Servizi di pagamento – cosa cambia con la direttiva PSD2
Dal 13 gennaio entra in vigore la direttiva UE PSD2 sui servizi di pagamento. Cosa cambia e quali opportunità si profilano per commercianti e società Fintech.
> Servizi di pagamento e cybersecurity - le novita' in arrivo nel 2018
Ai nastri di partenza la Payment services directive, meglio nota come PSD2, la direttiva UE - in vigore dal 13 gennaio - che intende sviluppare il mercato interno dei servizi di pagamento secondo un modello sicuro ed efficiente.
PSD2: cosa prevede
Più che di una nuova normativa, si tratta dell’aggiornamento della direttiva europea sui pagamenti, che aprirà le porte anche in Italia a nuovi attori in concorrenza con le banche.
Obiettivo primario di PSD2 è creare un mercato unico ed integrato dei servizi di pagamento, uniformando le regole per gli istituti bancari e per i nuovi prestatori di servizi di pagamento (PSP) sorti con l'avvento del digitale.
Recepita in Italia a dicembre, la direttiva definisce un insieme completo di norme relative ai PSP e agli utenti, al fine di garantire una maggiore efficienza, possibilità di scelta e trasparenza nell’offerta di servizi di pagamento, rafforzando al tempo stesso la fiducia dei consumatori in un mercato dei pagamenti armonizzato a livello UE.
> Fintech – l’innovazione mette alla prova le banche
Sarà necessario un anno e mezzo per concludere l’infrastruttura tecnologica, in particolare per quanto riguarda la sicurezza informatica, e permettere ai PSP di iniziare a lavorare. Partono invece da subito le novità relative a franchigie e commissioni interbancarie.
Taglio a franchigie e commissioni interbancarie
Viene fissato un limite alle commissioni interbancarie: per i pagamenti tramite carta di debito e prepagata la commissione per ogni operazione di pagamento non può essere superiore allo 0,2% del valore dell’operazione stessa; per quelle con carta di credito la commissione interbancaria per operazione non può essere superiore allo 0,3% del valore dell’operazione.
Il decreto del Governo di recepimento della direttiva UE amplia i diritti degli utenti dei servizi di pagamento, che beneficeranno ad esempio di un regime di responsabilità ridotta in caso di pagamenti non autorizzati, riducendo la franchigia massima a carico degli utenti da 150 a 50 euro e, per promuovere l’utilizzo di strumenti di pagamento elettronici, conferma il divieto di applicare un sovrapprezzo per l’utilizzo di un determinato strumento di pagamento (il cosiddetto divieto di surcharge).
Tornando alle commissioni interbancarie, per le sole “operazioni nazionali” tramite carte di pagamento, i PSP saranno tenuti ad applicare, per tutti i tipi di carte, commissioni di importo ridotto fino a 5 euro rispetto a quelle applicate alle operazioni di importo pari o superiore, così da promuovere l’utilizzo delle carte anche per questi pagamenti.
> Google Pay – Mountain View semplifica i sistemi di pagamento
Inoltre, per quanto riguarda le sole “operazioni nazionali” tramite carta di debito, in via transitoria (fino al dicembre 2020), i prestatori di servizi potranno applicare una commissione interbancaria non superiore all’equivalente dello 0,2% calcolato tuttavia sul valore medio annuo di tutte le operazioni nazionali tramite carta di debito all’interno di ciascuno schema di carte di pagamento.
Vengono meglio precisati i casi di esclusione dall’ambito di applicazione delle norme sui servizi di pagamento, ad esempio con riguardo alla esclusione degli strumenti a “spendibilità limitata” (ad esempio, in relazione alla limitatezza delle reti commerciali in cui sono utilizzabili, alla gamma molto limitata di beni e servizi o agli specifici scopi sociali) e alla possibilità di utilizzare il conto o credito telefonico anche per operazioni di pagamento effettuate nel quadro di un’attività di beneficenza oppure per l’acquisto di biglietti relativi a servizi di diversa natura (nel limite di spesa di 50 euro per singola operazione e comunque di 300 euro mensili).
Accenture: PSD2 opportunità per commercianti e Fintech
In occasione dell’entrata in vigore della direttiva, Accenture ha condotto un’indagine intervistando circa 80 executive responsabili dei servizi di pagamento presso grandi società di vendita al dettaglio e banche di tutta Europa.
Quasi un terzo degli intervistati ha dichiarato che sarà in grado di collegarsi direttamente alle banche per acquisire le informazioni relative ai clienti e gestire disposizioni di pagamento, mentre circa il 90% sarà in grado di farlo entro il 2019.
Se è evidente il fatto che la direttiva rappresenta una grande opportunità per le società Fintech, è altrettanto chiaro che i retailer non intendono lasciarsi sfuggire l’opportunità di accettare pagamenti bypassando intermediazioni e garantendo procedure di rimborso più rapide, migliorando così la customer experience.
Quelli coinvolti nello studio hanno infatti dichiarato che intendono utilizzare le interfacce di programmazione di un’applicazione (API) per avere accesso alle informazioni finanziarie dei clienti, in modo da poter personalizzare i propri prodotti (74% dei retailer intervistati), gestire le disposizioni di pagamento direttamente con le banche per negoziare tariffe più vantaggiose per le transazioni (53%), ridurre le frodi (53%) e generare offerte rilevanti presso i punti vendita e sconti basati sulle abitudini di acquisto dei consumatori (51%).