DEF - i programmi del Governo per l'agroalimentare
Tra le misure previste dalla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2018, oggi all'esame dell'Aula del Senato, anche novità per il settore agricolo.
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L'Assemblea del Senato ha avviato questa mattina l'esame della Nota di aggiornamento al DEF, il Documento di economia e finanza, per il 2018. Nel Documento il Governo anticipa i principali elementi del proprio programma che verranno ulteriormente precisati in occasione della presentazione del DEF 2019. Tra i settori di intervento rientrano anche le politiche per l'agrifood, con interventi in tema di semplificazione, innovazione, internazionalizzazione e sostegno alle filiere.
I piani del Governo per l'agroalimentare
“Un patto per la semplificazione”, da approvare in conferenza Stato-Regioni, indicando i risultati attesi e i tempi per il loro conseguimento. E' questo il primo intervento per il settore agricolo prospettato dal Governo nella NaDEF, con l'obiettivo di ridurre gli oneri burocratici, facilitare la conduzione delle imprese e alleggerire il sistema dei controlli.
Il patto per la semplificazione si accompagnerà alla riorganizzazione del Ministero delle Politiche agricole, con lo scopo di agevolare l'interlocuzione con gli operatori e le associazioni del settore e rafforzare le azioni a tutela del Made in Italy. Tra queste rientrano anzittutto quelle di protezione delle indicazioni geografiche e di contrasto all’italian sounding, in parallelo alle attività di promozione dell'agroalimentare italiano sui mercati esteri e di marketing territoriale.
Un ulteriore ambito di intervento è quello dell'innovazione, attraverso il supporto alla ricerca e alla formazione professionale. Tra gli obiettivi del Governo vi è quello di rinnovare i percorsi di studio per avvicinare i programmi di ricerca e il mondo agricolo, anche per favorire la diffusione dell'agricoltura di precisione.
Previste anche azioni per lo sviluppo delle filiere e per il supporto all’aggregazione dei produttori agricoli. Tra queste, misure per il riconoscimento delle organizzazioni interprofessionali e delle organizzazioni di produttori, norme contro le pratiche commerciali sleali e per ridurre i tempi dei pagamenti, interventi infrastrutturali e nel campo della logistica.
Il futuro del settore dipenderà però soprattutto dal negoziato sulla Politica Agricola Comune (PAC) post 2020, che nella proposta della Commissione UE comporta un taglio delle risorse assegnate all'Italia di circa il 6,9% rispetto alla programmazione in corso. L'obiettivo del Governo è contrastare la riduzione delle risorse PAC, si legge nella NaDEF, che potrebbe determinare la fuoriuscita di numerose aziende dal circuito produttivo, oltre ad avere effetti negativi sull'ambiente e sul tessuto sociale, soprattutto nelle aree più fragili.
> La proposta della Commissione per la PAC post 2020
Photo credit: Santeri Viinamäki