Codice Appalti - a novembre entra nel vivo la riforma
Mentre l'ANCE esorta istituzioni e operatori a contribuire allo sblocco della paralisi del settore edile, a partire dalla sburocratizzazione, "madre di tutti i mali", il vicepremier Matteo Salvini annuncia entro novembre un provvedimento per la riforma del Codice Appalti.
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Si è svolta nelle scorse ore a Roma l'Assemblea annuale 2018 dell'Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE). Ad aprire i lavori il presidente Gabriele Buia, che ha illustrato la sua relazione sullo stato di salute del comparto edile e le azioni concrete da attuare per fare ripartire il settore, invitando gli operatori ad "aprire gli occhi" e a "non arrendersi al declino".
Bisogna lavorare per eliminare gli ostacoli alla realizzazione delle infrastrutture e degli interventi di manutenzione necessari a mettere in sicurezza i territori e a far crescere l’economia, ha affermato Buia, "a cominciare dalla burocrazia: la madre di tutti i mali". Senza lo snellimento del processo decisionale e la revisione del Codice Appalti, ha ammonito il presidente dell'ANCI, le risorse stanziate non si trasformeranno in cantieri.
In base ai dati emersi nel corso dell'Assemblea, nell’ultimo decennio la "drastica riduzione delle risorse disponibili per infrastrutture" ha determinato la rinuncia a circa 60 miliardi di euro di fondi per investimenti in nuove opere pubbliche. Qualcosa è iniziato a cambiare nel 2016, spiega l'Associazione, quando le leggi di bilancio hanno ripreso a stanziare maggiori risorse per il comparto; a quel punto, però, "la crisi di risorse si è trasformata in una crisi di efficienza della spesa".
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L'incapacità di trasformare le risorse economiche in cantiere è stata confermata dalla recente nota di aggiornamento del DEF (Documento di economia e finanza), che ha anche rivisto al ribasso le previsioni sugli investimenti fissi lordi (-756 milioni di euro). Dopo i cali del 2016 (- un miliardo di euro) e del 2017 (-1,9 miliardi), prosegue il trend di contrazione degli investimenti, in gran parte dovuto, spiega ANCE, ai ritardi nell’avvio nel Piano infrastrutturale lanciato a fine 2016 (e stimato dall'ANCE per 140 miliardi di euro), "sul quale poggiavano molte delle speranze di ripresa degli investimenti".
A due anni dal lancio del Piano, l'ANCE definisce quello dell'edilizia un “quadro drammatico”. Da dicembre 2016 ad oggi, spiega l'Associazione, il livello di attuazione della strategia è pari a meno del 4%; un risultato, questo, molto inferiore alle previsioni. Inoltre, si legge nella relazione, "le risorse spese, che avrebbero dovuto essere aggiuntive per consentire il rilancio degli investimenti, non solo sono state sostitutive di altre spese ma non sono neanche riuscite a ricompensare le mancate spese registrate in programmi precedentemente avviati".
Alla luce della situazione dipinta dal presidente Gabriele Buia è giunta durante l'Assemblea una rassicurazione dal ministro dell'Interno Matteo Salvini, che ha assicurato la volontà del Governo di sostenere il mondo delle costruzioni, "asset strategico e indispensabile per il Paese", e ha annunciato entro novembre un provvedimento di riforma del Codice appalti (D.lgs 50-2016).
La riforma del Codice, lo ricordiamo, era stata annunciata già nei mesi scorsi dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli ed è stata oggetto di una consultazione pubblica, conclusasi a settembre.
Sempre durante l'Assemblea, il vicepremier Salvini ha, inoltre, preannunciato l'innalzamento da 40mila a 221mila euro per il limite entro cui si potrà ricorrere agli affidamenti diretti o senza gara.
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