Decreto rinnovabili - ultimi ritocchi in attesa del testo definitivo
In attesa dell’incontro con gli stakeholder sul testo del decreto rinnovabili, il sottosegretario del MISE Davide Crippa fa sapere che il “decreto non è chiuso”. Le prime indicazioni su possibili modifiche.
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Con poche novità di rilievo, il decreto rinnovabili, è stato inviato dal Ministero dello Sviluppo economico al Parlamento. Ma, tiene a precisare Crippa, il testo non è ancora chiuso.
Per arrivare alla forma definitiva ci sarà da aspettare ancora, motivo per cui i primi bandi sono stati posticipati da novembre di quest’anno a gennaio del 2019.
“C’è una serie di questioni ancora da definire – ha aggiunto Crippa – come, ad esempio, gli impianti da realizzare su siti inquinati, l’obbligo di bonifica dei terreni e la salvaguardia per singola tecnologia, all’interno di gruppi di tecnologie concorrenti, per evitare penalizzazioni”.
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Il 25 settembre l’incontro con gli stakeholder
Il testo, insomma, ha bisogno delle ultime limature. E per accelerare i tempi il dicastero ha fissato un incontro con il Ministero dell’Ambiente e gli stakeholder per il prossimo 25 settembre. Un appuntamento che si inserisce all’interno di un percorso che ha come obiettivo principale la costruzione di uno strumento normativo agile e condiviso, che contribuirà ad attuare gli obiettivi nazionali ed europei in vista del 2030, promuovendo e incentivando la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
“Si tratta di un provvedimento atteso da quasi due anni - dichiara Crippa - che ha comportato il blocco delle risorse dell’intero settore. Abbiamo ritenuto necessario accelerare l’iter procedurale per rispondere alle richieste degli operatori introducendo questi momenti di confronto e assicurarci la piena operatività del sistema”.
Extra incentivo amianto: si può fare di meglio
Nel frattempo, il decreto va incontro alle prime critiche. E’ innanzitutto una delle novità maggiori introdotte nella nuova formulazione del dm, la presenza di una premialità per chi sostituisce i tetti di amianto con pannelli solari fotovoltaici, ad essere giudicata poco coraggiosa.
I promotori della campagna “Basta amianto”, che di fatto ha indotto il Governo a inserire l’extra incentivo in questione, ritengono che il testo abbia pregi e difetti.
“Da un lato esprimiamo soddisfazione per l’inserimento dell’ampio contingente pari a 100 MW a registro, per un totale di 700 MW, dedicato esclusivamente alla sostituzione di coperture di edifici su cui è operata la completa rimozione dell’eternit o dell’amianto. Ma siamo anche estremamente preoccupati per il valore dell’extra-incentivo che, quantomeno nella bozza circolante, verrebbe riconosciuto per la bonifica e la realizzazione della nuova copertura”.
I primi firmatari della petizione (Annalisa Corrado, Giuseppe Civati, Rossella Muroni, Gianni Silvestrini e Giovanni Battista Zorzoli) affermano in un loro comunicato che “nel momento di massimo ed efficace utilizzo dell’extra-incentivo con il quarto conto energia, tale valore era pari a 5 centesimi per chilowattora. La bozza del nuovo decreto, invece, indica un valore di 1,2 centesimi, a fronte di costi reali niente affatto calati, come invece è successo per il fotovoltaico”.
Si spiega, che “occorre considerare che, ai costi di bonifica, estremamente variabili in virtù della diffusione di coperture in amianto composite e multi-strato, vanno aggiunti quelli di consolidamento delle strutture, realizzate prevalentemente negli anni ’70-’80, e degli interventi per le nuove coperture. Considerando un costo davvero minimo, con l’extra-incentivo si arriverebbe a coprire meno della metà della spesa nell’arco dei 20 anni di erogazione”.
Le osservazioni di Italia Solare
L’associazione del solare ha trasmesso al Ministero alcuni suggerimenti su come migliorare il decreto sulle incentivazioni alle fonti rinnovabili per il triennio 2018-2020.
In primo luogo, è “importante mantenere la neutralità tecnologica per puntare alle tecnologie più efficienti ottenendo in tal modo più energia pulita al minor costo possibile per gli italiani”, si legge in una nota di Italia Solare.
E ancora: “Le aste – fatta eccezione di pochissimi titolari di grandi aree in via di bonifica – sono riservate all’eolico a causa del divieto di incentivazione del fotovoltaico nelle aree agricole. La diversificazione per fonte è dunque ampiamente garantita e non vi sono ragioni per non premiare, almeno con i registri, gli impianti fotovoltaici laddove sono più convenienti rispetto ad altre fonti”.
“Nell’ultima bozza di decreto ci sono certamente molti punti positivi di cui ne apprezziamo i contenuti, tuttavia riteniamo importante che possa essere considerata la possibilità di aumentare, almeno raddoppiandoli, i MWp dei contingenti da mettere a registro per consentire un reale sviluppo del mercato delle rinnovabili”, prosegue l’associazione.
“Apprezziamo e chiediamo che sia confermata la frequente fissazione di aste, importante per dare tempo agli operatori di sviluppare adeguatamente i progetti e ridurre i costi tenendo conto della diminuzione dei costi della tecnologia. Allo stesso modo valutiamo favorevolmente il fatto che siano previste agevolazioni per le aggregazioni di impianti ai fini dell’incentivazione”, ha commentato Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare.