Commercio - OMC, UE vince controversia contro sovvenzioni Brasile
L'OMC dichiara illegali le sovvenzioni fiscali del Brasile a favore delle imprese locali dei settori ICT, elettronica e automobilistico.
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In una delle controversie più ad ampio raggio mai intraprese dall'Unione europea, il gruppo di esperti scientifici incaricati dall'Organizzazione mondiale del Commercio (OMC) ha constatato l'illegalità dei programmi fiscali brasiliani rispetto alla normativa internazionale.
Contesto: interscambio UE-Brasile
Il Brasile è per l'UE un partner commerciale importante. A partire dalla metà del 2012, infatti, l'Unione europea gode nei confronti del Paese sudamericano di un surplus commerciale, attribuibile tra le altre cose alla diminuzione dei prezzi delle materie prime mondiali.
Le esportazioni europee verso il Brasile hanno raggiunto il loro picco nel 2013; dopodichè hanno iniziato a scendere, a causa di un generale rallentamento economico del Paese ma anche della crescente introduzione di politiche commerciali restrittive da parte del governo carioca.
Se nel 2013 le spedizioni UE verso il Brasile valevano 40 miliardi di euro, nel 2016 il dato è risultato di 31 miliardi di euro (-9 miliardi dopo appena tre anni).
Le attrezzature, i macchinari e le apparecchiature per il trasporto costituiscono la maggior parte delle esportazioni UE verso il Brasile. Tuttavia, spiega Bruxelles, le tasse discriminatorie e altre barriere minano le prospettive commerciali europee nel Paese sudamericano.
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Controversia: UE e Giappone contro Brasile
In tale contesto, a dicembre 2013 Bruxelles ha richiesto all'OMC l'apertura di una controversia nei confronti del Brasile. Nel luglio del 2015, il Giappone ha intrapreso un'azione parallela contro gli stessi programmi brasiliani. I due casi sono dunque stati uniti e hanno portato a due relazioni finali praticamente identiche.
La sentenza dell'OMC afferma che i programmi fiscali brasiliani discriminano i prodotti automobilistici, ICT e elettronici provenienti dall''UE attraverso la concessione alle società brasiliane di sovvenzioni all'importazione e all'esportazione vietate dalla normativa internazionale.
I programmi fiscali del Brasile in questi tre comparti, spiega la sentenza, sono orientati verso la sostituzione delle importazioni con la produzione nazionale attraverso una graduale localizzazione delle attività produttive.
A questo punto le parti hanno 30 giorni per presentare ricorso contro la decisione. In caso contrario, il Brasile dovrà immediatamente ritirare i programmi fiscali dichiarati illegali.
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