Recovery Plan: Gentiloni, c'è ancora molto da fare per rafforzare il Piano di ripresa e resilienza
Il lavoro del Governo precedente sul Recovery plan, ha dichiarato il commissario UE agli Affari economici e monetari, Paolo Gentiloni, è "un punto di partenza coerente con i grandi orientamenti e le priorità, ma al tempo stesso c'è ancora molto da fare per rafforzare questo piano". Va rafforzata la qualità di investimenti, riforme e tempi.
Cosa prevede il Piano nazionale di ripresa e resilienza
Ascoltato sul Recovery plan dalle commissioni Bilancio e Politiche UE di Senato e Camera, Gentiloni ha spiegato come l'Italia, la maggiore beneficiari del pacchetto Next Generation EU, non sia in ritardo nella definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma che siano ancora degli ostacoli da affrontare.
"Certamente abbiamo avuto alcune settimane di pausa. Adesso il lavoro fra gli uffici del governo e quelli della Commissione europea procede a buon ritmo, abbiamo riunioni settimanali con tutti i 27, la regolamentazione come sempre è piuttosto complessa. Non possiamo dire di essere in ritardo ma certamente non è una passeggiata completare i rafforzamenti necessari nei tempi previsti, ma sono convinto che il Governo, il presidente Draghi e il ministro Franco sapranno farlo in modo efficace", ha affermato il commissario europeo.
Il work in progress sul Recovery plan Italia
Guardando all'organizzazione attuale del lavoro, Gentiloni ha osservato alcune note positive. La prima è che "si sta lavorando con contatti continui fra gli uffici del governo e la Commissione europea", la seconda riguarda "il fatto che sia stato centralizzato sul Mef questo lavoro", un'operazione che "aiuterà la nostra attività in corso, anche se naturalmente il Mef lavorerà con i ministeri per la Transizione ecologica e quello per l'Innovazione tecnologica e l'innovazione digitale, e tutti i ministeri".
Si è detto, inoltre, ottimista a proposito possibilità che i primi esborsi possano avvenire prima dell'estate. "Bisogna lavorarci, ma sono abbastanza ottimista" sulla possibilità che i Piani nazionali di ripresa e resilienza possano godere dell'esborso anticipato del 13% "prima della pausa estiva". Gentiloni ha ricordato che tale erogazione anticipata - che per l'Italia vale circa 27 miliardi - è collegata alla ratifica delle risorse proprie parlamenti nazionali dei 27 per la raccolta sui mercati dei capitali da parte della Commissione europea.
Quella decisione, già presa dal Parlamento italiano, "deve essere presa da tutti e 27 grosso modo entro maggio, per consentire tempo sufficiente di andare sui mercati ed erogare questo 13%. So che bisogna lavorarci ma sono abbastanza ottimista per i piani approvati arrivare a questa erogazione se non ci sono ostacoli da questo o quel paese per questioni che non sono nel nostro radar", ha detto Gentiloni.
Gli ostacoli all'approvazione del Recovery Plan
Nel PNRR rafforzare investimenti, riforme e tempi
L'ultima versione del PNRR stilata dall'Esecutivo precedente risulta coerente con alcune soglie di priorità che la Commissione e il Consiglio hanno stabilito, come quelle del 37% per la transizione verde e del 20% per la transizione digitale.
Tuttavia, secondo Gentiloni il documento risalente a gennaio 2021 è una base di lavoro "importante" da rafforzare su tre aspetti: "la qualità e la selezione degli investimenti", la "seconda pista di lavoro, le riforme" che sono "collegate alle raccomandazioni della Commissione del 2019". In particolare, per l'Italia "si tratta di questioni come la lotta all'evasione fiscale, i tempi della giustizia civile, la concorrenza, la sanità, la qualità della pubblica amministrazione, le politiche attive del lavoro".
Terzo aspetto su cui lavorare per rafforzare il Recovery plan italiano "riguarda i tempi di attuazione di questo piano". Questa è una delle maggiori sfide da affrontare per il Belpaese, se si considera che "l'erogazione di queste risorse non risponde agli stessi criteri di erogazione dei normali fondi europei", ha aggiunto Gentiloni.
Con il Next Generation EU "sono erogati per il 13% alla presentazione del piano, ma il restante 87%" avviene "attraverso erogazioni periodiche, probabilmente semestrali" e "saranno decise dalla Commissione europea in base al raggiungimento di obiettivi nei tempi indicati nei piani".
Linee guida e raccomandazioni UE, i punti fermi nella stesura dei Recovery Plan
PNRR: 6 pilastri, 16 componenti, 48 linee di intervento
L'ultima versione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, approvata dal Consiglio dei Ministri lo scorso 12 gennaio, si struttura su 6 aree di investimento:
- digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura,
- rivoluzione verde e transizione ecologica,
- infrastrutture per una mobilità sostenibile,
- istruzione e ricerca,
- inclusione e sociale,
- salute.
Le sei missioni a loro volta raggruppano 16 componenti funzionali per realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo. Le componenti si articolano in 48 linee di intervento per progetti omogenei e coerenti.
I singoli progetti di investimento sono stati selezionati secondo criteri volti a concentrare gli interventi su quelli trasformativi, a maggiore impatto sull’economia e sul lavoro. Per ogni missione, inoltre, sono indicate le riforme necessarie a una più efficace realizzazione, collegate all’attuazione di una o più componenti.