Dissesto - fondo progettazione, via al riparto dei 100 milioni
In Gazzetta ufficiale il Dpcm che regola il fondo progettazione da 100 milioni per il dissesto idrogeologico. E Palazzo Chigi si prepara a ripartire il denaro presso le Regioni.
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Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 luglio 2016 sul funzionamento del Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico approda in Gazzetta ufficiale. L’obiettivo è sbloccare quegli interventi che, nei mesi scorsi, sono rimasti fermi perché gli elaborati progettuali non erano in fase sufficientemente avanzata per mandarli in gara. Adesso, bisognerà passare rapidamente agli esecutivi per poi attivare i cantieri.
Il fondo progettazione
Il fondo progettazione parte da due diversi provvedimenti del Governo. Il primo è la delibera Cipe n. 32 che, il 20 febbraio 2015, ha stanziato 100 milioni di euro “con l'obiettivo di stimolare l'efficace avanzamento, in particolare nel Mezzogiorno, delle attività progettuali delle opere di mitigazione del rischio idrogeologico”. Con quel provvedimento veniva istituito un fondo rotativo, successivamente regolato dall'articolo 55 della legge n. 221 del 2015, il collegato ambientale. In quella legge veniva stabilito che un Dpcm sarebbe intervenuto a regolare le modalità di funzionamento del fondo.
La decisione della Corte dei conti
Adesso, dopo un lungo iter, quel Dpcm vede la luce. Non si tratta di un passaggio secondario, dal momento che questo avanzamento consentirà all’Unità di missione guidata da Mauro Grassi, insieme al Ministero dell’Ambiente, di procedere materialmente alla composizione degli elenchi di progetti da realizzare e alla distribuzione dei fondi.
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Fondi alle Regioni
A incassare il denaro relativo alle progettazioni saranno i presidenti delle Regioni che, in base alle modifiche normative degli scorsi mesi, sono anche commissari di Governo in materia di dissesto. La priorità degli interventi, comunque, viene stabilita dal Dpcm, che spiega come i primi ad essere finanziati saranno quelli del piano aree metropolitane approvato a fine 2015. Gli elenchi di Palazzo Chigi includono, in totale, 94 progetti a diversi stati di avanzamento, per poco meno di 600 milioni di euro. Dovranno essere tutti portati a livello di progettazione esecutiva.
Gli elenchi dell'Unità di missione
In aggiunta, potranno essere indicati altri interventi dagli elenchi dell’Unità di missione. La stima che circola in ambienti di Governo è che con questo denaro sarà possibile attivare interventi per almeno un miliardo di euro. L’incidenza media delle progettazione rispetto al costo dei lavori è, infatti, pari al dieci per cento. Quindi, oltre al piano aree metropolitane sarà possibile portare al livello dell’esecutivo diversi altri progetti.
La rotazione
Il tutto sarà realizzato utilizzando un meccanismo della rotazione. Una volta assegnate le risorse per l’esecuzione dell’intervento, il plafond dovrà essere ricaricato con i fondi disponibili. In questo modo sarà possibile alimentarlo, finanziando negli anni altre progettazioni. In caso di cattivo utilizzo, saranno possibili anche revoche.
Il primo riparto
Già nelle prossime settimane si lavorerà al primo riparto dei fondi. Sul dossier saranno impegnati l’Unità di missione “Italia Sicura” e il Ministero dell’Ambiente che, insieme, lavoreranno a un decreto per comporre un primo elenco di progetti prioritari. L’obiettivo è chiudere una bozza entro la fine del mese, da discutere con i governatori.