Coronavirus: il Governo valuta misure per sostenere export e turismo
In Italia il Coronavirus sta diventando anche un’emergenza economica. Il rallentamento dell’economia cinese, infatti, minaccia pure le imprese italiane, mettendo a rischio export e turismo. Per questo il Governo sta definendo un set di misure a sostegno dei settori più colpiti e Di Maio annuncia un piano da 300 milioni per l’export.
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L'emergenza Coronavirus rischia di avere gravi ripercussioni anche sul fronte economico, tant’è che ieri Palazzo Chigi ha annunciato di aver “avviato una istruttoria per l’adozione di misure di contenimento degli effetti negativi dell’emergenza sul nostro sistema economico e produttivo”.
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E’ ancora presto per sapere che impatto avrà il Coronavirus sul Pil
L’impatto che il Coronavirus potrebbe avere sull'economia italiana è ancora difficile da quantificare. “Potrebbe essere limitato a pochi decimi di punto, anche se non si possono escludere effetti più ampi”. A dirlo alcuni giorni fa il Ministero dell’economia Roberto Gualtieri intervenendo ad Assiom Forex.
Preoccupazioni analoghe sono state manifestate anche dal Governatore di Bankitalia Ignazio Visco che, nell’analizzare le stime di crescita del Pil italiano, ha elencato tra le nuove minacce da tenere in considerazione anche il Coronavirus.
Dal turismo arrivano numeri allarmanti
Se per stime certe è ancora presto, in alcuni settori si iniziano comunque a fare i primi conteggi.
I primi sono quelli relativi al turismo e arrivano dal Presidente di Federalberghi Bernabò Bocca per il quale “I conti sono presto fatti: ci basiamo sullo scorso anno quando in Italia abbiamo toccato i 4 milioni e mezzo di arrivi dal mercato cinese. A febbraio l’anno scorso era 450-500 mila arrivi. E quest’anno zero! Non c’è un calo, è zero e basta”.
Numeri che non lasciano troppo spazio alle interpretazioni, soprattutto se si considera che l’Italia è il primo paese in Europa per il turismo cinese, con 3 milioni di arrivi e 5 milioni di presenze.
A pesare è certo l’effetto psicosi che in queste settimane è dilagato, ma sul turismo ha inciso anche il blocco dei voli dalla Cina, deliberato dal Governo le scorse settimane. Uno stop che, oltre ad avere infastidito non poco Pechino, ha avuto ripercussioni negative proprio sul comparto turistico, tra l’altro in un anno come il 2020 designato come “Anno del turismo e della cultura Italia-Cina” e avrebbe dovuto sostenere ulteriormente i flussi turistici tra i due paesi.
Quale impatto ha il Coronavirus sull’export?
Calcoli più complessi, invece, riguardano la valutazione delle ricadute negative che l'epidemia sta avendo sull’export delle nostre imprese.
Nel 2018 l’interscambio dell’Italia con la Cina è stato di 44 miliardi di euro. Nel Paese del Dragone operano oltre mille imprese a partecipazione italiana, che occupano oltre 130mila persone e generano più di 16 miliardi di euro di fatturato.
Se è vero - come riporta l’ICE tra le sue news - che gli scambi commerciali tra l’Italia e la provincia di Hubei non sono determinanti (parliamo dell’1,2% dell’export cinese verso l’Italia e l’1% dell’export italiano verso la Cina), a pesare sulle prospettive future fosche è più in generale la contrazione del Pil cinese, unito ad un effetto psicosi dilagante.
Dinanzi a tali scenari, quindi, la paura delle imprese è che le esportazioni italiane verso la Cina possano contrarsi in modo considerevole, causando gravi danni all'economia italiana per la quale la componente dell'export è quella più dinamica.
Per ora, nel settore food&beverage non sembrano ancora esserci stati danni considerevoli. Dalle prime valutazioni effettuate dalle associazioni di categoria e riportate dall’ICE, infatti, gli effetti del Coronavirus sembrano contenuti.
Secondo Assica (Associazione dei produttori di carni e salumi) per ora è tutto sotto controllo, non essendo arrivate notizie di “particolari problemi da parte di aziende che hanno rapporti commerciali con la Cina, né da parte di gruppi che hanno sedi in loco”.
Per Massimo Forino, direttore di Assolatte, però è presto per avere riscontri: “I dati sull’export vengono pubblicati a distanza di tre mesi, quindi è difficile fare previsioni e dare un giudizio sull’impatto della situazione. Credo, però, che alcuni grandi player possano avere qualche problema”.
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Di Maio annuncia un piano export da 300 milioni che punta sui mercati maturi
In uno scenario complesso come quello attuale, il Ministro degli esteri Luigi Di Maio annuncia che saranno presto disponibili 300 milioni di euro per la realizzazione del piano export. I fondi saranno gestiti dall’ICE e avranno l'obiettivo primario di sostenere la presenza del Made in Italy nel mondo, focalizzandosi soprattutto sui mercati maturi.
In un’intervista al Sole24Ore, il Ministro afferma infatti che dinanzi al rallentamento dell’economia cinese, aggravata dall’emergenza Coronavirus, il modo per mantenere dinamico l'export italiano è quello di puntare sui mercati maturi del Made in Italy come Germania, Francia o Stati Uniti.
Questo non significa, però, che per l’export verso il mercato cinese non ci saranno risorse. Al contrario, si affretta a spiegare Di Maio sempre al Sole24Ore, “il programma promozionale dell’ICE per chi esporta in Cina nel 2020, che prevede investimenti promozionali per circa 20 milioni, non subirà variazioni”.
Per l’export italiano verso la Cina, quindi, il Governo non farà passi indietro. Confermati quindi gli interventi sull'e-commerce dove nei mesi passati Italia e player come Alibaba hanno firmato accordi per sostenere la penetrazione dell'e-commerce da parte delle nostre imprese. Una scelta che potrebbe rivelarsi strategica se si considera che la psicosi virus sta facendo aumentare in modo considerevole la presenza del commercio online come catena di distribuzione.
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