e gestire in tal modo la situazione di emergenza causata dal Coronavirus.

> Per approfondire: i contributi per le imprese previsti dal dl rilancio

Rimborso per gli abbonamenti ferroviari e di trasporto locale

Sempre in tema di trasporti il decreto prevede anche un rimborso per chi ha un abbonamento per il trasporto ferroviario o per quello pubblico locale e che, durante il lockdown, non ha potuto sfruttare

Il rimborso sarà erogato dalle aziende di trasporto tramite due modalità, a scelta dell'utente:

  • L’emissione di un voucher di importo pari all'ammontare del titolo di viaggio (incluso l'abbonamento) da utilizzare entro un anno dall’emissione;
  • Il prolungamento della durata dell’abbonamento per un periodo corrispondente a quello durante il quale non è stato utilizzato.

Per accedere al rimborso, bisognerà fare domanda allegando anche:

  • La documentazione comprovante il possesso del titolo di viaggio (che doveva essere valido durante il lockdown);
  • La dichiarazione sul mancato utilizzo a causa dei provvedimenti per ridurre il contagio.

Per effettuare il rimborso, il vettore ha a disposizione 30 giorni (dalla data di ricezione della comunicazione).

Sostegno alle piccole compagnie aeree

Tra i settori più colpiti dalla crisi economica causata dalla pandemia figura, poi, quello aereo che ha subito un blocco pressoché generalizzato dell’attività e che, anche per i prossimi mesi, rischia di restare in perdita. Nel decreto è prevista, quindi, la creazione di un Fondo di 130 milioni di euro per compensare le perdite subite dagli operatori italiani (esclusa Alitalia) che utilizzano aeromobili con più di 19 posti.

Una misura che guarda, quindi, alle necessità delle compagnie aeree minori e che intende anche limitare il dumping subito dai nostri operatori da parte di altri vettori che, non rispettando i livelli contrattuali previsti dal CCNL, generano una forma di concorrenza sleale giocata sul costo del lavoro.

Il provvedimento inserito nel dl Rilancio, infatti, limita l’accesso agli aiuti solo a quelle compagnie che lavorano in Italia e che ai propri dipendenti (con base in Italia) garantiscono retribuzioni in linea con il contratto collettivo nazionale del trasporto.

Ma per tutelare le imprese italiane dal dumping giocato sul costo del lavoro, il decreto prevede anche che le imprese e i vettori aerei che operano e impiegano personale sul territorio italiano e che sono assoggettate a concessioni, autorizzazioni o certificazioni previste dalla normativa EASA (o dalla normativa nazionale) nonché alla vigilanza dell’ENAC, applichino ai propri dipendenti con base di servizio in Italia, retribuzioni non inferiori a quelle minime stabilite dal CCNL di settore. Se entro 90 giorni dall’entrata in vigore del decreto le aziende non procedono in questo modo, subiranno la revoca delle concessioni. Per quelle aziende, invece, che hanno concessioni, autorizzazioni e certificazioni che non sono rilasciate da autorità amministrative italiane, in caso di violazione sui livelli retributivi per i propri dipendenti, l’ENAC impone una sanzione tra i 5mila e i 15mila euro per ogni dipendente. 

Trasporto ferroviario: canoni ridotti per accedere all’infrastruttura

Come quello aereo, anche il trasporto ferroviario ha subito una brusca frenata d’arresto a causa della pandemia. Per questo nel decreto è prevista una attenuazione del costo di pedaggio che gli operatori ferroviari pagano a RFI (la Rete ferroviaria italiana che gestisce l’infrastruttura), grazie ad uno stanziamento a favore di RFI per compensarla dei minori introiti. In particolare:

  • Per il periodo 10 marzo - 30 giugno 2020 RFI dispone una riduzione del canone per i servizi passeggeri e merci non sottoposti ad obbligo di pubblico servizio. In questo caso RFI verrà ricompensata con uno stanziamento di 115 milioni di euro;
  • Analogo discorso vale per il periodo dal 1° luglio al 31 dicembre 2020. Pure in questo caso infatti RFI - anche per promuovere la ripresa del traffico ferroviario - dispone una riduzione del canone per l’utilizzo dell'infrastruttura ferroviaria e in compensazione vengono stanziati 155 milioni di euro.

Rifinanziati i marebonus e ferrobonus

Vengono poi rifinanziati gli incentivi “marebonus” e “ferrobonus” per sostenere il trasporto intermodale, con un incremento di 30 milioni di euro per il primo, e di 20 milioni per il secondo.

Collegamenti marittimi 

Infine restando sempre in ambito mare, per evitare che gli effetti economici della pandemia sulle condizioni di domanda e offerta di servizi marittimi possano inficiare gli esiti delle procedure avviate per l’organizzazione dei servizi pubblici di collegamento marittimo con le isole maggiori e minori, il decreto prevede che l’efficacia della convenzione stipulata è prorogata fino alla conclusione delle procedure previste dall’art. 4 del Regolamento 3557/92/CEE.

> Per approfondire: il bonus bici del dl rilancio

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