Commercio - in calo export Made in Italy verso Russia
Sanzioni, embargo e crisi economica pesano sull'export italiano verso la Russia, che continua a calare.
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Organizzato dall’Associazione Conoscere Eurasia, in collaborazione con il Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo e Roscongress, il seminario italo-russo svoltosi il 21 settembre 2016 a Bolzano è stato l'occasione per fare il punto sull'andamento degli scambi commerciali tra Roma e Mosca.
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Anche a causa delle sanzioni imposte dall'Unione europea alla Russia in risposta al ruolo del Cremlino nell'ambito della crisi ucraina, “l'Italia – ha affermato nel corso del seminario l'ambasciatore della Federazione Russa in Italia Sergey Razov - sta perdendo quote di mercato importanti nell'export verso la Russia”. Se, infatti, fino al 2015 la Penisola occupava il quarto posto nella classifica dei Paesi fornitori della Russia, nel 2016 l'Italia ha ceduto il passo agli Stati Uniti, scendendo al quinto posto.
Le cifre dell'interscambio italo-russo risultano, dunque, insoddisfacenti, ha continuato l'ambasciatore Razov. Già nel 2015 il dato sul commercio tra i due Paesi aveva registrato un -36,2% rispetto al 2014. Ora, nei primi cinque mesi del 2016 si registrano ulteriori perdite di quote di scambio, con un dato del -48,8% che porta la Russia dall'ottavo al tredicesimo posto nella classifica dei fornitori dell'Italia".
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Contesto: l'economia russa, la crisi ucraina, le sanzioni e l'embargo
L’economia russa, spiega l'Agenzia ICE in un recente rapporto sulle opportunità di business nel Paese, è una delle più grandi del mondo per valore del PIL, che ne fa l’ottava economia mondiale per dimensione del suo Prodotto interno lordo a valore nominale e la quinta economia per potere d’acquisto.
Fino al 2014 Paese è cresciuto moltissimo, tanto da essere stato incluso fra i BRICS, e cioè i grandi Paesi in via di rapido sviluppo, che, oltre alla Russia, comprendono Brasile, Cina, India e Sudafrica. La crescita registrata fino al 2014 è stata alimentata soprattutto dall’esportazione di materie prime, in particolare di idrocarburi, che, associata agli alti prezzi del petrolio, ha permesso a Mosca di uscire dalla crisi del 1998 con enormi attivi della bilancia commerciale.
Sempre fino al 2014 la Russia ha ricevuto ingenti investimenti esteri. Tuttavia, lo scoppio della crisi in Ucraina e i conseguenti impatti economici di quest'ultima hanno invertito il trend positivo di investimenti ed export. Ad agosto 2014 infatti, in risposta alle sanzioni economiche e non, emanate dalla comunità internazionale nei confronti del Cremlino per via del suo ruolo nella crisi ucraina, la Russia ha introdotto il divieto di importazione (embargo) di determinati prodotti agricoli, materie prime e prodotti alimentari, quali carni bovine e suine, pollame, pesce, formaggi e latticini, frutta e verdura, provenienti da Ue, Stati Uniti, Canada, Australia e Norvegia.
L'embargo, è bene ricordarlo, è stato prorogato di anno in anno, di pari passo con il prolungamento delle sanzioni, ed è tuttora in vigore.
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Analisi dell'interscambio Italia-Russia a giugno 2016
Secondo l’analisi congiunturale dell’Agenzia ICE di Mosca relativamente al mese di giugno 2016, il volume degli scambi commerciali tra Italia e Federazione Russa continua a risentire “della crisi economico-finanziaria e delle sanzioni” e, dunque, a diminuire, “mantenendo quindi la tendenza negativa che lo ha caratterizzato nel 2014 e nel 2015”. La meccanica, continua l'analisi dell'ICE, rimane comunque “il settore di punta delle esportazioni italiane”, pur registrando un -22,5% che, insieme al -21,6% del settore arredamento/edilizia, “rappresenta uno dei due macrocomparti con segno negativo”.
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Nonostante le sanzioni, sottolinea l'analisi, appare in controtendenza con l'andamento generale l'aumento delle importazioni russe dall'Italia nel settore agroalimentare e bevande (con un +12,9% rispetto allo stesso periodo del 2015), dei metalli comuni (+2,2% rispetto a giugno 2015), dei semilavorati (+3,5%), di moda e accessori (+13,3%) e di chimica e farmaceutica (+15,5%). L'incremento più sostanzioso si registra nel settore dei mezzi di trasporto con un dato del +48,1% tra giugno 2015 e giugno 2016.
La flessione dell’interscambio Federazione Russa/Italia, conclude la sua analisi l'ICE, si deve soprattutto a un minore export russo verso l'Italia, cui si sommano le minori importazioni da Roma.
Photocredit: Author Meghas
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